La Custode di mia sorella: recensione del film di Nick Cassavetes

La custode di mia sorella è un film del 2009 diretto da Nick Cassavetes e adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Jodi Picoult.

Kate Fitzgerald è una ragazzina innamorata della vita, ma che purtroppo deve fare i conti con la leucemia, diagnosticata a pochi anni di vita. A dover affrontare la malattia, però, non è solo Kate, ma anche tutta la sua famiglia: la madre Sara, ha abbandonato la sua carriera di avvocato per sua figlia, il papà Brian fa il pompiere e cerca di farsi forza per la sua famiglia, il fratello maggiore Jesse che ha abbandonato la scuola e, infine, Anna – la piccola della famiglia – nata in provetta per cercare di sottrarre sua sorella alla morte, con trasfusioni di sangue e trapianti.

La custode di mia sorella

La Custode di mia sorella è senza dubbio un film destinato a suscitare forti emozioni.

Il film si sviluppa su due filoni narrativi distinti ma che, con il passare dei minuti, si incontrano, continuando poi sulla stessa linea. Da una parte abbiamo la vicenda giudiziaria, con Anna che porta la sua famiglia in tribunale per ottenere l’emancipazione medica. Dall’altra parte abbiamo invece la malattia di Kate e la sua lotta.

Il film si alterna tra il presente e il passato, con flashback che ripercorrono l’intera vita della famiglia, dalla prima diagnosi della piccola Kate, passando poi per il concepimento in provetta di Anna, fino ad arrivare alle lunghe e tortuose terapie delle due sorelle.

Vengono portati alla luce moltissimi temi: la vita, la paura della morte, l’amore adolescenziale unito alla sofferenza. Un film che dà emozioni, tutto sostenuto da una bellissima colonna sonora, fatta di canzoni struggenti che inducono alle lacrime.

La Custode di mia sorella: recensione del film di Nick Cassavetes

La custode di mia sorella

È un pianto, questo, nato dalla visione dei tantissimi luoghi comuni sulla malattia, una macchina da guerra che abbatte chiunque ne sia afflitto. Quando poi ad avere il cancro è una ragazzina di quindici anni, allora non puoi rimanere indifferente, non puoi assolutamente volgere gli occhi altrove e fingere che tutto ciò non tocchi neanche un po’ il tuo cuore.

La custode di mia sorella non ci risparmia la visione della parte più dolorosa della malattia: vomito, sofferenza e sangue. Durante la visione è facile interrogarsi sul perché dei bambini dovrebbero soffrire in questo modo, e questi pensieri amplificano la tensione che si crea fin da subito.

La custode di mia sorella

In La custode di mia sorella entriamo nel vivo della storia fin da subito.

Scopriamo fin dai primi minuti le intenzioni della piccola Anna, assistiamo alla storia della malattia da una parte e della ribellione dall’altra attraverso i cambiamenti dei punti di vista e con le voci fuori campo dei vari personaggi, che ci raccontano quello che sta succedendo, proprio come in un romanzo corale.

I personaggi sono delineati bene, anche se un po’ stereotipati. Una meravigliosa Cameron Diaz rappresenta quella madre che abbandona se stessa per salvare sua figlia, che cerca di tenere tutto sotto controllo e salvare quei pochi pezzi rimasti della sua famiglia felice. Jason Patrick è invece un padre amorevole, quella figura genitoriale a cui i ragazzi si affidano. Un uomo mite e pacato, che acconsente a ciò che i suoi figli gli chiedono per evitare ulteriori problemi alla sua famiglia.

Infine abbiamo i tre figli, legati da un affetto indistruttibile. Jesse e Anna farebbero di tutto per la loro sorella malata e Kate si sente in colpa per aver rubato tutte le attenzioni dei loro genitori. In questo film emerge tutto ciò. Emergono le sofferenze e i rimpianti, ma anche la felicità, quello stato d’animo sempre più raro da trovare ma che, quando si presenta, si rivela anche più straziante di tutte le altre emozioni.

Cassavetes avrà anche ricreato un film zeppo di cliché, avrà anche cambiato molti elementi nella trasposizione cinematografica rispetto al romanzo, ma la cosa certa è che ha fatto comunque un buon lavoro, creando un film ancora oggi amato da molti e che fa piangere ed emozionare anche dopo averlo visto e rivisto.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 5

4.2