Moonfall: la recensione del film di Roland Emmerich

Un film apocalittico ambientato nello spazio con protagonisti Halle Berry, Patrick Wilson e John Bradley. Ineccepibile dal punto di vista estetico ma con una sceneggiatura deludente e che lascia molti dubbi.

Il regista tedesco Roland Emmerich torna dietro la macchina da presa con Moonfall, un film che dimostra di essere uno spettacolo per gli occhi, pur con qualche difetto in fase di sceneggiatura.

Solo pochi mesi fa Adam McKay ha conquistato il pubblico di Netflix con il suo Don’t Look Up, satira apocalittica in cui due astronomi cercano di convincere le classi politiche e i media riguardo l’imminente pericolo di un corpo celeste in rotta di collisione con la Terra. Secondo molti critici, la commedia simboleggia la negazione dei problemi legati alla crisi climatica da parte dei più importanti capi di Stato.
Una trama a grandi linee simile all’ultimo lavoro di Roland Emmerich (The Day After Tomorrow, Independence Day), Moonfall, dal 17 marzo 2022 nelle sale italiane con Italian International Film – Gruppo Lucisano in collaborazione con Rai Cinema. In questo caso i protagonisti – due astronauti – devono riparare ai danni creati da una classe politica negligente, che per anni ha insabbiato un grande segreto riguardante la missione lunare Apollo 11: la caduta della Luna sulla Terra nel 2022.

Moonfall: la trama del film apocalittico di Roland EmmerichMoonfall - Cinematographe.it

2012. Gli astronauti Jocinda “Jo”(Halle Berry) e Brian (Patrick Wilson) – in missione spaziale vicino alla Luna – sono testimoni di un evento misterioso: una strana forza oscura, che si muove come uno sciame, distrugge tutto ciò che si avvicina al suolo lunare. L’energia di questa materia oscura fa perdere i sensi a Jo e porta al fallimento della missione nonché alla morte di uno dei membri dell’equipaggio, grande amico di Brian. Quest’ultimo, una volta tornato sulla Terra sano e salvo insieme alla collega, viene incolpato di essere la causa dell’incidente e, per questo, licenziato.
2022. Sono trascorsi dieci anni da quell’avvenimento. Jo è diventata vice direttrice della NASA, mentre Brian ha perso il controllo sulla sua vita: la moglie lo ha lasciato, non ha un lavoro, non paga l’affitto e il figlio è stato arrestato per furto d’auto.

Parallelamente a queste due storyline, facciamo la conoscenza di un nuovo personaggio: KC (John Bradley, Il trono di Spade), un blogger geniale con la passione per le teorie complottiste, che per primo si accorge che la Luna è fuori dall’orbita e che i suoi detriti distruggeranno la Terra in pochi giorni.
Mentre il governo americano e i vertici della NASA vorrebbero porre fine al pericolo attraverso azioni più radicali e dannose per gran parte dell’umanità, Brian, Jo e KC escogitano un piano per tornare nello spazio e sconfiggere lo “sciame”, identificato come la causa dello slittamento della Luna fuori dall’orbita.

Il lato oscuro della Luna

Moonfall - Cinematographe.it

“È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti”. Sì, soprattutto i poveri spettatori, la cui pazienza viene messa a dura prova dal primo all’ultimo minuto della visione di Moonfall. Roland Emmerich è senz’altro un esperto di film apocalittici e le premesse del film riguardo le teorie del complotto potevano anche essere interessanti e suscitare curiosità. “Mi stai dicendo che la luna ha il più grande insabbiamento della storia?” chiede un’incredula Jo a Holdenfield, ex funzionario della Nasa, interpretato da Donald Sutherland. Il problema della pellicola – e del regista – è proprio la sua tendenza a prendersi troppo sul serio, portando avanti un tipo di narrazione che poteva andare bene forse trent’anni fa.

Si dice che una buona storia debba contenere almeno tre svolte importanti. Il film impone invece un cambio di direzione troppo frequentemente. Ci sono davvero troppi personaggi e troppi archi narrativi. Ma procediamo con ordine.

Moonfall - Cinematographe.it Jo è interpretata dall’attrice premio Oscar Halle Berry. La vice direttrice della NASA è intelligente, caparbia, una madre amorevole e unica donna in un ambiente di soli uomini. Il personaggio di Jo poteva essere una grande occasione per avere finalmente una donna protagonista di un film di fantascienza. Tuttavia, quella che doveva essere l’eroina della storia viene ben presto relegata al ruolo di spalla della controparte maschile. Jo non ha uno sviluppo psicologico nel corso della pellicola, non ha dei conflitti interiori e anche le sue relazioni personali sembrano forzate e creano molta confusione.

Brian (Patrick Wilson) è l’antieroe per eccellenza. A causa di un evento traumatico è diventato cinico e solitario. È un padre assente e la sua vita è un completo disastro. Un uomo che non sembra più avere dei valori per cui combattere ma che rinsavisce nel momento in cui l’umanità è in pericolo e lui è l’uomo giusto per salvarla. Siamo forse un po’ stanchi di vedere questa tipologia di eroe sullo schermo.

Ultimo membro del trio della salvezza è KC, un giovane il cui sogno è sempre stato quello di entrare nella NASA ma che, non avendo grandi possibilità economiche, non è riuscito a costruirsi il futuro che desiderava. Sarà proprio lui a rendersi conto del disastro imminente. KC è forse il personaggio più stereotipato del film. Ha avuto una vita molto difficile, non si sente mai all’altezza della situazione e inoltre bada da solo alla mamma malata di Alzheimer. Questo personaggio avrebbe avuto tanto da raccontare, incarnando le difficoltà economiche della classi più svantaggiate della popolazione, invece, viene dipinto come il classico nerd un po’ imbranato e confinato al ruolo di spalla comica.

Moonfall: un grande spettacolo visivo

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Ci sono molte altre scelte narrative all’interno di Moonfall che potrebbero far storcere il naso allo spettatore: l’umanità che invece di fare fronte comune rifiuta i valori della solidarietà per farsi la guerra, la sorprendente mancanza di ruoli femminili, la trama che chiede un impegno cerebrale costante. Quest’ultimo punto è probabilmente il più irritante. Ad appena venti minuti dalla fine del film, allo spettatore viene chiesto uno sforzo immenso per seguire il filo di una storia che si fa sempre più complessa, quando invece la narrazione avrebbe dovuto cullarlo dolcemente verso l’epilogo.

Parlando invece degli aspetti positivi della pellicola, non si possono non lodare gli effetti speciali, per i quali la produzione non ha badato a spese. Sia le scene nello spazio che quelle con protagonista la Luna che incombe sulla Terra sono infatti magnetiche e valgono il prezzo del biglietto. Anche gli effetti sonori sono molto  realistici.
Non sappiamo ancora come il pubblico accoglierà il film ma il regista Roland Emmerich ha rivelato la sua idea di proseguire la storia con altri due capitoli – realizzando quindi una trilogia – qualora il film abbia successo. Non ci resta allora che sperare che il regista accolga le critiche a braccia aperte e riparta da lì, per realizzare dei sequel meno dimenticabili dell’originale.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 4
Recitazione - 2.5
Sonoro - 4
Emozione - 1

2.5