TS+FF 2022 – Incredibile ma vero: recensione del film di Quentin Dupieux

Al Trieste Science+Fiction Festival 2022 è stato presentato il film di Quentin Dupieux, una grottesca e inquietante satira sulla superficialità moderna.

Parlare di Incredibile ma Vero diretto da Quentin Dupieux, significa confrontarsi con una pellicola molto difficile da catalogare, capace di divertire ma anche di essere profondamente inquietante, sovente disturbante. Questo in virtù di una sceneggiatura molto audace, attuale nelle tematiche ma assolutamente distante della norma nel modo in cui le analizza, le imprime di fronte ai nostri occhi, le rende qualcosa di diverso dal solito.

Incredibile ma Vero recensione cinematographe.it

Protagonisti sono due coniugi non più giovanissimi, Alain (Alain Chabat) e Marie (Léa Drucker), benestanti, abbastanza annoiati ma decisi a trovare nella periferia francese, la villa dei loro sogni, il loro piccolo angolo di paradiso dove poter stare tranquilli da tutto e da tutti.
Il venditore però li ha avvisati di una stranissima singolarità: nella casa è presente una sorta di passaggio segreto che oltre a portare chiunque lo percorre 12 ore avanti rispetto al fuso orario, gli garantisce anche di ringiovanire di 3 giorni una volta tornato indietro.
Alain e Marie, decidono di tenere la cosa segreta anche a Gèrard (Benoit Magimel) il dispotico e narcisista capo di Alain e alla sua moglie, la civettuola e superficiale Jeanne (Anaïs Demoustier), con Gerard che tra l’altro è reduce da una sorta di tecnologico trapianto di pene in Giappone. Alla fine entrambe le coppie si troveranno condizionate dal mito dell’eterna giovinezza, ingabbiate dentro una sorta di incubo ad occhi aperti.

Incredibile ma vero è atipico ma graffiante

Incredibile ma Vero è stata bene accolto alla Berlinale, per quanto poi nella critica vi sia stata una certa contrapposizione nella valutazione di questa commedia grottesca, feroce, che con battute al vetriolo, ed una regia molto intima è dimessa, senza che ci se ne accorga ci stringe in una trappola claustrofobica è terrificante. Dupiex si dimostra straordinario nella direzione degli attori, ognuno dei quali rappresenta un qualcosa di diverso, qualcosa di disturbante e allo stesso tempo familiare nel rapporto che abbiamo tutti con l’invecchiare, l’immagine, con una società performante e spietata.
Alain Chabat riesce a rendere il suo protagonista l’unico personaggio veramente positivo dell’insieme, un uomo che si rende conto di quanto i limiti etici e morali, l’accettazione della propria umanità, siano qualcosa di fondamentale. A lui si contrappone una Léa Drucker che è il simbolo volendo anche di tutta quella ipocrisia e vanità tipicamente femminili che nel XXI secolo, più che creare una vera maturazione culturale e libertà femminile, hanno reso le donne ancora più schiave delle apparenze, dell’aspetto, della popolarità. I loro confronti e scontri, sono il sale di un film che ha un ritmo molto irregolare, una struttura narrativa che si muove sincopata, abbraccio infine anche l’essenza di film di genere, a metà fantascienza metafora di una società impazzita e senza valori.

Un ritratto spietato della società moderna

Benoit Magimel, fisicamente molto diverso dal sex symbol dei primi anni 2000, è l’interprete perfetto per il personaggio forse più inquietante e anche odioso dell’insieme, questa sorta di cinquantenne immaturo, sessuomane, manipolatore e narcisista patologico.
In Gerard, incredibile ma vero, egli crea la perfetta immagine di tutto quello che ad oggi ci viene imposto dalla narrativa mediatica e dai valori deformati dell’Occidente: il maschio eternamente predatore, ragazzino non cresciuto, costantemente in competizione con se stesso e schiavo dell’opinione degli altri.
Paradossalmente la sua iniziale controparte, a cui Anaïs Demoustier dona una sensualità ammantata di una superficialità veramente irritante, è tanto speculare quanto opposta, se non altro per la coerenza dell’essere ciò che è sempre stata. Incredibile ma Vero si struttura quindi anche come una perfetta distruzione del focolare familiare, del concetto di amicizia virile, dell’amore inteso come andare a fianco a fianco, portando alla luce un universo fatto di egoismi, incomunicabilità, una tossicità sentimentale che a mano a mano che si va avanti diventa sempre meno sostenibile.
Eppure, pur nella sua fantasia, il film accarezza sempre perfetto realismo delle relazioni umane che mette in scena, pur facendo costantemente divertire, per quanto si tratta in una risata amara, anzi tragica.

Un film dalla difficile definizione

Se proprio bisogna trovare un difetto a Incredibile ma Vero, è come un certo punto abbandoni parte dei suoi personaggi al proprio destino, non riesco ad avere forse il finale risolutori, completo ed esaustivo che tutti speravamo di avere. Tuttavia non si può negare che il film sia incredibilmente piacevole da vedere, diverso dalla norma, nonostante una mise quasi teatrale, si ammanta anche di tematiche sociali non indifferenti, su tutte il mito il piccolo imprenditore vincente.
Ma in ultima analisi, Dupiex, pare essere soprattutto un regista che cerca di farci ragionare facendoci ridere, il che non è un compito mai facile, non è così scontato, soprattutto oggi che fare ironia è diventato sempre più difficile. Oggetto comunque orgogliosamente misterioso, questo film è perfetto per il grande pubblico, a patto che si comprenda che quest’ultimo difficilmente potrà coglierne le sfumature più interessanti, forse troverà alla fine l’insieme fin troppo criptico nelle sue metafore visive.
Tuttavia Incredibile ma Vero è uno di quei film che lasciano sicuramente qualcosa nel suo pubblico, che possono rivendicare di avere una lucida di sguardo e divisione tutt’altro che disprezzabile. Il che non è poco, persino rispetto all’elevata media della qualità del cinema d’Oltralpe, così tanto superiore alla nostra sterile e ripetitiva produzione.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5