L.A. Confidential: recensione del film di Curtis Hanson con Kevin Spacey

Gioia, rabbia, cinismo, paura, stupore, vergogna, ribrezzo, attrazione, inganno, vendetta, rivalsa, amore: chiudete gli occhi e puntate il dito su una delle parole elencate, e siate pur certi di riuscire a rintracciarla durante la visione di L.A. Confidential.

Sceneggiato magistralmente da Brian Helgeland (Mystic river, Legend), diretto da Curtis Hanson (8 Mile, Le regole del gioco – scomparso lo scorso 20 settembre, 4 anni dopo aver scoperto di essere affetto da Alzheimer) e datato 1997; è un intrigante e subdolo viaggio nelle catacombe dove si nascondono i più terribili segreti della nostra società.

Quelli di cui è meglio non ricordare e sui quali è sempre meglio stare “Zitti, zitti!”; come consiglia il titolo della testata giornalistica di Sid Hudgens (Danny De Vito), lo spregiudicato cronista d’assalto nonché straordinario narratore intradiegetico delle vicende narrate in L.A. Confidential.

L.A. Confidential

Il film svela i segreti della sezione omicidi di una Los Angeles all’inizio della seconda metà del secolo scorso. La narrazione deflagra in molteplici ed intricate direzioni nel momento in cui alcuni detenuti messicani vengono malmenati da più agenti, la notte di Natale del 1951.

L.A. Confidential: realtà e finzione scenica si fondono in un torbido immaginario con un fascino straordinario

Il sergente Dick Stensland (Graham Beckel) viene licenziato in quanto responsabile dello spiacevole evento. Di lì a poco, tra i corpi massacrati nel retro di un locale chiamato Nite Owl, sarà presente anche il suo.

I tre poliziotti protagonisti di una storia destinata a restare tra le più avvincenti della storia del cinema sono  Jack Vincennes (Kevin Spacey), Bud White (Russell Crowe) e Ed Exley (Guy Pearce): tre personalità diverse, con metodi di lavoro totalmente differenti e che si ritrovano ad indagare su fatti che sembrano essere più grandi di loro per conto del capitano Smith (James Cromwell)

L.A. Confidential

Se Jack è molto diplomatico ed accorto ai rapporti col suo amico cronista col quale spesso collabora (senza contare il suo apporto alla serie televisiva Lampi di gloria), Bud è molto più istintivo e violento, anche a dispetto di un Ed decisamente razionale e meditativo.

Tra le vittime di quella notte si scoprirà esserci anche una ragazza che lavora come escort per un magnate del settore che trasforma le donne che utilizza come merce in sosia delle dive hollywoodiane più amate. Una di loro si chiama Lynn Bracken (una mozzafiato Kim Basinger in stato di grazia), nonché sosia di Veronica Lake. Vi lasceremo scoprire chi per primo si innamorerà di lei, nonostante il suo status sociale.

L.A. Confidential

L.A. Confidential è tratto dall’omonimo romanzo di James Ellroy che, a sua volta, riprende fatti realmente accaduti la notte del 25 Dicembre del ’51, passato alla storia col nome di Natale di sangue.

Trame e sottotrame tessono la tela di un film studiato e creato ad hoc per svegliare nello spettatore la sua parte più indignata e, contemporaneamente anche quella più timorosa: L.A. Confidential vanta il Premio Oscar come Miglior Sceneggiatura del 1998 ed ha regalato la stessa onorificenza anche a Kim Basinger per il suo ruolo da non protagonista; senza contare le altre 7 Nomination tra cui quella a Miglior Film ed a Miglior Regia.

Un gioiello di scrittura, con interpretazioni impossibili da non rintracciare come modello per più e più pellicole dello stesso genere e con la perfetta costruzione di una suspance degna dei paragoni più illustri, L.A. Confidential è uno dei capolavori meglio riusciti negli ultimi 25 anni ma voi non spargete troppo la voce… “Zitti, zitti. Molto ufficiosamente. Resti tra di noi.” perché “questa è la Città degli Angeli e voi non avete ancora le ali”.

 

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.9