It Follows: recensione dell’horror di David Robert Mitchell

Mitchell confeziona un horror singolare e innovativo, facendo tesoro dell'insegnamento dei maestri del genere.

Avete mai vissuto lontanamente l’ipotesi che qualcuno vi possa seguire? Che una persona della quale non conoscete nulla vi possa pedinare in maniera ossessiva uccidendo di fatto la vostra vita? A queste domande dovrebbe poter rispondere la giovane protagonista, Maika Monroe, di It Follows il film purtroppo ancora inedito nei cinema italiani ma che tanto clamore ha suscitato in tutto il mondo durante la proiezione al Torino Film Festival del 2014 assieme al compagno australiano Babadook.

It Follows: un film fresco che non mette addosso l’ansia di arrivare a un finale scontato

Al contrario della fredda e porosa direzione di Jennifer Kent del film da poco uscito in Blu-Ray, dove la psicanalisi dei personaggi era fondamentale per il prosieguo della sceneggiatura, in questo cupo e misterioso intreccio americano il regista David Robert Mitchell porta alla luce un film di chiari richiami al mos maiorum del genere.

La tendenza alla corsa durante le riprese, l’occhio della telecamera sempre nascosto tra rovi e cespugli, riportano palesemente alla luce un passato ricco e glorioso di immortali capolavori del genere. Da Halloween di John Carpenter, dove la sensazione di essere spiati da qualcosa o qualcuno è sempre palpabile, a Nightmare di Wes Craven dove a farla da padrone sono i lunghi e autunnali viali di Elm Street. A questo cocktail con il passato non può mancare un motivetto terrificante, magari composto da poche note ma che assemblate rendono ancora più cattiva la vicenda narrata. In questa contaminatio generis nasce It Follows, un film che sorprende positivamente sia per freschezza che per pathos drammatico vero e proprio. Il genere a cavallo tra thriller e horror lo rendono un interessante formato filmico, da gustare lentamente e pacatamente senza incorrere nella solita fretta moderna di arrivare ad una scontata conclusione.

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La storia è ambientata in epoca moderna ma già dalle prime battute sembra di trovarci ad Elm Street, con una fotografia caratterizzata da colori freddi e tipicamente autunnali. La giovane diciannovenne Jay vive l’adolescenza come tutti i ragazzi della sua età; la scuola, i week-end al lago e i primi amori. Durante una serata fredda d’autunno Jay incontra un ragazzo, Hugh, la scintilla scatta immediatamente e i due finiscono in un macchina passando per un focoso rapporto sessuale sulle rive del lago. Nemmeno il tempo di rifiatare che la giovane ragazza si ritrova legata e immobilizzata da Hugh che gli spiega semplicemente che il suo rapporto sessuale era finalizzato solamente come uno sfogo liberatorio per togliersi dai piedi una tremenda maledizione. Da quel momento una presenza ignota inizia a seguire Jay, minacciandola di morte se solamente si fosse avvicinata alla malcapitata.

It Follows – un geniale gioco al massacro

It Follows Cinematographe.it

Derisa all’inizio dai suoi amici ben presto la ragazza dovrà fare i conti con dei followers tutt’altro che benevoli che a discapito della lentezza con la quale la seguono hanno però ottime capacità di mimetizzarsi con la massa. L’unico modo per liberarsi di questa maledizione è avere altri rapporti sessuali e passare a qualcuno questa vera e propria piaga. Saprà la giovane malcapitata trovare qualcuno a cui passare questa maledizione? E soprattutto come farà a trovare qualcuno a cui donare questo pseudo-potere?

L'”It” del titolo in realtà è uno spirito (o demone, o entità … questo non è stato chiarito, attraverso l’ambiguità esponenziale del film). “It” viene dopo che qualcuno è stato… infettato. E lo sei stato attraverso un rapporto sessuale! Senza dubbio, questo suona strano, ma la premessa di orrore di Mitchell è ragionevole e innovativa.

L’orrore che sta nel cuore di It Follows non è una minaccia singolare, ma la conoscenza vaga che niente dura per sempre. Jay e le sue amiche cercano di connettersi con l’altro fisicamente, ma finiscono solamente rendendosi conto che i loro legami non sono solo carnali, ma c’è qualcosa che va oltre tutto questo e cioè l’impossibilità attraverso quei rapporti di liberarsi dell’entità.

It Follows Cinematographe.it

Ecco dove It Follows diventa straordinariamente frustrante e acutamente torbido: se la vita dopo il sesso è il purgatorio, significa che il sesso è il male, o che il sesso non è semplicemente una panacea per l’imbarazzo giovanile? Quest’ultima massima sembra più probabile, dato un passaggio del libro senza nome che la fedele amica di Jay, Yara (Olivia Luccardi) legge ad alta voce più avanti nel film. “La tua anima lascia il corpo e non sarà più una persona”, dice Yara a Jay, sottolineando la comprensione implicita del sesso come un atto fuori dal corpo stesso, una sorta di status metempsicotico. Dunque rifacendosi al freddo cattolicesimo dei classici slasher, Mitchell è il pittore di un capolavoro geniale di freddo acume e di magistrale intarsiatura.

It Follows è un punto di partenza e non di arrivo dove la tradizione viene incontro alla modernità e il risultato è una mirabile opera dell’ingegno criminale.

Giudizio Horror House

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 5
Emozione - 4.5

4.3

Voto Finale