Josep: recensione del film di Aurel sul fumettista e rivoluzionario catalano

Josep è un film potente, dove l'animazione si fa più reale del reale e cattura gli occhi e il cuore.

Disegni e parole, suoni ed emozioni si mescolano nell’intimo e feroce Josep di Aurel. Il film è un omaggio ad un artista, un rivoluzionario e soprattutto un uomo le cui opere sono rimaste celate ai più. La sua è una storia di resilienza, lotta ed estro creativo, laddove il disegno, la caricatura, si è trasformato in un modo per affrontare i dolori del passato. Josep Bartolì è una di quelle figure che la storia ha lasciato ai margini, perché facente parte di un periodo controverso della storia francese e spagnola. Stiamo parlando della Guerra civile spagnola e la conseguente fuga in Francia, luogo che per i reduci repubblicani divenne una prigione.

Quale modo, allora, di raccontare una vita del genere, se non attraverso l’animazione. Lo stile e la forma restituiscono tutto il peso del periodo nel campo di concentramento e in seguito la libertà in Messico al fianco di Frida Kahlo. Il regista Aurel, qui alla sua opera prima, riesce a trovare il giusto baricentro del racconto, senza piegarsi a banali volontà di mercato. Crea la sua storia al fianco dello sceneggiatore Jean-Louis Milesi e della cantante spagnola Silvia Perez Cruz. Armonia, forse è questo il termine che meglio esprime Josep, una complicità intima tra le varie componenti del racconto. Il film doveva essere presentato al Festival di Cannes 2020, ma per via della pandemia dovette cambiare distribuzione, venendo così proiettato all’Annecy International Animation Film Festival e infine nelle sale francesi il 30 settembre. A distanza di quasi un anno l’opera di Aurel arriva in Italia, dove verrà proiettato dal 30 agosto 2021 nei cinema nostrani.

Josep, l’intima e armoniosa opera prima di Aurel

Josep - Cinematographe.it

Siamo nel febbraio del 1939, i repubblicani spagnoli hanno perso la guerra civile contro Franco e si dirigono in Francia in cerca di salvezza. Qui, però, troveranno la milizia ad attenderli per poi confinarli in campi di concentramento al limite della sopravvivenza. Tra questi rifugiati troviamo anche Josep Bartolì, illustratore in lotta con il regime franchista. Il film racconta la profonda amicizia che si instaura tra l’artista e una delle guardie, Serge. Tra passato e presente facciamo la conoscenza di questi due uomini separati da una linea di filo spinato. Josep è infatti raccontato da un anziano Serge, un narratore a volte inaffidabile, che illustra al giovane nipote la sua vita ai tempi della guerra. Il suo cuore è rivolto a Josep, al rivoluzionario armato di carta e penna.

Gli orrori di quella prigionia si mescolano a sorrisi e abbracci, un’altalena di emozioni che vengono restituite attraverso le immagini animate, e ai veri disegni dello stesso Bartolì. La realtà di tramuta in fantasia e viceversa, i volti dei carnefici diventano maschere grottesche della loro anima. Il corpo si fa quindi specchio del cuore, e i demoni fuoriescono dalla trincea armati di baionette e divise sporche di sangue. I peccati del passato ricrescono come l’erbaccia che rispunta dal pavimento. La puoi rimuovere, nascondere, sopprimere, ma prima o poi ricrescerà. Come l’erba, anche la storia soppressa riaffiora dalla terra. Josep è sì un omaggio all’uomo, ma anche alla lotta che quell’uomo ha portato avanti. Da un continente all’altro, il film passa dal grigio ai colori pieni, sgargianti. È una storia d’amicizia, d’amore e di molto altro.

Quando l’animazione si fa realtà tangibile

Josep - Cinematographe.it

“Fai delle caricature perché quello che hai visto, quello che conservi nella memoria, ti fa paura” dice Frida Kahlo al nostro Josep. Il disegno è diventato, per l’artista, è un modo per affrontare le atrocità del passato, elaborarle attraverso una fervida immaginazione e grande talento. Il bianco e nero viene sostituito dal colore solo alla fine dei suoi anni, quando quel dolore era stato metabolizzato. Se da una parte il film lo abbiamo definito armonioso, dall’altra si può riscontrare una certa profondità, intesa che caratterizzazione dei personaggi. Quest’ultimi, per quanto disegni, sono tridimensionali, reali e tangibili; più umani degli umani stessi.

Josep è come un fulmine a ciel sereno, un’opera che non ti aspetti e alla fine lascia il suo marchio impresso negli occhi. Immagini, parole e volti ritornano alla mente anche dopo la visione. L’avventura, se così si può chiamare, di Bartolì si mescola al nostro vissuto, diventa anche la nostra storia. Josep di Aurel è un film d’animazione che arriva dritto al cuore, come un pugno dove ogni dito incarna un’emozione diversa.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 4

4