Impero criminale: recensione del film con Sam Claflin su Sky Cinema

Impero Criminale è un film inutilmente frenetico, un crime story che non riesce ad abbandonare i cliché del genere.

Il gangster movie inglese è un oggetto a sé, ben distante dalle regole di Hollywood. Guy Ritchie, da Lock & Stock fino ad arrivare a RocknRolla, ha creato un’impronta del genere. Quando si pensa al moderno thriller poliziesco inglese è inevitabile guardare al passato e a ciò che il regista ha creato. Il confronto arriva perentorio, per quanto il cinema di Ritchie (almeno quello degli albori) abbia una sua precisa cifra stilistica. Ma la narrazione di genere è andata avanti, fino ad arrivare in televisione con prodotti di un certo calibro quali Peaky Blinders e Gangs of London. Ed è forse con quest’ultimo che Impero Criminale (The Corrupted) di Ron Scalpello si deve confrontare. Il film, arrivato su Sky Cinema, dimostra fin da subito delle grosse lacune, non solo narrative, ma soprattutto tecniche.

Impero Criminale è una pellicola che lascia senza parole, e non in senso buono. Lascia a bocca aperta per una costruzione raffazzonata, una recitazione svogliata e una storia che è tutta un cliché; la sceneggiatura di Nick Moorcroft sembra venir fuori dalla mente dei tre sceneggiatori di Boris. Il film si presenta al pubblico con evidenti problemi strutturali che evidenziano grosse problematiche, forse, durante le riprese. La prima parte è ben differente dalla seconda, come se fossero proprio due prodotti assestanti. Da una parte abbiamo una costruzione narrativa (in cui comprendiamo in primis il montaggio) frenetica, dall’altra un pathos fuori contesto che fa il verso ai Batman di Christopher Nolan. Insomma, Impero Criminale è come un castello di carte che crolla inesorabilmente su sé stesso.

Impero Criminale e l’ombra della corruzione

Impero criminale - Cinematographe.it

L’ombra della corruzione si muove silente e violenta per le strade di Londra. I giochi olimpici del 2012 hanno promesso una ventata d’aria fresca per i cittadini di East London, una nuova era di crescita economica e lavoro per tutti. Eppure, la melma oscura della criminalità organizzata ha fatto sì che i soldi finissero nelle tasche di pochi, e le pallottole nelle teste di molti. L’artefice di questo “impero criminale” è l’enigmatico Clifford Cullen (Timothy Spall), un uomo che ha scalato la vetta della società facendo affari con le istituzioni. È in questo contesto che si muove Liam McDonagh (Sam Claflin), un ex pugile tornato in libertà dopo una condanna per rapina a mano armata. Il nostro protagonista vorrebbe tornare ad una vita normale, cercare lavoro, e ricongiungersi con la moglie Grace (Naomi Ackie) e il figlio Archie. Ciò che non sa è che il fratello Sean lavora per il temuto Clifford, e quando le cose si metteranno male dovrà confrontarsi con la malavita e una polizia corrotta pur di salvare la propria famiglia.

Un incipit da manuale, che prosegue fino alla fine in un susseguirsi di stereotipi di genere e buchi di trama; in alcuni momenti siamo sul piano del soprannaturale. Ciò che lascia spiazzati (più di tutto) è un montaggio inutilmente frenetico, quasi isterico e nauseante. I repentini campi contro campi causano vertigini e alienazione. Per fortuna questo tipo di taglio delle scene va a scemare nella seconda metà del film, ma in alcuni casi permane. Il problema, è che anche il montaggio sonoro prosegue questa linea. La fatiscente colonna sonora si mescola in modo deframmentato alle scene, come se viaggiasse in ritardo rispetto al racconto. Mancano delle vere e proprie dissolvenze sonore, e il pathos della musica contrasta con la piattezza dell’immagine. Impero Criminale sembra così un film isterico, sotto l’effetto di droghe sintetiche. Gli stunt non aiutano in tal senso, e i combattimenti sembrano una lotta amatoriale tra ragazzini al campetto della scuola. Come dicevamo, nella seconda metà del film qualcosa sembra cambiare. Stratford viene ripresa (e sonorizzata) come la Gotham del Cavaliere Oscuro di Nolan, senza però averne, ovviamente, la stessa portata. È in questi tagli che i personaggi si disgregano, perdono di consistenza e profondità. Troppe le figure a cui la sceneggiatura vorrebbe dar spazio, senza poi elevare nessuno a figura di rilievo. Il protagonista dovrebbe essere quello del Liam di Claflin, ma non appare mai come tale. A livello di prime time è Timothy Spall a guadagnare la scena. Emblematica è la scena nel mattatoio, ripresa con una luce bianca che brucia tutta l’immagine. Qui il personaggio viene presentato in tutta la sua “ferocia”, ma finisce per essere un momento cringe, imbarazzante.

Un film scomposto e inutilmente frenetico

Impero criminale - Cinematographe.it

Parlavamo di una sceneggiatura debole, se non sottile e fragile come il vetro. Il culmine viene raggiunto nel finale di Impero criminale, con una giustificazione sulla sopravvivenza di alcuni protagonisti da far storcere il naso, la bocca e tutta la testa. Non avvertiamo mai una fidelizzazione, un imprinting con il protagonista, Sam Claflin fa il suo, ma non sembra avere la giusta attitude per il ruolo. Pieno di tatuaggi, rasato e con il cappuccio in testa l’attore non sembra credibile, come non lo è la goffa camminata da duro di strada. Clifford Cullen di Timothy Spall poteva essere un buon cattivo, così distante dal classico physique du role del Villain, eppure con un sguardo grezzo e inquietante. Lontano dal Peter Minus della saga di Harry Potter, Spall in questo ruolo poteva essere l’elemento dissonante e d’effetto, ma purtroppo viene relegato alla macchietta dalla sceneggiatura.

I comprimari di Impero Criminale fungono quasi da terzi incomodi, prendendo lo stesso dei protagonisti. Uno sbilanciamento dei personaggi che nuoce gravemente al racconto. Ron Scalpello non riesce proprio nell’intento di raccontare un mondo criminale, come il sottobosco della corruzione londinese. Niente sembra trovarsi al proprio posto, come una foto di gruppo dove ognuno guarda in direzioni diverse.

Leggi anche: Impero criminale: guida al cast e ai personaggi del film con Sam Claflin e Timothy Spall

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 1.5
Recitazione - 2
Sonoro - 1
Emozione - 1

1.4

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