Mobile Suit Gundam. Thunderbolt – December Sky – Recensione

Dopo aver visto in anteprima "Mobile Suit Gundam. Thunderbolt - December Sky" eccovi la recensione di Cinematographe - Filmisnow...senza spoiler!

La Stagione degli Anime al Cinema, distribuita da Nexo Digital in collaborazione con Dynit, si è aperta quest’anno con Mobile Suit Gundam. Thunderbolt – December Sky. L’anime fa parte di una delle saghe più famose di questo genere, almeno per chi conosce qualcosa di animazione giapponese. Gundam è infatti una saga ideata da Yoshiyuki Tomino nell’ormai lontano 1979. Quest’ultimo capitolo della saga però presenta qualche differenza con i precedenti.

Durante la Guerra di un Anno la Federazione e il Principato di Zeon si ritrovano ancora opposti sul campo di battaglia. Quest’ultimo, in Mobile Suit Gundam. Thunderbolt – December Sky, si trova nel settore Thunderbolt. La guerra sembra infinita e gli effetti del conflitto si riversano su tutti i personaggi che vediamo sullo schermo.

Gundam è una saga ideata da Yoshiyuki Tomino nell’ormai lontano 1979. Quest’ultimo capitolo della saga però presenta qualche differenza con i precedenti.

A protagonisti della storia assurgono Io Fleming, pilota del’Esercito Federazione Terrestre e Daryl Lorentz, multilato di guerra e ora cecchino della Divisione Living Dead. I cecchini del Principato di Zeon sterminano i piloti avversari senza pietà, nascondendosi in mezzo ai detriti dell’ex Side 4. La città venne distrutta dallo stesso Principato che ora controlla la zona all’inizio della ribellione. La Federazione Terrestre sembra pronta davvero ad ogni cosa pur di riappropriarsi del settore Thunderbolt.

Ci troviamo lontani da campo di battaglia della saga classica. Quello che ci viene presentato è un esercito di disperati che ormai non sono in grado di fare altro che combattere. Anche i due personaggi femminili, le più coscienti delle sofferenze che il conflitto sta provocando, alla fine si reinseriscono in questo quadro. Io Fleming Daryl Lorentz vedono nella guerra lo loro unica possibilità di vivere ancora.

Il primo, figlio del sindaco dell’ormai distrutta Side 4, conserva dentro di sé solamente la rabbia. Sarà questo sentimento a renderlo del tutto spietato: quando durante una missione tutti i suoi superiori dell’Esercito della Federazione vengono uccisi, a lui spetterà la promozione. Il Mobile Suit Gundam sarà suo. Durante il suo primo giro di prova con l’armatura si ritroverà faccia a faccia con Daryl Lorentz. 

Quello che ci viene presentato è un esercito di disperati che ormai non sono in grado di fare altro che combattere. Anche i due personaggi femminili, le più coscienti delle sofferenze che il conflitto sta provocando, alla fine si reinseriscono in questo quadro.

Mobile Suit Gundam. Thunderbolt – December Sky, uscendo dai limiti della saga classica, ci presenta la follia della guerra in tutti i suoi aspetti. Il senso di colpa e la rabbia guidano Io Fleming verso la crudeltà, sprezzante del pericolo e della morte. Daryl Lorentz,  mutilato della gambe accetterebbe qualunque cosa pur di poter tornare a camminare e muoversi.

Gli effetti del conflitto si manifestano allo stesso modo sui due personaggi femminili, Claudia e la Dott.ssa Karla. Entrambe sono stanche, sfibrate dal conflitto. L’una per il suo ruolo di superiore: sulla sua coscienza pesano ormai troppe morti causate dai suoi ordini. La seconda, trattenuta nella divisione scientifica col ricatto, disprezza la disumanità della situazione. Nonostante queste sfumature bene percepibili nell’arco della storia presentata, i profili psicologici dei personaggi non sono troppo approfonditi. Le ragioni delle loro azioni e del loro modo di essere vengono motivate in maniera fugace e spesso insufficiente.

Interessante l’animazione che, con il giusto dosaggio di colore e oscurità riesce a far percepire gradevolmente la profondità spaziale dell’ambientazione. Degna di nota in questo lungometraggio è la colonna sonora. Le musiche spaziano dal jazz fino ad arrivare alla lirica di Giuseppe Verdi con La Forza del Destino (Atto IV, Pace, pace, Mio Dio). Un accompagnamento originale, che a volte stride volontariamente con le scene, e infine molto coinvolgente.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 4.5
Emozione - 4

3.6