Memory: recensione del film di Martin Campbell

Liam Neeson è un sicario con qualche problema di amnesia nel nuovo action/thriller diretto da Martin Campell Memory. Al cinema dal 15 settembre, con Guy Pearce e Monica Bellucci.

Ben oltre vent’anni fa, per la precisione nel lontano 2000, Guy Pearce era Leonard, un uomo affetto da una grave forma di amnesia, deciso a vendicare la moglie uccisa per mano di un misterioso assassino di cui non vi era rimasta alcuna traccia. Dislocato in una mente priva di coordinate temporali, così come la regia stessa di Christopher Nolan, costantemente frammentata in un puzzle di prima e dopo, di realtà e illusione, Memento ha dimostrato quanto l’assenza di ricordi possa rappresentare un punto di partenza e di arrivo di grande fascinazione, soprattutto nel genere thriller, tanto che oggi tende a ripresentarsi in varie forme, seppur non sempre come il risultato ottenuto da Nolan. Stavolta infatti è Liam Neeson ad ereditare da Pearce i resti di quell’indimenticato personaggio, interpretando per Memory, pellicola diretta da Martin Campbell, già regista di Vertical Limit, Lanterna Verde e Casino Royale, al cinema dal 15 settembre 2022, un sicario attempato affetto dai primi sintomi di Alzheimer, malattia che condivide col fratello maggiore, chiuso da anni una residenza per anziani.

Memory: la trama del nuovo (non memorabile) action/thriller con Liam Neeson

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Alex Lewis, così si chiama il killer a contratto, sta per abbandonarsi alla meritata ‘pensione’, ma l’arrivo inaspettato di un ultimo lavoro sta per cambiargli la vita. Il bersaglio è infatti una giovanissima messicana costretta dal padre alla prostituzione, figura da eliminare perché ora protetta dai federali, la cui task force capitanata dall’agente Vincent Serra (Guy Pearce) sta indagando su una spietata organizzazione di tratta di esseri umani, in particolare minori al confine fra Stati Uniti e Messico. Deciso a vendicarsi contro l’organizzazione che lo ha assoldato, per Lewis comincia un cammino di rivalsa e punizione, nel tentativo di scalare ed arrivare ai vertici della stessa struttura criminale, sulla quale troneggia indisturbata la magnate di El Paso Davana Sealman (Monica Bellucci).

Remake sul confine messicano

Remake a stelle e strisce del belga “Memory of a Killer” (titolo originale De zaak Alzheimer) di Erik Van Looy, a sua volta tratto dal libro omonimo di Jef Geeraerts, Memory tramuta le ambientazioni fiamminghe della pellicola da cui è tratto riplasmando su quel confine messicano, terra di addii, criminalità e dibattito politico, la sua location più confacente. Non sempre restituita con lo stesso realismo visto in Sicario o nel meno celebre Bordertown, poliziesco con Jennifer Lopez che indagava sulla sparizione di numerose donne proprio a El Paso, la frontiera del film di Campbell è piuttosto una ricostruzione, un allestimento scenico utile allo svolgimento dell’azione, meno al rimando palpabile allo spettatore del pericolo avvertito.

Memory si scorda di un dettaglio: raccontare come ci si sente a dimenticare

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A Nesson l’ormai non più arduo compito di tenere le redini di un thriller muscolare e arrabbiato, sfruttando, seppur con qualche linea di stanchezza, il suo volto corrugato da criminale implacabile; tuttavia stavolta umanizzato da una sorta di afflizione e patimento dovuta all’ormai inarrestabile progredire della malattia, che lo confonde e gli impedisce di ricordare dettagli e nozioni fondamentali al caso. A deludere proprio l’aspetto del vuoto mentale, accennato e non pienamente sfruttato da una sceneggiatura che non appaga del tutto la tensione e lo smarrimento avvertito dal protagonista, mentre decisamente più precisa si avverte la mano del regista Campbell, navigato da tempo nella coordinazione di scene adrenaliniche.

Meno raccontato ma paradossalmente più fascinoso è invece il personaggio di Guy Pearce, interprete carismatico in grado di generare sempre ottime performance, trascinando qui il suo storico Leonard per un ruolo puntuale e rigoroso quasi all’opposto. Pienamente inserito nel folto filone degli action/thriller, questo Memory non aggiunge granché al genere di riferimento, abbozzando la questione del Mexican border spargendo qua e là molto sangue e poco intrattenimento, dimostrandosi un film mediocre in cui la memoria e i suoi inganni rimangono estremamente collaterali invece di essere protagonisti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8