Il Principe di Ostia Bronx: la recensione del documentario di Raffaele Passerini

Il documentario Il Principe di Ostia Bronx insegna a trasformare i fallimenti in vittorie personali

Dario e Maury si vogliono bene e conoscono da una vita: una vita che, però, non è stata gentile con loro. Eccentrici, visionari e sopra le righe, Dario e Maury sembrano quasi non appartenere a questo mondo – e forse è anche per questo che non sono riusciti mai a sfondare nel mondo dello spettacolo. Poco importa, però, in fondo, perché se il teatro ti rifiuta, tu puoi sempre decidere di crearti uno spazio designato tutto tuo e chiamarlo, se vuoi, palcoscenico e continuare ad esprimere la tua arte in qualunque modo, in qualunque momento. Ed è così che, nella spiaggia nudista di Capocotta a Ostia, vicino Roma, Dario e Maury si incontrano ogni giorno e danno vita ad un teatrino dell’assurdo e dell’eccesso, così come sono le loro vite, in cui l’esuberanza si mescola alla malinconia e si trasforma in riso amaro. Ecco, quindi, che Dario diventa il Principe e Maury la Contessa, due vere e proprie star delle spiagge di Ostia Bronx.

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Il Principe di Ostia Bronx è un mix brillante e drammatico insieme che parla di teatro, vita e povertà

Scritto, ideato e diretto da Raffaele Passerini, Il Principe di Ostia Bronx è un documentario fuori dal comune, così come lo sono i suoi protagonisti. Ambientato interamente tra la spiaggia di Capocotta e la decadente dimora di Dario e Maury, il documentario in concorso a Visioni Fuori Raccordo a Roma è un mix brillante e drammatico insieme che parla di teatro, vita e povertà. Con estrema discrezione e delicatezza, Raffaele Passerini trasforma i suoi protagonisti in eroi neorealisti alla stregua di Ninetto Davoli e Anna Magnani, mettendo in scena, come se fossimo a teatro, le maschere tragiche di due uomini che non hanno avuto niente dalla vita ma sbarcano il lunario ogni giorno nella speranza che domani le cose possano cambiare.

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Raffaele Passerini racconta, qui, la storia di un fallimento e il dolore di un uomo – anzi due – alle prese con le comuni difficoltà della vita senza mai scadere nella retorica e nel patetismo. Il Principe di Ostia Bronx è un documentario intenso, divertente e commovente, senza mai un vero e proprio calo narrativo, merito sia della storia dei suoi protagonisti ma anche del talento indiscusso di un regista come Passerini, che ha fatto del documentario la sua cifra stilistica principale.

Il Principe di Ostia Bronx celebra la vita e, in qualche modo, i suoi fallimenti, non solo perché il fallimento è parte integrante della vita stessa, ma anche perché senza di esso non ci sarebbe conflitto e senza conflitto non può esserci uno slancio vitale.

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Con questo documentario, Raffaele Passerini ci insegna a trovare il buono in tutte le cose, accettando i fallimenti come parte della vita

Dario e Maury sentono di aver fallito, forse, come artisti, eppure sono riusciti ad inventarsi ogni giorno un modo diverso per sorridere, sopravvivere, andare avanti nonostante tutto. “Devi sempre trovà un modo pe’ esse felice in questo mondo – esclama il Principe durante il documentario – anche se i luoghi in cui viviamo non sono molto felici”: è, questa, una lezione di vita molto preziosa, che non solo ci insegna a trovare il buono in ogni cosa che facciamo, ma ci aiuta anche a non disperarci mai davanti ai nostri fallimenti, perché sono parte integrante della vita. Non si fallisce se si è diversi, tutt’altro: sta nella diversità la nostra risorsa più grande, dobbiamo solo imparare ad accettarla. Perché come dice il Principe: “Che significa esse na star? Sei una star… La star de la borgata tua”.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.4