Mamma Qui Comando Io: recensione del film di Federico Moccia

Il piccolo Francesco viene designato dal giudice della separazione dei genitori come l'affidatario della casa di famiglia mentre deve decidere con quale genitore stare

Mamma Qui Comando Io, in sala dal 14 settembre 2023, è il settimo film da regista di Federico Moccia, il discusso autore del libro cult Tre Metri Sopra il Cielo da cui fu tratto il film che lanciò Riccardo Scamarcio.

Daniela Virgilio, Simone Monteodoro, Maurizio Mattioli, Corinne Clery e Alessio Di Domenicantonio sono i protagonisti della storia di Filippo e Michela, marito e moglie in procinto di separarsi.
Il loro figlio è Francesco, un bimbo di nove anni che si ritrova a dover scegliere o capire con quale dei due genitori dovrà continuare a vivere, vista la sentenza del giudice con la quale si stabilisce che padre e madre dovranno alternarsi ogni lunedì nella propria casa affidata straordinariamente al figlio fino a che, anche con la valutazione e supervisione di un assistente sociale, le autorità decideranno a chi verrà affidato il piccolo.
Francesco, confortato dagli amici di scuola, si convince di essere il padrone di casa organizzando feste e facendo ricadere la colpa a cascata sui suoi genitori e sulle famiglie di provenienza.

Bimbo al comando in un film (poco) sentimentale

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Moccia ha iniziato raccontando, prima sulla pagina scritta e poi sullo schermo, il mondo degli adolescenti attraverso l’amore (Tre Metri Sopra Il Cielo) e la scuola (Amore 14 e Classe Mista 3° A), passando poi gradualmente al mondo universitario (Universitari – Molto Più che Amici) degli adulti (Scusa Ma Ti Voglio Sposare e Non C’è Più Campo), sempre con un occhio alle emozioni: insomma, una specie di percorso e di educazione sentimentale per vedere come cambiano i rapporti attraverso le varie fasi della vita.

Buone intenzioni, certo, ma che hanno lastricato la strada per l’inferno: un inferno, si intende, solo artistico, perché dal 2004 ad oggi niente è cambiato nello stile del Moccia regista e sceneggiatore, e dire che si partiva proprio dal livello zero.

Perché in questi film, e quindi in Mamma Qui Comando Io, non c’è un’idea di cinema che sia una, non c’è tentativo di sceneggiare la storia con la grammatica del mezzo, manca proprio la consapevolezza di utilizzare un medium che ha un suo linguaggio, una sua specificità, una sua autorevolezza.

Naufragio cinefilo

E questo senza scendere assolutamente nel merito delle vicende raccontate: perché qualora lo si volesse fare, la storia che racconta Mamma Qui Comando Io non solo è fastidiosa perché rabberciata mentre va avanti per situazioni trite e ritrite, ma anche addirittura pericolosa perché tratta un argomento delicatissimo e purtroppo oggi doloroso per tanti -le separazioni genitoriali e le ricadute emotive sui figli- banalizzandolo, usandolo per mettere in scena faccette e gag, solo a tratti ricordandosi della sostanza ma giusto il tempo di dare alla colonna sonora (creata appositamente per il film da Joseba Label già autrice di Baci Stellari per Valeria Marini -sic-) l’occasione per la nota malinconica.
Verrebbe da salvare, come spesso succede nei film di Moccia, alcuni attori: che lasciati a ruota libera sul set perché senza direzione, possono essere le uniche variabili positive.

Mamma Qui Comando Io: il trailer

Ma la Clery si adagia sullo stile da cinepanettone, e il povero Mattioli passa la sufficienza solo per la simpatia e il debito emotivo nei suoi confronti di veterano della commedia: gli altri sembrerebbero degli esordienti ma non lo sono, eppure vanno avanti leggendo un testo che non è loro, neanche troppo convinti –o forse non abbastanza capaci per dare sostanza a ruoli così stereotipati.
Insomma, un disastro annunciato verrebbe da dire: peccato che Mamma Qua Comando Io è l’ennesimo prevedibilissimo flop che va ad intasare sale cinematografiche già in una situazione devastante.

Mamma Qui Comando Io: valutazione e conclusione

Mamma Qui Comando Io è allora un film sbagliato, nei presupposti e nei risultati: regia, sceneggiatura, e musica non funzionano e il comparto tecnico naviga a vista.