Il Mohicano: recensione del film di Frédéric Farrucci con Alexis Manenti
Frédéric Farrucci dirige Il Mohicano, film dal forte messaggio socio-politico, con protagonista Alexis Manenti.
Il Mohicano è la storia di Joseph (Alexis Manenti, Premio César come miglior attore esordiente per I miserabili), uno degli ultimi pastori di capre sul litorale della Corsica, che si oppone con tutte le sue forze alle minacce della mafia. Il film, diretto da Frédéric Farrucci e in uscita nelle sale dell’8 maggio 2025, è un forte manifesto socio-politico, nonché una storia di resistenza e sopravvivenza sempre attuale. In un paesino costiero della Corsica, la criminalità organizzata vuole realizzare un imponente progetto immobiliare. C’è solo un problema: un unico uomo resiste alle loro continue insistenze perché non vuole perdere quel pezzo di terra per cui ha lavorato duramente tutta la sua vita. Gli altri allevatori lo chiamano “l’ultimo dei Mohicani” (come il titolo di un famoso film con Daniel Day-Lewis) proprio perché è rimasto vicino alla costa mentre il resto dei suoi “colleghi” si è spostato nelle montagne. E quando Joseph trova il coraggio di respingere le intimidazioni, inizia per lui una caccia all’uomo incessante dal Nord al Sud della Corsica.
Il Mohicano, una cruda storia di resistenza e sopravvivenza

Gli splendidi paesaggi de Il Mohicano donano un’immagine da favola alla storia, ma è sola apparenza poiché in quelle spiagge affollate c’è un uomo inseguito. Tra gli ombrelloni e persone che prendono il sole, il “Mohicano” Joseph scappa da quelle persone che lo vogliono morto. Il regista Farrucci ha descritto l’epopea del suo protagonista come quella di un uomo che agisce per istinto di sopravvivenza. Non si tratta di una storia di coraggio. Il Mohicano è una storia cruda, come anche la sua messa in scena: l’assenza (o quasi) di musica, quei lunghi silenzi che accompagnano diverse scene, così come quelle inquadrature lunghe sul suo protagonista, che lentamente diventa un eroe del popolo per la sua capacità di ribellarsi alla mafia. Solitamente siamo abituati a vedere storie di criminalità organizzata ambientate nel nostro Paese, ma il regista trova il modo di portare sullo schermo un racconto universale, che ci spinge a guardare sotto altri occhi la nostra attualità. E’ un mondo dominato dal capitalismo e dagli interessi economici, dove i più deboli sono costretti a soccombere.
Il destino di Joseph sembra quindi inevitabile, eppure lui trova la forza di reagire e di non sottomettersi al potere di chi vuole trasformarlo in una pedina o, peggio, farlo sparire perché troppo ingombrante. Il Mohicano è una pellicola d’impatto nella sua messa in scena, poiché non mostra nessuna particolare tecnica di ripresa, piuttosto si limita a raccontare i fatti in successione, così come avvengono. Un modo per rendere la narrazione moderna senza ricorrere al solito cliché dell’eroe spavaldo che combatte i criminali. L’intento di Frédéric Farrucci è quello di risvegliare le coscienze e trattare il tema mafioso senza romanticizzarlo. Così, quindi, con un realismo a volte brutale, ma senza esagerare.
Il Mohicano: valutazione e conclusione

Il Mohicano appare come un racconto breve, senza particolari fronzoli, dove il regista va dritto al cuore del problema: raccontare la mafia nella sua realtà, nuda e cruda. Alexis Manenti incarna a pieno lo spirito del fuggitivo Joseph, un uomo il cui destino è segnato, ma che prova a cambiarlo per lanciare un forte messaggio a coloro che soccombono alla criminalità. Il finale del film è dolce-amaro, e spetta allo spettatore capire cosa sia realmente successo al protagonista. Allo stesso tempo offre un messaggio di speranza che invita a combattere e reagire. Il Mohicano si distingue anche per la sua fotografia realistica, senza far uso di particolari tecniche cinematografiche, che rende quindi il racconto più attuale e permette allo spettatore di immedesimarsi meglio nella vicenda del suo protagonista.