FEFF 2023 – Home Coming: recensione del film di Rao Xiao Zhi

Un omaggio all’impegno umanitario svolto dai diplomatici cinesi nel mondo: il film di Rao Xiao Zhi porta a un livello superiore il war-movie, segnando un goal nella filmografia Made in China.

Home Coming, tra patriottismo e sentimenti: la guerra civile in Numia fa da sfondo a una storia di coraggio e grande umanità, sorretta da un comparto tecnico degno di nota.
In concorso per la Cina alla 25esima edizione del Far East Film Festival 2023 di Udine, Home Coming è il nuovo film del regista Rao Xiao Zhi (non nuovo alla kermesse), una pellicola di grande profondità psicologica, retta da un cast di livello, con una storia coinvolgente, che intreccia più tematiche a sfondo politico e sociale – ma anche umano. 

La trama di Home Coming

Home Coming recensione cinematographe.it

2015, Numia: Zong (Zhang Yi) è un diplomatico cinese, funzionario del Ministero degli Esteri, il cui compito – insieme al giovane Cheng Lang (Wang Junkai) – è quello di riportare in patria centinaia di connazionali bloccati a 100 km dal confine con la Numia, nel Nord Africa, dove nel frattempo è scoppiata una sanguinosa e spietata guerra civile. Quando un suo caro amico e collega rimane vittima di un attentato, Zong resta coinvolto emotivamente ancora più nel profondo: dopo essere riuscito ad ottenere il lasciapassare anche per tutti i cittadini cinesi (che lì si trovavano per lavorare a un progetto di ingegneria civile) sprovvisti di regolare passaporto, Zong decide comunque di compiere un’ultima missione, recuperare la moglie e la figlia dell’amico e tornare in Cina insieme.

Tra patriottismo e sentimenti: Home Coming è il war-movie che mancava alla filmografia di Rao Xiao Zhi

War-movie, ma non solo: dire che Home Coming sia unicamente un film di guerra sarebbe riduttivo, perché il regista (già noto per lavori noti al pubblico internazionale, come Cool Fish ed Endgame) con questa pellicola firma un’opera ricca di sfaccettature, fatta da diversi layers, proprio come i personaggi e i protagonisti che ne fanno parte.

La Numia di Home Coming è un paese magrebino di fantasia, ma la troupe ha fatto un lavoro non indifferente nel ricreare le aspre e aride dune rocciose del deserto nordafricano tra le montagne della Cina, nella zona di Yinchuan: non solo, la scenografia tutta si sposa alla perfezione con i toni un po’ cupi, a tratti anche algidi, della fotografia di Yi Liao.

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La svolta interessante che la sceneggiatura ha saputo dare a un soggetto che si basa sul genere del war-movie e del film politico è stata quella di affiancare al conflitto vero e proprio quello psicologico e interiore dei due protagonisti: non solo quello che Zong sente in se stesso, ma anche quello che vive con Cheng Lang, venticinquenne animato da un ardore patriottico e una speranza che però rivela un’ingenuità data dalla giovane età e dall’inesperienza.

Durante l’arco della narrazione, infatti, i due personaggi si scontrano spesso sulla visione della missione, mostrando idee divergenti su come riuscire nel concreto a riportare in patria i propri connazionali – nonostante sul finale, i due mostreranno di essere entrati comunque in sintonia e la giovane età di Cheng Lang, unita a una certa dose di sfrontatezza, si riveleranno preziose per la riuscita dell’operazione.

Tutti i personaggi principali di questa storia sono mossi da sentimenti che non riescono a nascondere dietro i volti provati dagli orrori della guerra: le mogli aspettano il rientro dei mariti in patria, i figli piangono i defunti padri, i giovani sognano di rivedere la loro nazione e le loro famiglie.

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Rao Xiao Zhi ci regala un’opera appassionante, che nei suoi 137 minuti intrattiene lo spettatore senza mai scendere di livello, ma mantenendo una frequenza e una vibrazione mirate, che puntano dritto al successo: e in effetti, con circa 1 miliardo di yuan di incasso al botteghino nazionale, Home Coming si presenta come una produzione vincente, sotto tutti i punti di vista, con questo emozionante mix di patriottismo e sentimenti che rende il tutto ancora più sorprendente.

Home Coming: conclusione e valutazione finale 

La regia audace e il montaggio a tratto vorticoso che ci trasporta nel dedalo letale delle strade su cui si muovono Zong e i suoi connazionali al ritmo delle musiche, bellissime, di Li Heng contribuiscono come ingredienti perfetti di una ricetta deliziosa a confezionare un film di grande qualità estetica, recitato con bravura da un cast che si è indubbiamente rivelato una scelta felice (anche il giovane Wang Junkai fa una performance entusiasmante, godibile anche in cinese mandarino, lingua originale del film).

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8