Io, tu, lui e lei: recensione del film di Netfilx
Io, tu, lui e lei Gottshick mette in scena una geografia dei sentimenti piuttosto banale, perlustrando perimetri a cui già siamo già abituati.
Quattro amici, due coppie. Racconta di questo Io, tu, lui e lei, il film Netflix di Florian Gottshick, entrato in catalogo il 16 ottobre 2021, che porta al centro la coppia e i suoi problemi. Uno scambio, una casa al mare, una cena, sono queste le linee guida di un film che dimostra quanto sia complesso, a volte, essere in due.
Io, tu, lui e lei: due coppie che si scambiano
Ben (Louis Nitsche) e Janina (Nilam Farooq), Nils (Jonas Nay) e Maria (Paula Kalenberg) sono amici, si conoscono da tanto, stanno insieme ma qualcosa nelle coppie non funziona. Un mese prima degli eventi, i quattro hanno deciso di scambiarsi i partner per capirsi meglio e per capire meglio l’altro. C’è un’unica regola: niente sesso. Passati quei giorni si ritrovano nella casa al mare di uno di loro e l’idea è quella di parlare dell’esperienza e vedere a che punto sono arrivati. Che cosa hanno capito? Cosa hanno compreso dei rapporti di coppia? La situazione però è molto diversa, ciò che devono ammettere Ben e Maria non è semplice: loro, dopo essere stati a letto insieme, hanno capito che non vogliono stare più con i rispettivi fidanzati ma che vogliono provare ad iniziare una relazione con l’altra persona. Nessuna conversazione, nessun discorso, c’è solo lo scontro. La situazione diventa ingestibile e si mettono in campo tutti i pensieri taciuti, le idee scomode. La conversazione pacifica, i convenevoli lasciano il posto a parole grosse che fanno emergere vecchi rancori e segreti, e così si mette in dubbio non solo l’amore ma anche l’amicizia. Una domanda sorge spontanea: quale sarà la conseguenza di questa battaglia?
Una banale geografia dei sentimenti
Maria: “Nils, non ero felice”
Una bomba. Lo scopo del “gioco” era quello di ritrovarsi più forti, consapevoli dell’amore che lega le due coppie, invece si evince che tutti hanno fatto dei passi falsi. Maria già prima dell’esperimento di sentiva infelice e trova in Ben, così diverso dal suo compagno, una spalla su cui piangere o ridere, qualcuno a cui donarsi senza nessun tipo di schermo né schema. Certo, un esperimento del genere, può avere due possibili esiti: o ci si riunisce più forti di prima o ci si lascia, convinti che i problemi siano irrisolvibili. Ai quattro sembra essere capitata la seconda situazione, non è colpa di nessuno, ma così è. In Io, tu, lui e lei Gottshick mette in scena una geografia dei sentimenti piuttosto banale, perlustrando perimetri a cui già siamo stati abituati. Il già visto; come nelle relazioni così nei film la sensazione di non scoprire nulla di più, di vedere qualcosa che si sa già, non aiuta, non spinge lo spettatore ad immergersi nella storia. Certo, la trama non è originale e non lo sono neppure i temi messi al centro del discorso (la felicità, la noia, la monogamia/la poligamia), ma questo non implica che non si possa rimaneggiare il tutto con intelligenza e freschezza, qui però questo non c’è. Si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad una sorta di Perfetti Sconosciuti senza i telefoni – nonostante proprio un cellulare avrà un valore fondamentale nella storia -, una fenomenologia dei sentimenti senza la profondità necessaria per sviscerarli.
Maria: “Cosa ti fa essere felice solo un giorno?”
Nils: “La realtà”
Frasi di questo tipo, ad effetto, che vogliono mostrare di avere dietro il mondo, mostrano dopo poco che dietro, invece, non nascondono proprio nulla.
Io, tu, lui e lei: una commedia che porta a galla poco
L’intento è quello di rendere universale qualcosa che tocca in particolare i quattro: lo scoprirsi infelici (Maria), il sentirsi giudicati e falliti di fronte all’altro (Ben), il sentirsi soli (Nina), l’incapacità totale di capire i segnali (Nils) diventano emozioni incredibilmente piccole. Parole, su parole, personaggi che si scontrano gli uni con gli altri analizzando anche questioni sociali importanti ma che lasciano poco o nulla. La bisessualità, la poligamia, l’impossibilità di avere figli, la maternità, macrotemi che vengono gettati sul tavolo con poco tatto. Tale superficialità tocca anche i personaggi bidimensionali: Maria che non vuole figli, Ben, un attore di poco successo, Janina, sempre con il telefono in mano, pronta a fare storie e a postare momenti di vita, completamente concentrata sul lavoro, Nils, cinico anche nei momenti più dolorosi.
Una commedia può essere capace di portare a galla le storture, le ombre più brutali dell’animo umano, della società, qui invece la sensazione è che sotto al velo, dietro ai volti di questi personaggi, ci sia un mare calmo; non è un caso che il finale, che dovrebbe essere sconvolgente e dilaniante, non smuova nulla nei quattro.
Un film che non convince
Io, tu, lui e lei è un film che non convince, che annoia addirittura e che racconta poco dell’uomo, della donna e delle relazioni tra i sessi.