La Bella e la Bestia: recensione

La Bella e la Bestia è un film d’animazione del 1991, prodotto dalla Walt Disney e che si ispira all’omonima fiaba di Jeanne – Marie Leprince de Beaumont. Fu anche un significativo successo critico e commerciale poichè fu il primo film d’animazione in assoluto ad essere candidato al premio oscar come miglior film. La trama è ambientata in un piccolo paesino della Francia dove vive Belle, una giovane fanciulla che desidera una vita fuori dal villaggio. Una notte, il padre della ragazza si perde nel bosco e, per sfuggire ai lupi che lo inseguivano, si rifugia in un castello apparentemente abbandonato.

belle

Belle, in una scena del cartone

Qui però incontrera la Bestia che, inferocito dalla sua presenza, lo imprigiona senza alcuna pietà. Venuta a conoscenza di tale evento, Belle si dirige al castello dove propone alla Bestia di prendere il posto di suo padre come prigioniera e l’orribile essere accetta. All’inizio fra la ragazza e il mostro vi è un atteggiamento di assoluta diffidenza ma presto le cose cambieranno progressivamente, diventando grandi amici. Questo farà tremendamente ingelosire Gaston, un paesano innamorato di Belle, che cercherà di uccidere la Bestia pugnalandolo a tradimento. Un attimo prima che il mostro morisse, Belle dichiara il suo amore e riesce a rompere l’incantesimo che lo teneva imprigionato in quell’orrendo aspetto, facendolo tornare alla forma umana. Alla fine Belle e il suo principe danzano nella sala da ballo con la servitù che li guarda felici e commossi.

La bella e la bestia

I simpatici servitori del castello

Nonostante la favola originale venga attribuita spesso a Beaumont, molti esperti hanno notato delle somiglianze con dei racconti della Grecia antica quali Amore e Psiche, e L’asino d’Oro di Apuleio. L’uomo – mostro, inoltre, rappresenta una condizione umana dove l’estetica non c’entra assolutamente niente, ma fa riferimento alle “virtù” che lo caratterizzano che, in questo caso, sono la brutalità e l’egoismo. La favola inoltre può essere vista come una critica aperta ai matrimoni di convenienza fra giovani fanciulle e uomini molto più grandi di loro dove, nei tempi antichi, erano all’ordine del giorno ma, allo stesso tempo, esorta tali fanciulle a scavare all’interno del proprio sposo per far emergere il lato buono che si nasconde dietro l’apparenza della bestia.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.7
Sceneggiatura - 4.7
Fotografia - 4.7
Recitazione - 4.5
Sonoro - 5
Emozione - 4.7

4.7

Voto Finale