Omicidio nel West End: recensione della commedia mistery con Saoirse Ronan e Sam Rockwell

La commedia mistery Omicidio nel West End è ambientata negli anni ‘50, nel backstage di un celebre spettacolo teatrale, sconvolto da un brutale omicidio. Con una simpatia irresistibile e un cast stellare, il film si prende gioco – con rispetto - della Londra del dopoguerra.

Gli anni passano ma la dama del mistero Agatha Christie è ancora fonte di ispirazione per numerosi prodotti cinematografici e televisivi. Il 29 settembre 2022 arriva nelle sale italiane il film Searchlight  Pictures Omicidio nel West End, commedia mistery diretta da Tom George e sceneggiato da Mark Chappell.        
La pellicola, ambientata nella Londra degli anni ‘50, segue l’indagine di omicidio ai danni del regista Leo Köpernick (Adrien Brody), prossimo a realizzare la versione cinematografica dell’opera teatrale della scrittrice e drammaturga inglese Trappola per topi.        
Oltre ad Adrian Brody figurano nel cast principale: Sam Rockwell, Saoirse Ronan, Ruth Wilson, Reece Shearsmith, Shirley Henderson, David Oyelowo, Charlie Cooper, Sian Clifford e Pippa Bennett-Warner.

Omicidio nel West End: di cosa parla la commedia mistery che omaggia Agatha Christie

Omicidio nel West End recensione cinematographe.it
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1953, West End di Londra. Il regista di Hollywood Leo Köpernick (Adrien Brody) viene trovato brutalmente ucciso sul palcoscenico dell’opera teatrale Trappola per topi, scritta dalla celeberrima Agatha Christie. Köpernick era giunto a Londra per convincere il produttore John Woolf (Reece Shearsmith) a lasciargli dirigere l’adattamento cinematografico dello spettacolo. Leo non era certo famoso per possedere un’indole pacata e gentile. I suoi atteggiamenti, spesso sopra le righe, e il vizio dell’alcol lo avevano reso insopportabile a tutti membri della troupe artistica di Trappola per topi. Pertanto, tutti a teatro diventano sospettati di omicidio – ognuno aveva infatti un movente per compiere il delitto – o potenziali prossime vittime.         
Vengono chiamati a fare luce sulla vicenda e a risolvere il caso il taciturno e scostante ispettore Stoppard (Sam Rockwell) e l’agente Constable Stalker (Saoirse Ronan), novellina con la passione per il cinema. Riuscirà questa insolita coppia a risolvere il caso?

Omicidio nel West End: il mistery che diverte e sorprende

Omicidio nel West End recensione cinematographe.it

È possibile collocare Omicidio nel West End all’interno del genere mistery, anche detto whodunit, che riguarda tutti quei prodotti cinematografici o televisivi che rispondono alla domanda “Chi è stato?”, in riferimento ad un delitto. A risolvere il mistero c’è sempre un geniale detective in grado di mettere insieme tutti gli indizi e a svelare il colpevole, generalmente radunando tutti i sospettati prima dell’epilogo.           
Come sappiamo, questa tipologia di film sta vivendo un periodo particolarmente fiorente, specialmente grazie allo strabiliante successo ottenuto da Knives Out – Cena con delitto (2019), che si è distinto per originalità, suspense e un pizzico di comicità. Tuttavia, molti dei prodotti che ne hanno provato a ricalcare le orme sono risultati o troppo convenzionali – questo è il caso di Assassinio sul Nilo (2022) di Kenneth Branagh – o di una comicità eccessiva e snervante, come il recente Mistero a Saint-Tropez (2021) di Nicolas Benamou. 

Tom George e lo sceneggiatore Mark Chappell, per non cadere in questi errori, hanno voluto creare qualcosa di completamente nuovo e innovativo. Gli artisti, pur traendo ispirazione da un’opera dell’immortale Agatha Christie, hanno deciso di spostare la macchina da presa nel dietro le quinte: i protagonisti del film non sono i personaggi del romanzo Trappola per Topi ma gli attori che li interpretano nell’opera teatrale. Questa è l’idea davvero geniale che ha permesso ai creatori di prendere in prestito alcune idee della dama del mistero – anche attraverso omaggi e scene esilaranti – potendo tuttavia vantare la libertà di dare vita a dei personaggi completamente nuovi e a un delitto originale, il tutto condito da una adorabile simpatia e da un ritmo avvincente.

L’ambientazione in perfetto stile Wes Anderson e il duo Ronan-Rockwell lo rendono un film imperdibile

Omicidio nel West End recensione cinematographe.it

Omicidio nel West End è senz’altro pane per i denti degli amanti del cinema, siano essi appassionati di whodunit o meno. La pellicola infatti, oltre che un grande omaggio ad Agatha Christie, è anche una lettera d’amore per la settima arte, spesso diffusa attraverso le parole dell’agente Stalker, interpretata da Saoirse Ronan, solita citare le frasi più memorabili dei film che hanno fatto la storia. L’attrice irlandese – questa volta in un riuscitissimo, quanto atteso, ruolo comico – si incastra perfettamente con il ruvido personaggio interpretato dal grandioso Sam Rockwell, dando vita ad uno dei due comici più buffi e dolci che vedrete in questa stagione cinematografica.         
La sceneggiatura riserva qualche piccola sorpresa, dal cambio della voce narrante al ribaltamento di alcuni tropi classici del genere mistery. L’ambientazione è curata nei minimi dettagli – è stata girata nei veri teatri di Londra – ad è una meraviglia per gli occhi. Si percepisce l’ispirazione – o l’omaggio – allo stile di Wes Anderson, dalle simmetrie, ai colori pastello.      
Con una simpatia irresistibile e un cast stellare, Omicidio nel West End si prende gioco – con rispetto – della Londra altolocata del dopoguerra: tra pettegolezzi da backstage e misteri da risolvere in pieno stile Agatha Christie.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.7