Insane Love: recensione del corto di Eitan Pitigliani

Fame d'amore, la potenza dell'immagine e incontri sospesi tra la realtà e il virtuale ai tempi dei social, Insane Love di Eitan Pitigliani è una voragine intensa, che travolge un protagonista consumato dai sentimenti quanto lo spettatore.

Insane Love è il nuovo corto di Eitan Pitigliani che torna dietro la macchina da presa dopo il successo del suo terzo corto Like a Butterfly, premiato in tutto il mondo (ben 20 premi in totale), con protagonista l’attore americano Ed Asner. Insane Love è un viaggio di 20 minuti, sospeso tra la realtà e l’immaginazione, la cui singola visione non basta per coglierne tutte le sfumature e il profondo significato che Pitigliani, anche autore, vuole arrivi a chi guarda.

Il corto, prodotto da Paradise Pictures insieme a Rai Cinema e visibile sulla piattaforma Rai Cinema Channel, è stato selezionato in oltre 50 festival internazionali, oltre che in Italia in occasione dei Nastri d’Argento, e ha ottenuto 13 premi.

Insane love: la trama del corto di Eitan Pitigliani

Alessandro (Filippo Gattuso) è un ragazzo che agli occhi del mondo non ha motivi per essere infelice: di bell’aspetto, con una casa e un lavoro da modello che lo ha portato ad essere un volto conosciuto. Ogni volta che passeggia per Roma, Alessandro però si sente infelice, un vuoto sembra dilaniarlo: gli manca qualcuno con cui condividere ciò che ha, qualcuno che possa fargli sentire meno il peso di quel vuoto.

Insane Love - Cinematographe.it

Basta così un incontro per caso, l’immagine di una bellissima ragazza in fuga di nome Sofia (Clara Alonso) a sconvolgerlo: ne guarda ripetutamente le immagini sui social ogni giorno, gli appare così vera e inconsistente allo stesso tempo. Sofia c’è e non c’è nella vita di Alessandro, ma ha una sua storia, un passato e un presente in cui il ragazzo cerca di entrare profondamente senza riuscire realmente ad incontrarla.

Insane love: un film breve che prova a raccontare la potenza di un’emozione

Raccontare l’amore, le sue immagini e le sue sfumature non è mai semplice: il rischio di essere banali, ripetitivi, superficiali è sempre dietro l’angolo. Ricercare allora una metafora, un movimento, un tratto che ne possa dare almeno dare un’idea profonda e sentita, è una sfida: perché anche l’amore pur se conservando eternamente le sue due anime in tempesta, quella della quiete e quella della follia, subisce gli effetti del tempo.

Insane Love - Cinematographe.it

Pitigliani prova allora a raccontare cosa accade quando un incontro casuale ti folgora, ti prende e ti conquista, ma nell’era dei filtri e dell’immagine da costruire, la concretezza, la parola, la pelle e gli sguardi, si preferisce immaginarli piuttosto che viverli. La realtà virtuale entra nel reale, al punto da convincerci che forse il non vivere può essere più rassicurante della vita stessa.

La fotografia di Insane Love vive di colori passionali, un incontro e scontro di ombre e luci che sono quelle vissute dal suo protagonista, che per sfiorare la sua amata può solo immaginarla, magari danzando, l’unico momento in cui le loro anime riescono a toccarsi. Meravigliosa la danza dell’etoile Davide Dato, che si fa portavoce della follia e della fame d’amore che divora a poco a poco Alessandro, che si ritrova ad essere un novello Dorian Gray.

Un notevole lavoro di ricerca tra simbolismi, danza e musica

Insane Love - Cinematographe.it

Dietro Insane Love c’è prima di tutto un notevole lavoro di ricerca che non ha pretese, ma solo il coraggio e la voglia di provare ad esprimere quella libertà d’espressione di cui ciascuno di noi sente l’impellente bisogno, ma confinata oggi a spazi virtuali che ci hanno illuso di poter moltiplicare lo spazio, finendo solo per asfissiarlo.

La danza, la musica di Paolo Vivaldi (che dialoga con Bibo No Azora del premio Oscar Ryūichi Sakamoto) e la recitazione si uniscono attraverso il montaggio, rendendo Insane Love un viaggio dolce, raffinato, che non si affida al linguaggio narrativo della logica quanto a quello delle emozioni e dei sentimenti. Ci sono poche risoluzioni e tante domande, perché il cinema è anche questo: un incanto capace di ammaliarci ma anche di accenderci pensieri che vadano da soli alla ricerca di risposte.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.8

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