Italo: recensione

“Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango.. Ma quelli che non amano nè il cane nè il fango.. quelli no, non si possono lavare.” a dirlo era Jaques Prevert,  mentre oggi, a ribadirlo a gran voce è Alessia Scarso regista di Italo opera prima dove il protagonista è proprio “il migliore amico dell’uomo”. Prima di proseguire, però, dobbiamo partire dall’inizio, era il 15 marzo 2009 quando, a Scicli, un bimbo di 10 anni viene ucciso da un branco di cani randagi. Da quel giorno il Comune ha cacciato e bandito ogni randagio che si avvicinasse alla splendida cittadina in provincia di Ragusa, o almeno il progetto era questo. A scombinare i piani è arrivato un giorno un meticcio color miele chiamato Italo Barocco, inizia a vagare in città, accompagnando i turisti, assistendo alle celebrazioni religiose e difendendo i cittadini dai malviventi,  viene adottato da tutta Scicli, Italo diviene ben presto cittadino onorario fino a morire il 31 dicembre del 2011 lasciando l’intera città in lacrime. Questa è la storia che la Scarso ha deciso raccontare, scritta da Coralla Ciccolini, la “favola” di Italo, vera a tutti gli effetti, è arrivata così sugli schermi italiani.

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Marco Bocci e Tomak

Una commedia agrodolce adatta ad un pubblico di giovani ma che non dispiacerà nemmeno a chi ha qualche anno in più, una storia divertente e commovente che dimostra, attraverso gli occhi dolci e profondi di Tomak il cane che ha dato muso e pelo all’amato Italo Barocco, che “tutto può accadere”. A stringersi intorno alla star a quattro zampe troviamo Marco Bocci nel ruolo del Sindaco di Scicli, un’ottima prova per l’attore che ha dimostrato una certa versatilità, Elena Radonicich nel ruolo della maestra e Barbara Tabita nei panni – vistosi –  di una invadente consigliera comunale. Promossa a pieni voti la location che vede nella stupenda Scicli (patrimonio Unesco) i luoghi in cui Italo trotterella allegro, un borgo settecentesco che riesce a dare il meglio ad un film non esente da qualche piccolo difetto.

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Tomak nei panni di Italo gira per Scicli

Italo paga, purtroppo, dei difetti classici delle opere prime, la sceneggiatura è ben scritta ma eccessivamente fiabesca, adatta si ad un pubblico di giovanissimi, ma che dovrebbe parlare anche a chi ha qualche anno in più, non ha aiutato il montaggio di Alessia Scarso che eccede sia nella parte briosa che in quella più drammatica rendendo alcune sequenze eccessivamente stucchevoli. Bravi i piccoli protagonisti che si sono alternati accanto all’eroe a quattro zampe, unico neo forse riguarda il piccolo protagonista Vincenzo Lauretta eccessivamente mono-espressivo. Piccoli dettagli che sono facilmente perdonabili, in primis per il coraggio di lanciarsi in una produzione cinematografica e poi perché Italo non è solo la storia di un cane, ma la storia di accettazione del diverso. La pellicola siamo sicuri piacerà a tutti e – di questo siamo certi – vi farà versare più di qualche lacrima.

Giudizio Cinematographe

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.2
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3

Voto Finale