Karma – L’espiazione: recensione

Recensire pellicole non è mai compito facile, ci si addentra all’interno di un universo fatto di emozioni ma anche di gusti personali e di film visti che tornano alla mente.
Il mondo del cinema indipendente poi, è un concetto astratto totalmente a parte: come disse William Friedkin in un’intervista rilasciata proprio alla nostra testata qualche tempo fa «i giovani filmaker hanno una fortuna che a noi non è stata data. Internet è il futuro, basta possedere o affittare una videocamera, avere una piccola idea in testa, girare il film. Tutto ciò che viene dopo è un montaggio casalingo e la possibilità di fare arrivare la pellicola ovunque a livello mondiale grazie al web.»
Ciò che disse è vero: internet regala numerose possibilità ma può essere anche un’arma a doppio taglio se utilizzata in larga misura sponsorizzando un prodotto e spacciandoloal grande pubblico per ciò che in realtà non è; questo è il caso di Karma – L’espiazione pellicola di esordio di Alessandro Antonaci e Stefano Mandalà con un cast di giovani attori torinesi.

Karma – L’espiazione: la pellicola d’esordio di Alessandro Antonaci e Stefano Mandalà è un lavoro coraggioso, ma non nel senso sperato

karma l'espiazione locandina

Un gruppo di amici di vecchia data si ritrova per passare un weekend in montagna; le confessioni, i tradimenti e il passato dei protagonisti metteranno a dura prova il loro legame e la loro sopravvivenza.

La prima domanda che come spettatori dobbiamo porci è: Karma – L’espiazione è un film coraggioso? Sì, lo è. Ma in un modo totalmente diverso a quel che si può pensare. L’opera prima di Antonaci e Mandalà è un concentrato di accozzaglie narrative, un progetto che nasce come corto, si sviluppa successivamente come medio per poi diventare il lungometraggio che abbiamo visto. I buchi all’interno della sceneggiatura si vedono e molte cose non hanno senso, non vengono narrate adeguatamente, hanno spazi ristretti per il numero di personaggi che appare su schermo.
Ma attenzione, è proprio grazie ad alcuni attori del cast che il prodotto riceve qualche punto in più, nonostante ci sia un dislivello recitativo enorme tra le prestazioni: frasi che non si comprendono, recitazione approssimativa e non caratterizzata probabilmente penalizzata anche da una color correction e una fotografia che non aiuta.
In molte scene di Karma – L’espiazione, infatti, gli attori appaiono su schermo totalmente sovraesposti in viso oppure totalmente in ombra, cosa che, unita all’incomprensibilità di alcune battute, non aiuta assolutamente dal punto di vista recitativo in quanto i visi non sono mai pienamente visibili, scelta che poteva funzionare se ci fossimo trovati davanti ad un radio-dramma basato solo su un cast vocale, ma così non è.
Dal punto di vista della regia alcune scelte potevano sembrare azzeccate ma unite all’allungamento del brodo si perdono totalmente in un mare di stili e tecniche senza un filo logico; ciò vuol dire che Karma – L’espiazione come cortometraggio indipendente (visto anche il basso budget a disposizione) poteva funzionare e dire la sua ma, per un prodotto simile che viene spacciato come un film con distribuzione nazionale, i punti si perdono e gli sbadigli si moltiplicano.
Molto belle le musiche di Christian Sensini e accattivanti le grafiche dei titoli di testa e i pochi effetti speciali in CGI, elementi a rappresentanza del fatto che, se fosse rimasto nel cinema underground indipendente da cui il cinema italiano e mondiale sforna ogni giorno un notevole numero di prodotti, avrebbe potuto tranquillamente dire la sua, ma spacciato come lungometraggio da sala, purtroppo, non funziona.
Karma – L’espiazione presenta un finale aperto, con la promessa di ricevere numerose informazioni sui protagonisti e la chiusura delle storie nei successivi due capitoli della trilogia, domande che avranno risposta se sarete abbastanza interessati nel proseguire la visione di questa avventura horror.

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Regia - 0.5
Sceneggiatura - 0.5
Fotografia - 0.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 0.5

1.2