Il mio profilo migliore: recensione del film con Juliette Binoche

Il mio profilo migliore è un film di Safy Nebbou, tratto dalle pagine del romanzo di Camille Laurens, che esplora le dinamiche dei sentimenti e delle menzogne ai tempi del social network.

Il mio profilo migliore (Who you think I am) è un film di Safy Nebbou e interpretato da Juliette Binoche, Guillaume Gouix Jules Houplain, Marie-Ange Casta, Nicole Garcia, Claude Perron, Charles Bering, Pierre Giraud, Sonia Mohammed Clerif e Jules Gauzelin.

La vicenda narrata da Nebbou trae spunto dalle pagine di un omonimo romanzo, scritto dall’autrice Camille Laurens, che esplora il tema della relazione fra realtà e apparenza, immagine reale e immagine virtuale, rimandata all’altro. Protagonista del racconto è Claire Millaud (Juliette Binoche), docente universitaria sui cinquant’anni. La donna, docente universitaria, ha una relazione con un uomo più giovane di lei che sembra pienamente ricambiare l’attrazione, ma senza mai condividere altro con la donna. Claire prende la decisione, dunque, di crearsi un’identità alternativa per spiare su Facebook il suo amante. Passa poco tempo prima che Claire conosca sul social network il fotografo Alex, che a sua volta conosce l’amante della donna. Tra i due scatta subito una scintilla, anche perché Claire si fa passare per una ventenne. La donna dovrà quindi pensare a come mantenere la relazione entro i confini del mondo virtuale, senza rivelare la propria reale identità.

Il mio profilo migliore: l’amore ai tempi del social network

Il mio profilo migliore cinematographe.it

Il film di Nebbou introduce la protagonista, interpretata da una Juliette Binoche in ottima forma (nessuna novità), con diverse ellissi narrative raffiguranti le sue varie sedute da una psicoanalista, cui racconta i problemi derivanti dalla propria età. O, meglio, i problemi derivanti dalla convinzione che, una volta sfiorata o superata quell’età, bisogni fare i conti con lo sfiorire della bellezza del proprio corpo, che porterebbe all’accettazione di diversi limiti all’interno della sfera sessuale e a un decadimento della vita sessuale che, nonostante le rassicurazioni della psicologa, sembrano una fase assolutamente necessario e irreversibile per la donna. Ed è dunque qui che entrano in gioco le infinite possibilità, ludiche e non, che l’affascinante universo che il social network mette a disposizione. Claire vede nel più gettonato e utilizzato social del mondo, ossia Facebook, l’opportunità di vivere una sessualità tutta nuova, da ogni punto di vista: da una parte, la cinquantenne si reincarna nell’aspetto digitale di un’attraente ragazza che ha appena superato i venti anni, dall’altra è grazie a questo nuovo corpo appena “lanciato” nella rete che Claire può dare respiro ai suoi desideri più puri, senza dover fronteggiare i limiti della corporeità che il mondo reale (nel quale s’include anche l’inarrestabile brainwashing ad opera dei mass media) le impone ogni giorno.

Il mio profilo migliore gioca con le possibilità della narrazione e con i toni, fra thriller e dramma

Il mio profilo migliore

Il pericolo in un’operazione simile sarebbe stato quello di porre l’accento sulle conseguenze che l’abuso di quei seducenti strumenti ha sulla nuova vita, sul rapporto “immateriale” instaurato fra la propria identità fittizia e quella, probabilmente corrispondente alla realtà, dell’altro, con cui s’instaura un legame (spesso anche profondo, paradossalmente). Invece Nebbou costruisce una riflessione non da poco sui sentimenti veri ai tempi del web, vale a dire su come le azioni sbagliate all’interno di questo cosmo codificato in pixel, status, immagini profilo e nome utente ricadano, poi, specialmente sulle relazioni umane al di fuori di esso, spesso sganciandoci di netto dalla società e dagli affetti stretti. Bugie e sentimenti sono al centro indiscusso dell’opera di Nebbou, che gioca con i livelli narrativi e i toni del thriller, del dramma, del romance per mettere in scena una situazione sociale allarmante con eleganza di regia e di scrittura, sebbene non sempre scavando nel profondo delle (tante) questioni sollevate.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.9