L’estate più calda: recensione del film di Matteo Pilati

Una rom-com un po' sui generis, che si lascia guardare con piacere pur non scommettendo fino in fondo su se stessa: L'estate più calda è il nuovo film di Matteo Pilati, in streaming su Prime Video.

Dopo aver conquistato una fetta di pubblico nazionale con il suo Maschile Singolare (2021), il regista Matteo Pilati fa ritorno allo schermo – in streaming sulla piattaforma digitale Prime Video – firmando L’estate più calda, una una rom-com dal taglio originale, che si presta a una visione improntata sulla leggerezza e la spensieratezza (e senza alcuna pretesa di essere la love story dell’anno nella produzione cinematografica del Belpaese), per una durata di circa 90 minuti.

Gianmarco Saurino
Nicole Damiani
L'estate più calda
recensione Cinematographe.it

La trama de L’estate più calda

In un paesino del ragusano, nella calda Sicilia, Lucia (Nicole Damiani) e l’amica Valentina (Alice Angelica) vivono la loro estate in famiglia, prima di tornare alla routine di sempre. Lucia è in coppia con Omar, mentre Valentina è in cerca di una storia d’amore: quest’ultima, infatti, si innamora a prima vista di un avvenente ragazzo incontrato in spiaggia che però scopre da subito essere in procinto di prendere i voti. Nicola (Gianmarco Saurino) è appena arrivato per il praticantato nella parrocchia di Don Carlo (Nino Frassica) e non sa che Lucia è pronta a portare decisamente scompiglio nella sua vita e a destabilizzare ogni sua certezza… Soprattutto in materia di castità.

Una regia fresca e una storia d’amore unconventional: il film di Pilati è questo – e anche qualcos’altro

Ci aveva già sorpreso con uno stile e un appeal di ultima generazione, brioso, poco patinato, più pop che mai: Con L’estate più calda, Pilati torna a convincere alla regia, dietro la macchina da presa, in questa commedia romantica in streaming su Prime dallo scorso 6 luglio.

Eppure, il film di Pilati non è solo – come a una prima occhiata può sembrare – una rom-com incentrata su una storia d’amore presumibilmente impossibile: il tema che già viene sottolineato nello stesso titolo, emerge qua e là nella sceneggiatura, con piacevole sorpresa di chi si è davvero reso conto che le estati ormai non sono più hot solo per via delle nuove avventure o dei ritorni di fiamma, ma lo sono soprattutto – e mica per scherzo! – a causa del famigerato ma più che mai reale cambiamento climatico.

Una sfumatura che si può cogliere come una sfida, eppure, non invisibile all’interno del lungometraggio. D’altra parte, il soggetto del film è senz’altro incentrato sulla tematica dell’amore e di come i sentimenti possano destabilizzare e decomprimere le certezze e le credenze di ciascuno di noi.

L'estate più calda
recensione Cinematographe.it

Si è sempre certi – o quasi – di ciò che si vuole diventare a un certo punto della vita, ma spesso l’incontro con una persona, dai connotati romantici, può mettere in dubbio persino la nostra stessa individualità: ecco perché L’estate più calda parla comunque, in un registro leggero che è quello della commedia, della potenza dei sentimenti, dello spettro delle emozioni umane e del sapersi a volte anche reinventare, trovando da soli la propria strada di fronte ai bivi che ci pone davanti la vita.

L’estate più calda: valutazione e conclusione

Un cast di giovani attori che però riescono a essere convincenti sullo schermo e a reggere la parte per tutta la durata del film, mostrando una chimica che non è da darsi scontata. Soundtrack che spaziano dal contemporaneo agli anni Novanta e una fotografia luminosa e ben studiata.

Pilati confeziona una nuova opera forse meno innovativa della prima, che poteva osare di più e andare un po’ oltre – soprattutto a livello di sceneggiatura – alcuni stereotipi reiterati dell’Italia del sud, ma che tuttavia si lascia guardare con piacere e non si lascia screditare facilmente.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8