Mare Fuori 2: recensione finale della fiction in onda su Rai Due

Una serie che cerca barlumi di speranza, indaga e guida lo spettatore nelle vite dei ragazzi dell'IPM di Napoli: la seconda stagione di Mare Fuori.

Troppo poco forse si è parlato di Mare Fuori, la fiction prodotta da Rai Fiction e Picomedia per la regia di Milena Cocozza e Ivan Silvetrini andata in onda su Rai Due – che rispetto a Rai Uno galoppa sempre un passo avanti nel proporre prodotti più coraggiosi – e che alla prima stagione era stata guardata sotto la lente di un Gomorra in versione baby. Certamente la fiction non sposa l’ottica cruda e spietata di Gomorra, ma allo stesso tempo con questa seconda stagione conferma e allo stesso tempo mette nuovamente in discussione il bene e il male, senza fare della speranza la sua prima chiave di lettura.
Se Mare Fuori è stata per l’appunto una stagione di speranza nelle vite dei ragazzi protagonisti, non scevri da inciampi ed errori, che sembravano aver accumulato una manciata di speranza nella vita che ancora li attendeva là fuori, Mare Fuori 2 ci mostra la fragilità irreversibile con cui questi ragazzi, che si sentono irrimediabilmente segnati, scartati dal sistema a cui appartengono, devono fare i conti. Domare quella fragilità e l’eterna caduta che il suo peso comporta è il compito più difficile che gli viene richiesto alle soglie della maggiore età, molto più del tornare sulla strada del crimine.

Mare Fuori 2: la trama dell’ultima puntata della fiction in onda su Rai Due

Carmine (Massimiliano Caiazzo) ormai è ai minimi termini: la morte brutale di Nina (Greta Esposito) non riesce a dargli pace e continua a mandare a rotoli tutto il percorso di riscatto e di rivalsa che aveva portato avanti insieme a Filippo (Nicolas Maupas), che intanto si allontana sempre di più da Carmine. Il suo sacrificio per amicizia di trattenersi ulteriormente all’IPM di Napoli per sostenere l’amico in un momento tragico, gli è valso anche la perdita di Naditza (Valentina Romani), ormai decisa a tornare alla vita di sempre e a chiudere per sempre la loro storia d’amore.

Intanto mentre Pirucchio (Niccolò Galasso) rischia di essere ucciso da Carmine, che lo crede responsabile della morte di Nina, Edoardo (Matteo Paolillo) rischia di finire al carcere di Poggioreale e ha chiamato a sé chi potrebbe aiutarlo ad evitare il trasferimento e farlo scappare dall’Istituto. Insieme a lui vorrebbe cogliere l’occasione anche Totò (Antonio Orefice) che ha confessato di aver ucciso lui Nina per sbaglio: il suo obiettivo era colpire Carmine per vendicare definitivamente Ciro. Una verità che mette nuovamente in discussione tutte le procedure che Massimo (Carmine Recano) e Paola (Carolina Crescentini) avevano attuato per separare Carmen e il sospettato Pirucchio.

Mare Fuori 2: una stagione di riscatti e di nuovi inizi

Inizialmente Mare Fuori 2 si era presentata come una stagione risolutiva, che sembrava mettere al centro soprattutto l’evoluzione di Carmine e Filippo come singoli ma anche come amici. In effetti i primi sei episodi circa si muovono tutti in questa direzione, mentre si scopre qualcosa di più di Edoardo, che diventa per questa stagione  “l’antagonista” che prova a prendere il posto di Ciro. Scopriamo invece che questa stagione pur presentando a sorpresa il riscatto di alcuni personaggi, anche in maniera decisamente inaspettata come avviene nel caso di Pirucchio e anche dello stesso Carmine, in realtà nell’ultimo episodio pone delle basi salde e credibili per continuare in una terza stagione.

Mare Fuori 2 - Cinematographe.it

La morte di un personaggio come Ciro infatti resta sempre il principio, un movente silenzioso di tutti quei personaggi che costellano l’universo dell’occhio per occhio dente per dente, quel sistema a cui dichiaratamente un gruppo di ragazzi dell’IPM cerca di sottrarsi. Mare Fuori 2 per costruzione drammatica supera di gran lunga la prima stagione: ci sono scene emotivamente complesse che mettono in risalto il talento dei giovanissimi che portano avanti la serie, a cui è affidato un bagaglio emotivo molto più pesante di quello portato dagli adulti. In questa stagione in particolare spicca l’attenzione a non sottovalutare il ruolo degli educatori nelle carceri, la cui esperienza e la cui missione, che comporta una vera e propria dedizione al destino di queste anime macchiate e disorientate, può fare più di quanto ci si aspetti e di cui forse si racconta ancora troppo poco.

Siamo davanti ad una delle produzioni Rai notevoli e migliori degli ultimi anni, con un lessico televisivo completamente al servizio della storia e di vissuti emotivi così complessi da poter essere solo semplicemente raccontati: in Mare Fuori speranza e rassegnazione convivono, rendendo ogni storia credibile e realistica, senza ricorrere ad escamotage narrativi che alterino troppo la realtà o possano creare un’eccessiva empatia nei confronti di personaggi che sanno essere fragili quanto spietati, vittime adattate ad un mondo in cui sono nati e cresciuti, e da quale è difficile scappare. La musica resta uno dei tratti distintivi di questa fiction, seconda narrazione di fondo di questa serie che al suo secondo capitolo non delude le aspettative.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.3

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