June & John: recensione del film di Luc Besson
Pellicola d'apertura del MFF 2025 che segna un ritorno alle origini per il regista francese.
June & John, film d’apertura del Milano Film Fest 2025, segna un ritorno alle origini per Luc Besson, sia stilisticamente che concettualmente. La pellicola, girata in segreto e senza autorizzazioni durante il lockdown del 2020, con un budget ridotto e utilizzando un iPhone, risulta intima e audace. La scelta tecnica conferisce al film un’estetica cruda e immersiva, lontana dalle produzioni hollywoodiane patinate e richiama le prime sperimentazioni del regista, così libere e viscerali.
La trama segue John, un uomo contemporaneo, intrappolato in una routine monotona, la cui vita cambia radicalmente quando incontra June, una donna vivace e misteriosa. Insieme, intraprendono un’avventura emozionante, tra passione e rischio.
Il film esplora temi universali come l’amore, la libertà e la ricerca di sé. La relazione tra John e June sfida le convenzioni sociali, mettendo in luce la tensione tra desiderio e moralità. Besson, con il suo stile distintivo, racconta una storia di riscatto e trasformazione, dove l’amore diventa forza propulsiva per affrontare le sfide della vita .
La regia intima ed immediata di June & John attraverso un iPhone

In June & John, la scelta di utilizzare un dispositivo quotidiano come l’iPhone per la realizzazione del film conferisce un’immediatezza e un’intimità che rispecchiano la spontaneità e l’urgenza del periodo pandemico. Le inquadrature ravvicinate e i colori saturi amplificano l’emotività dei protagonisti, creando un legame diretto con lo spettatore.
La fotografia, curata da Tobias Deml, pur essendo meno raffinata rispetto ai lavori precedenti, riesce a catturare l’essenza dei momenti più intensi, conferendo al film un’atmosfera, talvolta sporca, ma autentica. I volti dei protagonisti — in particolare quello di June, sono costantemente incorniciati — diventando paesaggi emotivi mutevoli, riflettendo una sensibilità che richiama le riprese intime e pulsanti della Nouvelle Vague.
Sfruttando al massimo le potenzialità dell’iPhone, si creano immagini vibranti e dinamiche che ricordano inevitabilmente l’estetica del Cinéma du look, movimento di cui Besson è stato una figura centrale e che si caratterizza per uno stile visivo ricercato, influenzato dalla pubblicità e dai videoclip musicali, e per una narrazione che privilegia l’immagine alla trama.
Anche la sceneggiatura è coerente con lo spirito sperimentale del film: diretta, a tratti poetica, ma anche acerba e non sempre approfondita. É più un bozzetto emozionale che una costruzione narrativa complessa, e proprio in questa sua imperfezione si avverte sia il limite che il fascino del film.
June & John: la storia del cinema

I protagonisti, interpretati da Matilda Price e Luke Stanton Eddy, offrono performance fresche e naturali. La loro chimica sullo schermo è palpabile, rendendo credibile la trasformazione di John da uomo ordinario a complice in una storia d’amore fuori dagli schemi. June, con la sua personalità carismatica e imprevedibile, funge da catalizzatore per il cambiamento di John, spingendolo a sfidare le proprie convenzioni morali .
Il film è ricco di citazioni e omaggi a capolavori del cinema, in particolare a film come Bonnie & Clyde, True Romance, Pulp Fiction e Thelma & Louise. Questi riferimenti non sono meri esercizi di stile, ma elementi che arricchiscono la narrazione, conferendo profondità e contesto alla storia d’amore tra John e June. La presenza di sequenze d’azione, come inseguimenti in elicottero e rapine in banca, richiama l’energia e la tensione di questi film, mentre la relazione tra i protagonisti evoca le dinamiche di coppie iconiche del cinema. Il personaggio di June, del resto, ricorda tantissimo la Catherine di Jules e Jim (e probabilmente è la stessa assonanza del titolo a sussurrarcelo).
Inoltre la colonna sonora di June & John arricchisce ulteriormente l’esperienza cinematografica. Brani come “Osez Joséphine” di Alain Bashung e “Don’t Make Me Over” di Dionne Warwick accompagnano le sequenze, aggiungendo profondità emotiva e sottolineando i temi di passione e ribellione presenti nel film .
June e John: valutazione e conclusione

June & John non è solo una storia d’amore; è anche un atto di fede nel cinema. Besson sembra voler dimostrare che il dispositivo tecnico è irrilevante se c’è urgenza poetica. In questo senso, il film si pone accanto ad altri esperimenti contemporanei girati con mezzi e budget minimi, ma con una consapevolezza autoriale unica, che affonda le radici nel cinema francese del dopoguerra e nei movimenti degli anni ‘90.
In definitiva, June & John è un’opera che sorprende per sincerità e profondità. Non perfetta — a tratti volutamente acerba e scomposta — ma proprio per questo autentica. Il film si inserisce in una tradizione cinematografica che celebra l’immagine, la passione e l’innovazione, confermando Besson come uno dei registi più audaci e visionari del panorama cinematografico contemporaneo. Un Besson che torna a parlare con pancia e cuore, e con la cinefilia di chi ha amato Jules et Jim, Pierrot le fou, e il sogno impossibile di vivere e amare senza confini.