Nightwatch – Il guardiano di notte: recensione

I remake delle pellicole di genere è una pratica entrata molto in voga nel mondo del cinema e Nightwatch – Il guardiano di notte, film del 1997 diretto da Ole Bornedal, rappresenta il classico caso che non fa eccezione. L’opera cinematografica rappresenta un remake statunitense del film danese Il guardiano di notte (Nattevagten) del 1994, anch’esso diretto da Bornedal. La storia vede come protagonista Martin, un giovane studente in legge che accetta, per guadagnare qualche soldo, un posto di guardiano notturno presso un obitorio. Allo stesso momento un serial killer terrorizza la città, uccidendo delle prostitute e i sospetti, per una serie di coincidenze, ricadranno sempre sul povero Martin.

Vi sono diversi motivi che possono spingere un regista a realizzare il remake di un suo film precedente. Una prima ragione la si può trovare nell’evoluzione tecnologica che ha spesso reso poco fruibili i film realizzati con la tecnologia precedente. Un altro motivo potrebbe essere che alcuni temi sono diventati accettabili quando in precedenza erano considerati passibili di censura, rendendo così possibile lo sviluppo del soggetto del film in modo compiuto.

Nightwatch - Il guardiano di notte

L’ispettore Cray e Martin

Andando ad analizzare Nightwatch – Il guardiano di notte da un punto di vista strutturale, possiamo dire che vi sono tanti punti a favore e tanti punti a sfavore. Fra i primi possiamo collocare la tendenza del film a presentarsi come un thriller mascherato da horror, con una sceneggiatura e una regia che riescono a offrire diversi momenti di forte inquietudine. Ogni singola parte dell’obitorio infatti viene ricostruita alla perfezione, creando nello spettatore un forte senso di tensione. Anche a livello dell’interpretazione possiamo dare una nota di merito a Ewan McGregor, mentre per quanto riguarda Nick Nolte si poteva fare molto di meglio. L’assassino in effetti, oltre a essere estremamente prevedibile, presenta anche una scarsa caratterizzazione che abbassa notevolmente il livello di interesse per la pellicola. Qualche piccolo accenno di inquietudine emerge da scene in cui il killer avvia le sue pratiche da folle omicida facendo uso di canzoni di genere popolare come It’s a Long, Long Way to Tipperary di Jack Judge ma è solo una piccola fiammella destinata a spegnersi col trascorrere dei secondi. Il finale è estremamente scontato e la storia viene in molti passaggi smontata e rimontata in modo molto confuso. Bisogna dire però che il film di Ole Bornedal fa uso di una fotografia e una colonna sonora cupa e fredda che riescono, nonostante i molti difetti della pellicola, a dare quel senso di brivido che dovrebbe caratterizzare le opere appartenenti a questo genere.

Nightwatch - il guardiano di notte

Martin riceve una chiamata dall’assassino

In conclusione possiamo dire che Nightwatch – Il guardiano di notte è un film altalenante, con tratti molto interessanti e molto ben curati a livello estetico ma, scavando più a fondo, emergono elementi che fanno perdere consistenza e rendono la storia poco stimolante e per certi versi noiosa. Il progetto di mescolare il thriller con l’horror è senza ombra di dubbio un ottimo tentativo ma in questo caso non bastano un paio di effetti visivi da brivido o alcune uccisioni a sangue freddo a rendere il remake di Borneal un capolavoro a tutti gli effetti. Nightwatch – Il guardiano di notte vede nel cast Ewan McGregor (Martin Bells), Patricia Arquette (Katherine), Josh Brolin (James Gallman), Lauren Graham (Marie), Nick Nolte (ispettore Thomas Cray), Brad Dourif (medico di guardia) John C. Reilly (vice ispettore Bill Davis). Il film è uscito nel 1997.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Sonoro - 2.5
Recitazione - 2
Emozione - 2.5

2.4