Jem e le Hologram: recensione del film tratto dal cartoon cult anni ’80

Reduce dallo straordinario successo di Justin Bieber: Never Say Never, dopo aver diretto il sequel di Now You See Me – I maghi del crimine, con Jem e le Holograms il regista americano Jon M. Chu porta sullo schermo la celebre serie animata americana Jem. Il cartoon, vero e proprio cult per una generazione di ragazzine nate tra gli anni ’70 e gli anni ’80, era il frutto della collaborazione tra la casa di produzione Sunbow e la Hasbro, determinata a portare in televisione la linea di bambole che aveva prodotto in concorrenza con la Barbie della Mattel.

Jem e le Hologram

Il film di Jon M. Chu, al cinema dal 23 giugno, si propone di raccontare la storia di Jem e delle sue Holograms introducendo alcuni significativi cambiamenti rispetto alla vicenda originale. In Jem e le Holograms, Jem è Jerrica Benton (l’Aubrey Peeples della serie TV Nashville), una ragazza dei giorni nostri che diventa improvvisamente una star del Web dopo che le sue sorelle Kimber (Stefanie Scott), Shana (Aurora Perrineau) e Aja (Hayley Kiyoko) a sua insaputa caricano su YouTube il video di una sua performance voce e chitarra.

Jerrica, in arte Jem, viene ingaggiata insieme alle sorelle dalla spietata Erica Raymond (una divertente Juliette Lewis). La donna, a capo della prestigiosa casa discografica Starlight Music, porta con sé le ragazze a Los Angeles e, avvalendosi dell’aiuto di truccatori parrucchieri e stilisti, le trasforma rapidamente in icone pop. Benvenuti dunque nel magico mondo delle major!

Jem, Kimber, Shana e Aja dovranno fare i conti con le logiche implacabili dello showbiz, ma avranno dalla loro il bel Rio (Ryan Guzman), stagista alla Starlight nonché figlio della stessa Erica. Grazie all’aiuto di Rio, Jerrica riuscirà a mettere insieme tutti gli indizi che il padre defunto le ha lasciato, attraverso il robottino Synergy, per trasmetterle un ultimo importante messaggio.

Jem e le Hologram: del cartoon cult anni ’80 resta soltanto il look glamour

Jem e le Hologram: recensione del film tratto dal cartoon cult anni '80

Difficilmente un film come Jem e le Holograms riuscirà a conquistare lo zoccolo duro dei fan del cartone animato: le numerose modifiche alla trama originale – non sempre motivate – finiscono in sostanza per compromettere lo spirito della serie. Nel cartoon è proprio per merito di Synergy che Jerrica, figlia di un discografico sull’orlo della crisi,  si trasforma nel suo alter ego rock e risolleva le sorti dell’azienda paterna; nel film il successo piove dal cielo grazie alla “magia” dei social che fungono da enorme e chiassosa cassa di risonanza al video caricato su YouTube. Nel cartoon Jem e le Hologram sono in competizione con il gruppo rivale delle Misfits; nel film questo elemento viene eliminato alla radice e il ruolo di antagonista viene assunto esclusivamente dal personaggio di Erica. Per dirla in breve, eccezione fatta per i nomi dei personaggi e il look glamour chiaramente (e talvolta forzatamente) ispirato agli anni Ottanta, ben poco rimane della storia originale.

L’intento di Jon M. Chu e dei suoi, però, è quello di creare un franchise in grado di portare al cinema anche le generazioni più giovani, che non hanno avuto modo di conoscere Jem tramite la televisione. Questo obiettivo risulta evidente fin dalle prime inquadrature: la macchina da presa indugia insistentemente sugli schermi di pc, telefonini e tablet; al posto della colonna sonora vengono inseriti più volte spezzoni di video provenienti da YouTube con musicisti dilettanti che si esibiscono in performance bizzarre. Lo stesso personaggio di Rio sembra modellato su uno qualsiasi dei musicisti in stile Justin Bieber che fanno impazzire le ragazzine americane e non.

Jem e le Holograms, tuttavia, convince poco anche sotto questo punto di vista, muovendosi spesso e volentieri per snodi narrativi affrettati o poco originali.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.1