Iron Mask – La leggenda del dragone: recensione del film

Iron Mask, il film fantasy disponibile su Netflix ha una premessa divertente e una esecuzione che mantiene alte le aspettative, entusiasma e fa sognare nonostante i numerosi difetti.

Iron Mask – La leggenda del dragone (conosciuto anche come Viy 2: Journey to China) rappresenta un evento cinematografico che molti fan aspettavano da decenni: l’unione sul grande schermo di due leggende dell’azione, Jackie Chan e Arnold Schwarzenegger. Questo film, frutto di una coproduzione tra Russia e Cina, si rivela un’affascinante e caotica miscela di avventura, fantasy e azione, che riesce a divertire nonostante i suoi numerosi difetti. Con due protagonisti di storica fama, inequiparabile carisma e chimica impeccabile, la pellicola si propone come una vera e propria chicca del cinema d’intrattenimento. Disponibile in streaming su Netflix a partire dal 1°agosto 2024, Iron Mask – La leggenda del dragone è un divertente, sebbene imperfetto, titolo estivo per un pomeriggio di de-pensamento estremo!

Iron Mask – La leggenda del dragone: una parentesi di divertimento con due protagonisti leggendari

La storia di Iron Mask – La leggenda del dragone si apre nel 17° secolo, con Jackie Chan imprigionato nella Torre di Londra. Chan sfoggia un look che ricorda i villain dei classici film di kung fu, con barba fluente e capelli argentei. Schwarzenegger interpreta James Hook, il capo delle guardie della Torre, un personaggio che si diletta a sfidare i prigionieri a duelli fisici. Tuttavia, questa intrigante premessa viene rapidamente accantonata per concentrarsi su una trama ancora più complessa. La principessa cinese Cheng Lan (interpretata da Yao Xingtong) e il cartografo Jonathan Green (Jason Flemyng) si uniscono in una missione per reclamare il trono usurpato da una strega malvagia (Ma Li). A complicare ulteriormente la narrazione, troviamo un drago mistico le cui ciglia producono foglie di tè curative.

Fin da subito, Iron Mask si distingue per la sua ambizione visiva e narrativa. La pellicola è un cocktail di elementi visivi stravaganti e un intreccio narrativo che a tratti sfiora il surreale. Nonostante l’uso eccessivo di effetti visivi CGI di dubbia qualità e un doppiaggio che ricorda i film di kung fu degli anni ’70, il film mantiene un certo fascino. La presenza magnetica di Chan e Schwarzenegger è il vero punto di forza, anche se il loro tempo sullo schermo è limitato e le tanto attese scene di combattimento, coreografate da He Yun, mancano di sostanza e terminano troppo presto.

L’inizio del film, con Schwarzenegger che si diverte nel ruolo del capo delle guardie e Chan che insegna kung fu allo zar Pietro il Grande (Yuri Kolokolnikov), è una delizia per gli appassionati. Schwarzenegger, con la sua naturale carisma e il suo inconfondibile accento, riesce a strappare più di un sorriso, soprattutto durante un combattimento esilarante in cui implora Chan di non usare le armi antiche della sua collezione. Tuttavia, una volta che l’azione si sposta in Cina, il film assume uno stile visivo che ricorda produzioni come The Great Wall, con tutte le loro esagerazioni visive e narrative.

La trama, un vero e proprio labirinto di intrighi politici, draghi mistici e artefatti magici, può risultare difficile da seguire. Tuttavia, il film mantiene un ritmo frenetico che, pur mancando di coerenza, riesce a intrattenere. Jonathan Green e la principessa Cheng Lan intraprendono un viaggio epico, mentre lo zar Pietro e Miss Dudley (Anna Churina) cercano di sventare i piani della strega. La narrazione, per quanto confusionaria, offre alcuni momenti di genuina suspense e avventura.

Nonostante i suoi difetti, Iron Mask riesce a regalare momenti di puro divertimento. Jason Flemyng, nel ruolo del cartografo, offre una performance carismatica e piena di humor, mentre Yao Xingtong e Ma Li interpretano con convinzione i loro ruoli. Le apparizioni cameo di Charles Dance e Rutger Hauer aggiungono un tocco di classe al film, anche se il loro tempo sullo schermo è estremamente breve. Dance, con la sua presenza imponente, e Hauer, con il suo sguardo perplesso, riescono comunque a lasciare il segno. Il divertimento è, dunque, assicurato!

Iron Mask – La leggenda del dragone: conclusione e valutazione

Iron Mask non è il capolavoro che i fan di Chan e Schwarzenegger potevano sperare, ma riesce comunque a intrattenere grazie alla sua energia caotica e alla strana alchimia tra i suoi protagonisti. È un film che, nonostante tutti i suoi difetti, riesce a mantenere vivo l’interesse dello spettatore. Come un cucciolo goffo ma adorabile che non smette mai di correre e fare pasticci, The Iron Mask ha una sua irresistibile vivacità che, sebbene non lo renda un grande film, lo rende comunque un’esperienza cinematografica curiosa e in qualche modo affascinante.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8

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