Leggende Metropolitane: recensione del primo film di Stefano Meloncelli
Leggende metropolitane rilegge lo status della periferia, del contorno, esplicandola alla massima potenza.
“La morale la fa chi finge di sentirsi meglio. Chi si omologa ad una società spietata che alla fine dei conti non esiste. Se non nelle teste dei benpensanti che fingono di vivere il sogno di una vita appagante. Sono favole urbane dicevano.”
Leggende Metropolitane è il film d’esordio di Stefano Meloncelli. Uno stile che si delinea tra il grottesco, la volgarità commediale e un’intenzione, di fondo, ultra pop.
Leggende Metropolitane una favola urbana senza protagonisti
Tutto quello che socialmente non va è inserito in questo lungometraggio che marca fortemente il disagio degli ultimi, tra giornate di assoluta incompetenza che sfilano tra il baretto, la partita a scopa e la donna oggetto. Infastidisce? Abbastanza! Eppure è un’esatta scrittura di un luogo che confina con le conoscenze del sapere che stanno altrove e lontano e che non intercettano comunicazione e non assemblano questo “quieto” vivere di chi non ha osato e non si è distinto per intraprendenza di cambiamento e adattamento sociale.
Gigi è un falso invalido, Sandro un impiegato del comune, Chico un bidello con disagi profondi che condizionano le sue relazioni e il modo stesso con cui si approccia alla realtà misera che lo circonda, accettando completamente in quel contesto che sembra un carnevale e la fiera del chic.
A completare la narrativa di una faccenda filmografica sgradevole Giusy l’amica di sempre indaffarata a farsi bleffare dall’amore cercandolo nei posti dell’amore occasionale e dalla durata breve ed effimera; Tini, spacciatore extracomunitario che intercetta i problemi delle persone attraverso delle sedute terapeutiche al fine di consigliare la sostanza perfetta e in grado di anestetizzare la mente del degrado sussurrando delle regole Freudiane che questo disturbo se lo sarebbero evitato volentieri. Mario, ricco imprenditore in cerca del figlio perduto tra le tangenziali di un paesotto periferico. Proprio questo ragazzo e la sua ricerca saranno il filo conduttore dell’intero film, esplicazione di un linguaggio di bassa leva esercitato da uomini dalle prospettive ristrette e deliranti.
La zona, il quartiere, i cliché del perimetro senza alcuna prospettiva
Leggende metropolitane rilegge lo status della periferia, del contorno, esplicandola alla massima potenza senza esclusione di bruttezza e nefanda moralità. Una favola urbana che smantella le apparenze e devasta la ricchezza, seppur questa sia il tarlo dei “perdenti” e degli “insofferenti sociali”. Nello specifico è una narrativa che destina lo spettro perimetrale delle grandi città, nei fallimenti dell’adattamento di una modalità di vita che si appiccica esattamente ad una modalità d’essenza.
Leggende Metropolitane: valutazione e conclusione
Certo trovare un senso metaforico che differisca dal grottesco è complicato, ma Stefano Meloncelli, autore di tantissimi videoclip del mondo rap e trap, evidentemente non voleva altro se non realizzare un contenuto da piattaforma che non si spinge oltre. Molta attenzione la merita, invece, la colonna sonora, completamente originale e inedita. Curata dal producer Vince Giacalone e Davide Donghi. Alla realizzazione hanno partecipato Melo, Lanzkhan e Fem. Ma dentro non c’è solo rap o trap ma anche riferimenti rock e black music.
Da riconoscere a Leggende Metropolitane, è sicuramente la presenza di un racconto naturale e dettagliato della provincia, la convivenza tra l’evoluzione urbana e la staticità dell’appena fuori; Stefano Meloncelli, semplicemente ingrandisce la visione di un contesto dimenticato, sopraffatto, senza alcuna avanguardia, fedele alla matrice territoriale, tratteggiando il lusso del restare se stessi ed il disagio dell’inserimento del mondo che cammina, procede verso direzioni e longitudini terribilmente distanti.
Leggende Metropolitane, seppur affronta in maniera amatoriale e con un humor grossolano, in fin dei conti è quasi un documento dalla stilistica nera, una cronaca inossidabile del quartiere che concettualizza attraverso la definizione di zona che si esemplifica nella fedeltà di patria.
Leggende Metropolitane, primo lungometraggio di Stefano Meloncelli, è una produzione SnobLab a.c, disponibile dal 1° febbraio 2023 su Prime Video.