L’Accademia Carrara – il museo riscoperto: recensione

Chiuso al pubblico dal 2008 fino a qualche mese fa per lavori di restauro, l’Accademia Carrara di Bergamo rappresenta uno dei musei simbolo del collezionismo italiano. Il regista Davide Ferrario ha voluto raccontare in L’Accademia Carrara – Il museo riscoperto la riapertura della pinacoteca, fornendo al pubblico un percorso cinematografico che segue i lavori dell’ultimo anno di chiusura e la riapertura al pubblico.

Il film non è un racconto puramente didascalico (sono pochi i momenti dedicati alla spiegazione) perché l’Arte è altro e il valore del film va oltre il raccontare “perché un quadro è bello”: Ferrario ha la capacità di farci entrare nel cuore pulsante dell’Accademia, raccontandoci la storia di chi l’ha vissuta da vicino, quadro dopo quadro, come l’ex custode, che ha vissuto più di quarant’anni dentro Carrara ed è riuscito a costruire un suo personale rapporto con le sale del museo, o la figlia, chiamata insieme al padre durante il lavoro di restauro.

L'Accademia Carrara

Ricollocamento di Ricordo di un dolore. Ritratto di Santina Negri dipinto di Pellizza da Volpedo

Come ci si approccia alla realizzazione di un film-documentario come L’Accademia Carrara? Il regista spiega: “Per me, da sempre, fare cinema significa cercare. Non parto mai dalla dimostrazione di una tesi. Qui avevamo un luogo, dei capolavori e anche tutto il processo materiale di allestimento. Ho provato a seguire queste tre piste, portando a casa più riprese che potevo, per poi trovare un bandolo nel montaggio. Ma non mi sono limitato a seguire quello che accadeva: ho anche realizzato delle sequenze di vera e propria messa in scena. Penso che per parlare dei quadri non puoi limitarti a riprenderli e poi fare parlare qualche academico che ne spiega la storia e l’importanza. Non è lì che sta la vita di un’opera d’arte”.

Abbiamo davanti a noi 600 dipinti, tra i quali spiccano quelli di Raffaello, Mantegna, Bellini e Botticelli, oltre a una delle maggiori tradizioni italiane di ritrattistica. E il documentario di Ferrari va proprio in questa direzione, prendendo in esame come cambia la percezione artistica del ritratto dal Rinascimento agli inizio del Novecento.

L'Accademia Carrara

Ritratto della Contessa Anastasia di Giovanni Carnovali (detto Piccio)

Un ulteriore arricchimento alla poetica visione registica dell’Accademia Carrara è rappresentato dagli interventi dello storico dell’arte Giovanni Romano, responsabile del nuovo ordinamento dei dipinti all’interno del museo, e l’antropologo inglese Desmond Morris, che ci spiega per quale motivo l’uomo, fin dalla preistoria, crea immagini dipinte.

L’Accademia Carrara: Davide Ferrario utilizza l’Arte per parlarci d’Arte nella sequenza di Ferretti

Ferrario ci fa immergere fin dalle prime immagini in un viaggio visionario tra la realtà e la finzione, come dimostra la sovrapposizione dei dipinti ai luoghi di Bergamo. E fa di più: utilizza l’Arte per parlare d’arte, travolgendoci con una sequenza potente che vede come protagonista Giovanni Lindo Ferretti, ex cantante e autore di CCCP e CSI, accompagnato dal vivo da Gianni Maroccolo e Paolo Simonazzi. Questa è la punta di diamante di Accademia Carrara, che racchiude il proprio messaggio nel testo di Vasilij Grossmann sulla straordinaria bellezza eterna e piena di umanità della Madonna.

L'Accademia Carrara

Madonna con bambino di Mantegna

Non perdetevi questo meraviglioso viaggio emotivo, in sala il 9 e il 10 dicembre e distribuito da Nexo Digital, per scoprire o riscoprire Carrara, il valore dell’umanità che si cela dietro lo sguardo di una Madonna con bambino, il genio di saper dipingere un sentimento nascosto dietro una posa e, cosa importante, il nostro bisogno di Arte e di Bellezza.

Documentari

Regia - 4.2
Fotografia - 4.2
Sonoro - 4
Emozione - 4.2

4.2