Mon Crime – La colpevole sono io: recensione del film di François Ozon

Al cinema dal 30 marzo 2023 una commedia al femminile che con satira, umorismo e audacia veste le sorti di un giallo d'autore.

Mon Crime – La colpevole sono io è una commedia gialla corale; una sceneggiatura che, come sempre nello stile di François Ozon oltrepassa la scrittura e si espande in una “misura” irregolare, mai scontata. Presentata in Francia l’8 marzo, disponibile nelle sale italiane dal 30 marzo 2023, Mon Crime – La colpevole sono io può considerarsi il terzo e ultimo capitolo di una trilogia che, con 8 donne e un mistero e Potiche, completa una commedia d’inchiesta dai toni vellutati ed eleganti, tipici del noir francese.

Mon Crime – La colpevole sono io è un giallo d’autore nelle vesti di una commedia

Mon Crime - La colpevole sono io; Cinematographe.it

Mon Crime rientra nei canoni del grande cinema d’autore. Lo spazio e le infinite caratteristiche scenografiche determinano uno stile indubbiamente di gran pregio, in una commistione di impegno civile e leggerezza.  Personaggi che non trascurano alcuna sfumatura interpretativa e che interpretano i ruoli con una magistrale aderenza attoriale. Un giallo che si sfilaccia toccando le note esuberanti della France comedy senza mai trascurare l’impegno di proposta culturale.

La cura narrativa delle debolezze dell’essere umano

Mon Crime - La colpevole sono io; Cinematographe.it

Parigi, 1935: Madeleine è una giovanissima attrice in cerca del film che le porterà notorietà e fortuna, perfetta nella sua bellezza ma in conflitto con il mancato riconoscimento di un talento che non emerge. Invitata (finalmente) da un importante produttore cinematografico, si ritroverà accusata del suo omicidio. La trama confezionata nella leggerezza della commedia riscuote e afferra le miserie di un istinto maschile che domina quello femminile, affermando in modo effimero una potenza che si trasforma in una sorta di manipolazione. Un taglio che aggancia la violenza psicologica e fisica di corpo e anima nei confronti di una legittima vanità. Non ci sono propositi introspettivi se non argute affermazioni che adoperano lo strumento del cinismo e dell’ironia, concretizzando un documento filmografico con una chiara finalità socioculturale. Le due donne escono dal fallimento come provocatrici e vincitrici; rispecchiano il “gioco onesto” in rivolta contro la menzogna generata da un istinto padrone, maschilista e avido di potere. Il racconto prosegue, alternando in ogni singola scena i protagonisti, interpreti del Bene e del Male divisi da una linea sottilissima che a volte confonde.

L’astrattismo teatrale nelle pluralità cinematografiche

Il riscatto e il risentimento fanno da sfondo scenografico. La menzogna nella sua natura bruta diviene strumento e ostacolo nei confronti di chi chiede la parola per essere ascoltata. Fino a determinare, come in una scena pirandelliana, la resa e il dichiararsi colpevole.  Mon Crime, complessivamente è stato costruito come una performance che intreccia tempi cinematografici con tempi teatrali, sui palcoscenici di un tribunale luogo di espliciti sodalizi complici accuratamente romanzati. Una commedia che si riempie per una parte di personaggi esistenti, per l’altra di astrattismi moralistici e malpensanti che alitano contemporaneamente sul fallimento e sul successo: il primo con i suoi lati oscuri e irrisolti, il secondo, nelle vesti di un “biglietto” propagandistico pubblicitario che apre a molte proposte di lavoro per l’attrice e altrettanti casi da seguire per l’avvocato.

Il cinema della parola e l’estetica direttiva

Mon Crime - La colpevole sono io; Cinematographe.it

Mon Crime – La colpevole sono io è un film che tra i tempi di una sitcom, di estetiche color pastello e dinamiche noir, sottolinea la forza femminile in un ambiente privo di pluralità eque. Un’indagine che mette a nudo i vizi di un mondo costruito in dinamiche di scambio in luoghi ovattati dal lusso e dai vizi.

François Ozon presenta un film dalle grandi aspettative!
Il rapporto tra il regista e il cinema è ormai consolidato; negli ultimi anni si è affermato per la straordinaria prolificità grazie alla quale ha notevolmente perfezionato le sue tecniche e raffinato lo stile che maggiormente lo rappresenta. La sua estetica narrativa è quanto simile ad un saggio e ad un elaborato. Il suo talento è saper dare importanza al linguaggio, utilizzato non come intrattenitore ma come centralizzatore dell’intero film. Il cinema della parola che a Ozon è sempre stato caro, riadattandolo in un contesto tanto armonico quanto riflessivo e ultra-sentimentale. Il gioco del perdente senza nessuna elezione di alcun sconfitto, confermano anche in Mon – Crime, la corporeità concreta di una vita in movimento, senza escludere la dinamicità, la colpevolezza e l’irascibilità passionale e sessuale di un istinto che batte e che vive. Quella del regista è una vivacità di pensiero, registrata correttamente e portata sullo schermo.

Mon Crime – La colpevole sono io: un gioco di ruoli 

Mon Crime - La colpevole sono io; Cinematographe.it

A dare onore alla pellicola la presenza di un cast eccezionale, Isabelle Huppert, nelle vesti del vero assassino che conquista le scene finali, testimoniando la sua bravura dimostrata sin dai tempi de La pianista. La sua partecipazione, che per molti potrebbe essere secondaria, copre un ruolo a dir poco paradossale, il cattivo dei cattivi, solitario tra follia e fascino. Nadia Tereszkiewicz, nelle vesti della protagonista, dimostra, ancora una volta, la sua versatilità; dopo aver ricevuto il Premio Cesar come promessa femminile 2023, interpreta un personaggio che non le somiglia ma che rende in tutta l’irrequietezza e ricerca di libertà. Rebecca Marder, proclamata promessa del cinema nel lontano 2011, oggi è tra le interpreti più apprezzate del cinema d’autore, interpreta l’amica avvocato. Tra le due una simbiosi perfetta che sembra essere stata progettata su misura, una tale affabilità e ammirazione reciproca da far intendere che sia la rappresentazione di una storia reale nelle dimensioni tangibili del teatro. Tre volti che confezionano il ritorno della commedia al femminile, stravolgendo ruoli stereotipati e abbattendo la disuguaglianze. Sostenute da Fabrice Luchini, che porta in scena la “sapienza dello stupido”, impersonando un umorismo in equilibrio tra morale e arguta ironia.

Mon Crime – La colpevole sono io: il bentornato della commedia al femminile

 Mon Crime – La colpevole sono io è un film dinamico, esuberante, profondo, esplorativo e originale; una presa di coscienza che si rivolge, mai troppo seriamente, alle dinamiche inquinanti insidiate in una società viziata e che, con un pizzico di satira, propone un tema da sempre caro al regista come l’emancipazione femminile. Un film che non estrae i temi ponendoli su un tavolo di scommesse, ma che li affronta con la volontà di contribuire ad un cambiamento necessario.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.6