Perdonaci i nostri peccati: recensione del corto Netflix sull’Aktion T4

In poco più di dieci minuti la regista Ashley Eakin schiude la Memoria su un tema ancora poco indagato dal cinema: quello del programma nazista sull'eutanasia dei disabili chiamato Aktion T4.

È disponibile su Netflix a partire dal 17 febbraio 2022 il cortometraggio Perdonaci i nostri peccati, short-film che ricostruisce in poco meno di tredici minuti l’orrore del programma segreto nazista Aktion T4, lo stesso che successivamente mise a punto la tecnologia delle camere a gas nei campi di concentramento. Discusso ai vertici del Terzo Reich già a partire dal 1933, l’operazione prevedeva l’eutanasia di adulti e bambini affetti da malattie genetiche inguaribili e portatori di handicap mentali o cognitivi gravi. Ad oggi si stima che a morire sono stati oltre 300 mila persone, mentre quelle sterilizzate 400 mila.

Perdonaci i nostri peccati è diretto da Ashley Eakin, frutto del programma EFI curato da Netflix

perdonaci i nostri peccati cinematographe.it

Frutto del Netflix Emerging Filmmaker Initiative (EFI), programma annuale della piattaforma nata per coltivare e accelerare le carriere di film maker emergenti nei generi più richiesti dal pubblico, il corto è diretto da Ashley Eakin, cineasta lei stessa disabile e nata con una malformazione agli arti superiori. Uno stato fisico che tuttavia non le ha impedito di avviarsi una carriera artistica, lavorando come assistente alla regia e firmando la direzione di ben quattro cortometraggi, tra cui Single, stravagante primo appuntamento al buio dai contorni black comedy fra una ragazza nata senza un braccio e un ragazzo nato solo con una mano.

Con Perdonaci i nostri peccati la statunitense lascia da parte l’autoironia pungente di Single e la riflessione sociale sui giovani e il confronto con la perfezione estetica dei social vista invece in Blue del 2019, per socchiudere una porta su un tema ancora poco scandagliato dal cinema commemorativo dell’Olocausto, raccontando una storia nella Storia, quella di un bambino disabile braccato dai nazisti e costretto a rintanarsi in un fienile.

Il coraggio come potere delle diversità

perdonaci i nostri peccati cinematographe.it

Dai banchi di scuola ad un’umile abitazione, fino ai boschi innevati della Germania più remota, Perdonaci i nostri peccati si muove seguendo un piccolo protagonista e la sua giovane madre (Hanneke Talbot), premurosa in casa quando costretta per regime ad insegnare ai suoi studenti la matematica nazista sul costo (in denaro) della cura dei disabili. Alla vista improvvisa del carro armato, il bambino, interpretato da Knox Gibson, la cui disabilità non è un effetto speciale bensì una caratteristica dalla nascita, è costretto a fuggire in un fienile e difendersi da un nazista grazie ad una rudimentale protesi, nascosta lì perché proibita.

Commovente ed efficace, diretto con sguardo d’empatia e mai scivolato al pietismo, Perdonaci i nostri peccati ci mostra una vita “non degna di essere vissuta”, come venivano nominate questa ed altre dalla Germania Nazista, ripartendo dall’handicap come condizione e non come limite, ribaltando sul finale la barriera del corpo marginale in superpotere d’appartenenza alle diversità.

Un lavoro mirabile per la volontà di ricordare tutte le vittime del nazismo, aprendo un capitolo della Seconda Guerra Mondiale troppo facilmente dimenticato, proseguendo il lavoro della Eakin, estremamente sensibile alla tematica, anche qui capace di un linguaggio comprensivo e universale inteso come sorveglianza alle possibili ricadute sociali e morali del nostro presente.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3

Tags: Netflix