L’amour flou: Come separarsi e restare amici – recensione del film

Recensione di L'amour flou: Come separarsi e restare amici, film diretto, scritto e interpretato dalla coppia Romane Bohringer e Philippe Rebbot.

La separazione, si sa, è un fenomeno sempre più frequente nella società occidentale odierna, stretta tra la morsa di una crisi economica diffusa che non permette a tutti di mettere su famiglia quando vorrebbero, e di uno stile di vita che vede l’immaturità come religione, la spensieratezza come mantra… L’amour flou: Come separarsi e restare amici, diretto, scritto e interpretato dalla coppia Romane Bohringer e Philippe Rebbot, offre però allo spettatore un iter narrativo dove, tra risate e riflessioni, si propone con intelligenza come possa essere una separazione, come essa spesso voglia dire spogliare intelligentemente un rapporto di coppia da ciò che non esiste più, ma mantenere ciò che di bello e prezioso è sopravvissuto, mettendo da parte orgoglio e competitività.

Fatto ancora più straordinario, L‘amour flou è la messa in scena del vero divorzio di Bohringer e Rebbot, che per molto tempo sono stati sposati e la cui famiglia è essa stessa parte integrante dell’iter narrativo.

L’amour flou: Come separarsi e restare amici – tra vita reale e finzione

L’amour flou: Come separarsi e restare amici si regge sulle robustissime spalle dei due protagonisti, assolutamente agli estremi opposti in quanto a stile di recitazione e caratteristiche, con lui che sta sotto le righe e si erge a perfetto esempio dei 50enni Peter Pan che non accettano di dover crescere e prendersi le proprie responsabilità, aspettando che qualcun altro (o meglio qualcun altra) lo faccia al posto loro. Lei invece è la classica madre iperstressata, un po’ artista un po’ no, in perenne analisi psichiatrica, decisa su tutto e su niente, ma capace di aggrapparsi a ogni cosa che le ricordi che è viva, che le permetta di restare madre e di sentire che i 10 anni trascorsi con quell’uomo non sono stati buttati via o sperperati.

In mezzo, totem del tentativo domestico e strutturale (nel vero senso della parola) di sopravvivere al terremoto del tempo e dell’età che ha ucciso il loro sentimento, si erge la prole, i bambini, Rose e Raoul, piccolo tesoro che i due ex coniugi (un po’ matti, un po’ ancora legati a ciò che vi è stato) cercano in tutti i modi di accudire assieme, di far crescere nella felicità e nella spensieratezza.

L'amour flou: Come separarsi e restare amici cinematographe.it

Opera esibizionista o sincero esercizio artistico a tutto tondo, compenetrante, vero perché omaggio alla loro vita reale? Il dubbio sicuramente perdura per tutti i 97 minuti di questa commedia dissacrante, briosa ma mai banale, che getta una luce per una volta diversa e originale su cosa a volte sia in realtà una separazione: un atto di libertà e amore.

Di libertà perché permette a entrambi di ritornare ad essere ciò che sognavano e volevano essere, di amore perché mette al centro l’altro, quell’amore che vi era e che ora va rispettato in quanto atto di generosità e mai di egoismo. Un amore che è soprattutto verso quei figli che, troppo spesso, ancora oggi rimangono dilaniati da quelle coppie ormai mal-assortite che a colpi di affidamenti esclusivi li usano per farsi del male.

L’amour flou: Come separarsi e restare amici – un lieto fine troppo cercato, per un film onesto e genuino

Unica pecca di un film veramente interessante e originale, l’inseguire un happy-end un po’ troppo facile e di comodo, per quanto gradevole ai fini di elevare la condizione sentimentale a qualcosa di più della carnalità, sottolineandone il basarsi soprattutto su condivisione, esperienze e volontà di creare qualcosa assieme. Tuttavia è un difetto che gli si perdona facilmente, in virtù del brio, dell’umanissima sequenza di piccoli e non tanto piccoli personaggi che vi abitano, del difendere l’originalità come ancora di salvezza da una vita che anche nell’intimo scivola troppo spesso nello scontato e nello stantio.

Il non prendersi troppo sul serio, l’evitare di auto-celebrarsi e scadere nella vanità, nel già visto e già sentito, è un altro importante elemento che fa di L’amour flou: Come separarsi e restare amici un film sicuramente coerente, genuino, onesto nella sua sperimentazione.

L'amour flou: Come separarsi e restare amici cinematographe.it

Opera prima di grande sensibilità, con una sceneggiatura genuina ed eterogenea, L’amour flou: Come separarsi e restare amici deve molto anche alla fotografia di Bertrand Mouly e alle musiche di Frédéric Bures, Arnaud Fleurent-Didier e Sébastien Martel, che creano un universo a metà tra realismo e finzione dove, per una volta, la metropoli, i piccoli appartamenti afflitti dal sovrapprezzo diventano piccole isole felici.

Distribuito da Academy Two, L’amour flou: Come separarsi e restare amici è al cinema dal 29 agosto.

 

 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8