Maboroshi: recensione dell’anime Netflix

Maboroshi è un film lento e inesorabile come lenti sono i tempi in cui vive Masamune...

È il 1991 in una piccola città del Giappone,  Masamune (Junya Enoki) e i suoi amici stanno tutti alzati fino a tardi a studiare quando c’è un’esplosione nella notte. L’acciaieria locale è in fiamme, le fiamme si alzano nell’aria. Una luce lampeggia e l’atmosfera si fa strana. Correndo fuori, vedono la fabbrica a fuoco, appaiono crepe nel cielo e il fumo proveniente dalla fabbrica non promette nulla di buono. Inizia così Maboroshi, l’anime di Mari Okada e dello studio MAPPA che entra nel catalogo Netflix il 15 gennaio 2024.

Maboroshi: tra esplosioni, ragazze selvagge e storie ricche di misteri

Il tempo si è fermato dopo l’esplosione dell’acciaieria e il quattordicenne Masamune vive assieme ai suoi amici bloccati in quell’eterno ripetersi delle sue giornate. Nella speranza che un giorno tutto torni alla normalità, la città stabilisce come regola che nulla debba essere cambiato e Masamune trascorre i suoi giorni in depressione. Un giorno, una misteriosa compagna di classe di Masamune, Mutsumi lo conduce in un altoforno dell’acciaieria, lì trova Itsumi, una ragazza che non può parlare e si comporta come un animale selvaggio. L’incontro di Masamune mette in crisi l’equilibrio. Il ragazzo inizia un viaggio difficile, complesso che mette in discussione ogni cosa e fa in modo che nessuno alla fine del film si troverà nella stessa condizione da cui tutto è cominciato. Itsumi, che non appartiene al loro mondo, e la sua stessa esistenza sembrano collegati agli strani eventi in corso nella loro città, sono il punto di congiunzione di ogni destino. In questa avventura Masamune non è da solo, c’è Mutsumi. Il loro incontro scatena un’impulsiva ondata d’amore, guidata dalle frustrazioni della loro esistenza quotidiana, mettendo in moto una serie di eventi che alterano drammaticamente il loro mondo.

Maboroshi è un film lento e inesorabile come lenti sono i tempi in cui vive Masamune, per sempre il ragazzo avrà quattordici anni, sarà impegnato ad andare a scuola, non crescerà mai, non troverà mai un lavoro né lascerà la piccola città. Gli anziani saranno anziani per sempre, alle prese con le attività quotidiane e incapaci persino di morire. Una donna incinta non vedrà mai nascere suo figlio, costretta per sempre a portarlo in grembo senza poterlo tenere tra le braccia. Nulla cambia. È inverno perpetuo. Nessuno si diploma, nessuno festeggia un compleanno. L’unica possibilità per loro è sperare che, continuando a vivere ogni giorno, tutto si rimetterà a posto.

Un gioco delicato e misterioso che narra grandi emozioni

Certo, l’eterno ripetersi della propria vita sfianca e infastidisce, è difficile alzarsi dal letto sapendo che nulla sarà diverso dal giorno prima ma è ancora più terrificante l’idea del cambiamento. Sebbene le loro vite siano oggettivamente infernali, sono anche sopportabili perché fanno restare in una comfort zone. Ma cosa succede quando le persone iniziano a superare la paura dell’ignoto e ad apportare cambiamenti alle loro vite statiche? Cosa succede a coloro che ottengono cose che avevano solo sognato e a coloro le cui ultime speranze sono state del tutto infrante? Queste sono solo alcune delle idee esplorate in questo film.

Si tratta di un gioco tenero e misterioso di piani, di tempi, di mondi, di persone che si passano la storia e si mostrano tra ieri e oggi, al centro ci sono i protagonisti di questo film toccante e profondo che discute sulla vita e sull’amore, sui sentimento e sul tempo. 

Maboroshi: conclusione e valutazione

Maboroshi è un racconto delicato, tenero in cui l’incidente iniziale che spariglia le carte, smuove i piani tra realtà e altro mondo, Masamune e gli altri sono bloccati in un imperituro inverno e ci si può chiedere perché ci si debba alzare se tutto è sempre uguale. Gli elementi fantastici del racconto di Maboroshi spingono i personaggi a giungere alle loro conclusioni sul valore della vita, è il modo in cui il film fornisce queste verità a renderlo interessante. Il film procede interrogandosi sui grandi temi, sviluppando i personaggi sempre di più, facendo capire allo spettatore quali siano i motivi e i rapporti tra le persone. Si mettono in campo emozioni intense e al tempo stesso grezze perché primigenie, ci sono anche gli elementi magici che tengono tutto insieme. La gioia sfocia nel dolore, che si fonde con la speranza, che fa nascere la paura, e così via. La felicità e la tristezza si fondono, a seconda di come percepiamo il mondo e Maboroshi è metafora della vita. Si intrecciano armoniosamente momenti profondi e personali, mix perfetto di emozioni e temi, si utilizza un escamotage surreale per immergersi profondamente nella natura umana.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3

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