RomaFF13 – Mia e il Leone Bianco: recensione del film di Gilles De Maistre

Mia e il Leone Bianco è un’opera intensamente coinvolgente, un prodotto estremamente potente e significativo.

Il pluripremiato regista Gilles de Maistre (noto per aver diretto il documentario Il primo respiro con Isabella Ferrari) debutta alla 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma con la tenera e quanto mai attuale storia di Mia e il Leone Bianco, su una sceneggiatura curata dallo stesso regista insieme a Prune de Maistre e William Davies.

Il trasferimento improvviso di Mia da Londra al Sudafrica è un vero e proprio shock per la piccola protagonista. Amici a cui ha dovuto dire addio, il dover abbandonare una scuola che le piaceva, e soprattutto le comodità di stare in una città al centro del mondo rispetto alla selvaggia e apparentemente ostile Africa rappresentano dei cambiamenti troppo importanti da chiedere a una bambina. Mia inizia a vedere la sua nuova sistemazione con una luce diversa quando, un giorno, un cucciolo di leone bianco nasce dall’allevamento di felini gestito dai genitori.

Gilles de Maistre cura un progetto ambizoso, durato ben tre anni, durante i quali la giovane protagonista e il leone hanno stretto realmente una speciale amicizia, crescendo insieme davanti alla macchina da presa. Un dramma familiare che funziona in ogni sua parte e che al tempo stesso vuole far aprire gli occhi sulla dura sorte attuale dei leoni in Africa. Nato con un’impostazione inizialmente documentaristica, Mia e il Leone Bianco si trasforma in un interessante film di finzione in cui non può passare inosservata la sorprendente e meravigliosa alchimia tra la protagonista umana e il leone bianco (nel film si chiama Charlie, ma il suo vero nome è Thor, proprio come il Dio del Tuono nordico).

Mia e il Leone Bianco: un’autenticità strabiliante data dall’affiatamento tra la protagonista e il leone

Mia e il Leone Bianco Cinematographe

Un film del genere, che richiede la presenza di un animale selvaggio, non è naturalmente tra i più semplici da realizzare. In questo caso sono stati fondamentali i consigli e il training dello zoologo esperto di leoni Kevin Richardson – che aveva lavorato precedentemente con De Maistre per il suo documentario L’uomo che sussurrava ai leoni. L’opera di De Maistre si costruisce proprio sull’autenticità e il legame straordinario tra i due personaggi principali. Un lavoro certosino che dopo tre anni ha dato vita a un prodotto estremamente potente e significativo.

L’attrice che interpreta Mia, Daniah De Villiers, cresce davanti all’obiettivo insieme a Thor (Charlie). Assistiamo a una vera e propria evoluzione concomitante: per tale motivo potrebbe anche ricordare il grandioso progetto portato a termine da Richard Linklater con Boyhood, osservando la crescita degli stessi personaggi in un arco temporale di 12 anni. Con Mia e il Leone Bianco ovviamente ci approcciamo a un periodo temporale più breve, ma pur sempre evidente e ben riuscito, soprattuto considerando che in questo caso entra in gioco anche il Re della Foresta.

Nonostante Daniah De Villiers abbia debuttato sul grande schermo proprio con questa pellicola, la giovane attrice offre una buona e convincente performance, probabilmente perché le sue emozioni e la sua esperienza vengono chiamate direttamente in causa, dopo aver trascorso tre anni insieme a Thor. Se il team creativo e lo stesso zoologo Richardson avessero deciso di prendere leoni diversi a vari stadi di vita per rappresentare le differenti età di Charlie, non si sarebbe venuta a creare quella connessione preziosa che ha permesso al film di essere il più veritiero possibile.

Mia e il Leone Bianco: un film tra dramma familiare e denuncia di una triste realtà africana

Mia e il Leone Bianco Cinematographe

La sceneggiatura curata a più mani da Maistre e Davies presenta una storia essenzialmente semplice, il cui filo conduttore è già stato esplorato più volte anche in precedenti film che trattano la stessa tematica (legame tra un essere umano e un animale). Tuttavia, il film conquista tutti proprio per la sua estrema sincerità e purezza: sfidiamo chiunque a non guardare teneramente l’evoluzione di Mia e Charlie e il dramma vissuto dalla protagonista. La colonna sonora contribuisce a far immedesimare ancora di più il pubblico, dando un maggiore spessore emotivo ad alcune scene cruciali.

Mia e il Leone Bianco è un’opera intensamente coinvolgente, che usa la storia di Mia e Charlie come strumento per mostrare una triste realtà legalizzata – oggi attuale più che mai – in Africa: la caccia ai leoni. Dramma familiare ed emotivo, ma anche una vera e propria denuncia “camuffata” di una pratica che in modo sconvolgente viene tutt’oggi approvata legalmente e che rischia di portare all’estinzione del Re della Foresta in poco meno di 20 anni.

Mia e il Leone Bianco uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 17 gennaio 2019.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4.5

3.8