Notte al museo 3 – il segreto del faraone: recensione

Difficile essere freddi ed impassibili davanti una delle ultime apparizioni sul grande schermo di Robin Williams, magistrale come sempre nell’intepretare il simpatico presidente Roosvelt, ma non possono passare inosservate le nefandenze e le mancanze di questo titolo. Notte la museo 3 è il capitolo finale del franchising di film iniziato nel 2007 che vede protagonista Ben Stiller nel ruolo di guardiano notturno del museo di storia di New York più “animato del mondo”. Grazie infatti ai poteri magici di una tavola egizia, al calare del sole ogni cose prende vita all’interno della struttura creando chiasso e simpatiche gag, almeno nel primo film. Già nel secondo capitolo si cominciava a respirare una’aria alquanto pesante, stantia e altamente noiosa mentre nel terzo ed ultimo capitolo il tono e le risate cadono per lasciare spazio alla noia e a qualche sbadiglio.

Notte al museo 3

La foto sull’autobus a Londra

Ben Stiller torna a indossare i panni del guardiano di musei più famoso del mondo. Questa volta, assieme ai suoi irruenti amici, dovrà sventare la terribile “piaga” che si sta abbattendo sulla tavola magica. Una coltre nera la sta pian piano svuotando del suo magico potere e sancirà la fine di ogni evento bizzarro nel museo. Per evitare la catastrofe imminente,i nostri amici dovranno trovare il padre di Ahkmenrah per domandargli come rivitalizzare la morente tavoletta. Il viaggio li porterà all’interno del British Museum animando anche qualsiasi cosa si trovi nelle vicinanze. La nuova conoscenza del gruppo è Sir Lancillotto, il prode cavaliere particolarmente attratto dai poteri della tavola.

Notte al museo 3

Inseguimento nel British Museum

La buona dose di risate e di originalità che aveva piacevolmente caratterizzato il primo episodio svanisce tristemente come neve al sole. L’eccessivo aridume del riso porta lo spettatore ad elevare pericolosamente l’asticella della noia. Trama eccessivamente scontata e banale, quasi forzato il finale, di una tristezza esagerata che compromette un po tutto il senso della pellicola. Il balletto finale lascia l’amaro in bocca perchè la vera perdita di questo film è Robin Williams, impossibile non rimanere attoniti nel guardare le ultime movenze di un genio del nostro tempo. Altamente deludente.

Giudizio Cinematographe

Regia - 1
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 2.2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 1.5
Emozione - 0.7

1.5

Voto Finale