La cena perfetta: recensione della commedia culinaria con Salvatore Esposito

Cibo, amore e camorra. Sono gli ingredienti della commedia culinaria di Davide Minnella con protagonisti Salvatore Esposito e Greta Scarano.

Il 26 aprile 2022 arriva nelle sale italiane La cena perfetta, film diretto da Davide Minnella, con la sceneggiatura di Stefano Sardo, Giordana Mari, Gianluca Bernardini e Salvatore Esposito, a cui è affidato anche il ruolo di protagonista.
La pellicola – prodotta da Italian International Film, Gruppo Lucisano e distribuita da Vision Distribution – verrà proiettata al cinema come evento speciale unicamente nei giorni 26, 27 e 28 aprile 2022. Tra gli interpreti principali figurano Salvatore Esposito (Gomorra), Greta Scarano (Speravo de morì prima), Gianluca Fru (The Jackal), Gianfranco Gallo e Antonio Grosso.          
Preziosissima sul set la presenza della chef stellata Cristina Bowerman.

La cena perfetta: la trama del film con Salvatore Esposito

La cena perfetta: Recensione della commedia culinaria con Salvatore Esposito

Carmine (Salvatore Esposito) è un camorrista che odia fare il camorrista: il suo grande cuore gli impedisce infatti di portare avanti gli “affari” del padre, morto tragicamente anni prima. Considerato un incapace dal boss per cui lavora – Pasquale A’ Scimitarra (Gianfranco Gallo), vecchio amico di suo padre che, per dovere morale, l’ha preso sotto la sua ala – viene spedito a Roma da Napoli per gestire un ristorante utilizzato come copertura per riciclare denaro sporco.

Per spendere meno soldi possibili, il locale ha un solo dipendente, il giovane Rosario (Gianluca Fru), che non ha mai visto un fornello in vita sua e si occupa esclusivamente di acquistare e servire cibo surgelato.
Gli affari procedono senza particolari intoppi, finché un giorno non si presenta una cliente molto particolare, Consuelo (Greta Scarano), giovane e brillante chef che, disgustata dal cibo servito nel ristorante, va via infuriata minacciando di fare causa.
Carmine, rimasto attonito e disorientato, decide di ricontattare la donna, scoprendo così che il ristorante che ha presto in gestione era il suo. Consuelo ha sempre lavorato sodo e il suo sogno era quello di conquistare l’ambita stella Michelin, sogno andato in frantumi quando la sua cucina è stata stroncata dalla critica gastronomica per mancanza di “anima”; costretta alla chiusura, ha dovuto trovare lavoro come dipendente in un altro ristorante. Carmine, colpito dal talento e dalla tenacia della donna, decide di offrile il posto di chef all’interno delle sue cucine, per risollevare le sorti del locale.

Consuelo accetta ma alle sue regole: la brigata la decide lei, così come i fornitori, le spese e – ovviamente – il menù. Carmine, dapprima entusiasta, successivamente capisce di non poter far fronte a tutte quelle spese ma, dato che non vuole deludere Consuelo – per la quale comincia a provare un profondo sentimento -, coraggiosamente o stupidamente, decide di prendere in prestito i soldi che appartengono allo spietato boss. Il successo che rapidamente acquista il locale non passerà inosservato e Carmine dovrà fornire delle spiegazioni a Pasquale.

Un mix di generi che conquista

La cena perfetta ha una peculiarità. Nonostante la maggior parte delle linee narrative siano piuttosto prevedibili, il modo in cui gli eventi si manifestano e si risolvono lasciano comunque una certa dose di sorpresa allo spettatore.

La pellicola racchiude al suo interno elementi di diversi generi cinematografici: ha alcuni tratti della classica commedia – senza tuttavia mai cadere nel ridicolo – così come dei film romantici e d’azione. Ingredienti calibrati in modo molto simile allo stile utilizzato dai Manetti Bros. in Song’e Napule (2013) e Ammore e malavita (2017). Tuttavia, ne La cena perfetta le scene di azione sono molto più esigue per lasciare uno spazio maggiore al lato sentimentale e allo sviluppo psicologico del protagonista. Infatti, nonostante Carmine inizialmente si propone di aiutare Consuelo perché mosso da un sentimento amoroso, nel corso del film capisce che quel sogno in un certo senso diventa un po’ anche il suo. Per anni la sua vita è stata dettata da qualcun altro ma questa volta ha finalmente l’occasione di realizzare qualcosa a cui tiene davvero. È questo il tema portante dell’opera: se seconde occasioni.

Dunque, questa pellicola, nel suo essere così ibrida e flessibile, riesce a mettere d’accordo tutte le tipologie di pubblico.

La cena perfetta: l’amore per le proprie radici si manifesta attraverso il cibo

La cena perfetta: Recensione della commedia culinaria con Salvatore Esposito

Al di là del semplice intrattenimento, il film è anche un commovente omaggio alle proprie radici e all’importanza di tornare con la memoria ai nostri luoghi felici.    
Durante un’intima conversazione con Carmine, Consuelo, che ha origini argentine, gli confessa del rapporto difficile con la madre, che l’ha abbandonata quando era poco più che adolescente. Da quel giorno la protagonista non era più tornata con la mente ai ricordi della sua infanzia ma aprendosi con Carmine capisce cosa intendono i grandi critici quando scrivono che i suoi piatti mancano di anima e di calore. La donna ha bisogno di attingere ai suoi ricordi e ai sapori della sua infanzia per essere davvero una grande chef e trasmettere agli altri il suo amore per la cucina.

Al contrario, Carmine i ricordi della sua fanciullezza li ha sempre custoditi con amore e affetto. Sapendo di non avere il controllo sul suo presente e sul suo futuro, l’uomo attraverso il cibo torna indietro agli anni felici, quando sua nonna cucinava per lui piatti non canonicamente perfetti o da stella Michelin ma unici nel loro genere e in grado di trasmettere amore. Per questo motivo la sua pasta e patate e la pastiera napoletana conquistano tutti.

È importante anche il modo in cui il regista mostra la cura con cui Consuelo sceglie i prodotti per il suo ristorante, rigorosamente a chilometro zero e non provenienti da grandi catene.

Vedere o non vedere La cena perfetta?

Gli interpreti principali della storia giocano un ruolo cruciale nel dotare la pellicola di aspetti sentimentali ma allo stesso tempo comici. Salvatore Esposito riesce qui a mostrare il suo lato più tenero, in perfetta sintonia con quello invece più tosto e determinato di Greta Scarano, in uno dei suoi ruoli migliori. Gianluca Fru trova il suo spazio all’interno del film con momenti più leggeri e umoristici, così come Gianfranco Gallo, nel ruolo di un boss dalle mille sfaccettature sullo stile di un villain dei film Disney.  
D’altra parte c’è da dire che il film riserva poco spazio ai personaggi minori, come i membri della brigata di Greta, che rimangono ai margini della vicenda con pochissime battute.  

La cena perfetta è un film dal gusto inedito, un mix perfetto di generi incorniciati da una fotografia pulita e luminosa e da una colonna sonora che accompagna ma non sovrasta.