Pay the Ghost – recensione del film con Nicolas Cage

Tra creature sovrannaturali e portali ultraterreni, Pay the Ghost si professa come un horror/thriller, diretto dal regista tedesco Uli Edel, maggiormente noto per aver diretto l’acclamato Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino e La Banda Baader Meinhof.

Pay the Ghost ha come protagonista Nicolas Cage, nei panni di un padre di famiglia che si dispera per la perdita del figlio Charlie, avvenuta proprio sotto ai suoi occhi.

Pay the Ghost ruota attorno alla scomparsa di un bambino

Pay the Ghost

La pellicola ci porta, prima dei titoli di testa, in una New York del passato, esattamente nel 1679. Come in un qualsiasi film horror/thriller si ha un piccolo scorcio su una vicenda che sembra lontana anni luce da noi, in cui tre bambini si nascondono da una potenziale minaccia mostruosa.

Si passa poi alla New York del presente, con una famiglia apparentemente perfetta, in cui Nicolas Cage, che interpreta il professore Michael Lawford, si divide tra il suo lavoro e i suoi cari.

L’equilibrio familiare viene, ovviamente, destabilizzato nel momento in cui il figlioletto, Charlie, scompare durante una festa, nella notte più spaventosa dell’anno, Halloween.

Pay the Ghost è un tentativo mancato di horror/thriller

Pay the Ghost

Pay the Ghost, fondamentalmente, è un tentativo mancato di horror/thriller, che si fonda su ovvietà, cliché e stereotipi tipici del genere. Può essere considerato il classico B-Movie di Halloween, da guardare solo per passare una serata più alternativa, rispetto ad altre.

Mettendo un attimo da parte le tante mancanze ed incongruenze, si ha una sceneggiatura pressoché già vista, per niente originale ed innovativa. Basti pensare ad elementi visti e rivisti, come il disegnino macabro di Charlie che preannuncia una “catastrofe” imminente, oppure i lampi momentanei in cui si intravedono i fantasmi, o la classica casetta con una sorta di outsider, definita poi strega, da cui inizia tutto.

La suspense è quasi inesistente, se vogliamo considerare quei pochi attimi in cui magari si potrebbe sobbalzare dalla sedia perché presi alla sprovvista. Tra l’altro queste scene sono, sapientemente, accompagnate dal classico motivetto a climax, che, inevitabilmente, culminerà in un momento “pauroso”.

Nicolas Cage non convince lo spettatore con la sua interpretazione

Pay the Ghost

Nicolas Cage, ormai icona della cultura pop e dei meme che girano in modo virale per i social network e siti online, potrebbe essere un padre di famiglia, un serial killer o un barbone, ma la differenza non si noterà comunque. L’attore si lascia andare a qualche mimica facciale emotiva, non convincendo però fino in fondo, tanto da non far mai immedesimare lo spettatore nei suoi panni, o più in generale nella vicenda.

La pellicola, inizialmente, potrebbe essere definita un dramma/horror, data la scomparsa del figlio e i disastri coniugali che ne conseguono, ma al contrario sembra più comica, proprio a causa delle espressioni dell’attore e della mancanza di logica e realtà che contraddistingue tutto il film.

Uli Edel realizza un film che forse ha pretese troppo alte, considerando che al suo interno troviamo un gran mix di generi (horror, thriller, dramma, fantasy) che, alla fine, formano un progetto troppo confusionario e indefinito. Per metà film il genere thriller potrebbe anche starci, tralasciando i pessimi volatili digitali, ma dalla seconda parte si ha un completo decadimento, senza possibilità di salvezza.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2