Il diario di Bridget Jones: recensione del film con Renée Zellweger

Simbolo di tutte le donne trentenni, single e in perenne crisi esistenziale, Il diario di Bridget Jones è il film definitivo che ha consacrato Renée Zellweger come volto di commedie sentimentali. Tratta dall’omonimo di Helen Fielding, la storia ruota intorno alle vicende di Bridget Jones, trentenne goffa, frustrata e in sovrappeso, che riesce a trovare il suo posto nel mondo. Determinanti in questo caso saranno due uomini: il primo è Daniel, il capo donnaiolo di cui è invaghita, l’altro è Mark, in apparenza altezzoso e scostante nei suoi confronti.

Il diario di Bridget Jones: l’eterno ritratto di una generazione di donne instabili e insoddisfatte

La bilancia è sua nemica ed è un disastro con gli uomini: ogni donna, almeno una volta nella vita, si è sentita esattamente come la protagonista de Il diario di Bridget Jones. Imbranata, impacciata, abituata a banalizzare ogni cosa e persona, l’anti-eroina interpretata da Renée Zellweger è diventata fin da subito il ritratto di una generazioni di donne eternamente instabili e insoddisfatte (sia sul lavoro che nella vita privata), in cui ognuna può identificarsi. Per questo Il diario di Bridget Jones è un film evergreen, uno di quelli che non muore mai, e anche a distanza di anni (la pellicola è uscita al cinema nel lontano 2001) porta in scena tematiche attualissime.

Il diario di Bridget Jones cinematographe.it

Bridget è una donna genuina e semplice, non si cura troppo del suo aspetto, ed è insicura. Nonostante legga manuali di seduzione femminili, alla fine si ritrova a passare le serate sola a casa senza un uomo. In realtà ne ha due che le girano intorno: da una parte c’è Daniel Cleaver (Hugh Grant, al massimo della forma), il classico capo affascinante ma donnaiolo, uno di quelli inafferrabili con cui non si può pretendere un futuro insieme. Dall’altra c’è Mark Darcy (Colin Firth, probabilmente il sogno segreto di chiunque), altezzoso e sgarbato, che fin da subito tenta in tutti i modi di allontanare Bridget, troppo esuberante per lui, salvo poi tradirsi rivelando i suoi veri sentimenti.

Il diario di Bridget Jones: Renée Zellweger è la perfetta protagonista femminile contro gli stereotipi

La storia narrata nel libro e poi nel film Il diario di Bridget Jones è vagamente ispirata al romanzo Orgoglio e Pregiudizio, da cui ne riprende alcune tematiche e i tratti dei personaggi. L’uso del linguaggio talvolta sboccato e paradossale rende la storia umoristica, e il romanticismo non è per nulla forzato. La protagonista, al contrario della forte Elizabeth Bennet letteraria, orgogliosa e fin troppo sicura di sé, è disfattista, incline all’alcol, al fumo, e colleziona una figuraccia dietro l’altra. Solo l’incontro fortuito con Mark Darcy (con il volto di Colin Firth, che incarna una nuova versione di quel Mr. Darcy già interpretato nella miniserie Orgoglio e Pregiudizio targata BBC) la invoglia a riprendere in mano la sua vita e provare, magari, a cambiarla.

Il diario di Bridget Jones cinematographe.it

Renée Zellweger è perciò la perfetta protagonista femminile, un’anti-eroina in grado di mettere in risalto la sua personalità fuori dalle righe contro ogni stereotipo. Bridget Jones impartisce una preziosa lezione morale: l’accettazione e il rispetto per se stessi, che non deve dipendere da nessuna persona. Alla fine, infatti, Bridget capisce che Daniel non è l’uomo giusto per lei, mentre Mark è l’unico ad accettarla, senza costringerla a cambiare.

Il diario di Bridget Jones è disponibile per la visione sulla piattaforma Netflix.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.2