Hannibal – series finale: recensione

Dopo tre stagioni, 39 episodi, tanti omicidi, sangue, incubo e follia, la serie tv Hannibal è giunta al termine con la series finale The Wrath Of The Lamb. Quando il network NBC annunciò la sua cancellazione lo scorso luglio, abbiamo sperato tutti nella possibilità di un acquisto da parte di altre emittenti, e lo stesso Bryan Fuller, creatore della serie, si è sempre detto positivo, grazie anche alla campagna mediatica al suon di #SaveHannibal lanciata su Twitter. Ma lo scioglimento dei contratti di Mads Mikkelsen e di Hugh Dancy, pronti a intraprendere strade diverse, ha fatto rassegnare i fan sull’eventualità di una quarta stagione.

Il terzo ciclo di Hannibal si può definire il migliore dello show. Diviso in due parti, in cui nella prima, focalizzata sul libro Hannibal di Thomas Harris (con qualche accenno a Hannibal Lecter – Le origini del male), vedeva la ricerca e la cattura del cannibale a Firenze; la seconda parte è tornata su Red Dragon, raccontando gli eventi del libro e introducendo quindi Francis Dolarhyde (interpretato da uno straordinario Richard Armitage) fino alla sua trasformazione nel Grande Drago Rosso.

Mads Mikkelsen e Hugh Dancy nel series finale di Hannibal.

Mads Mikkelsen e Hugh Dancy nel series finale di Hannibal.

Il rapporto tra Will Graham e Hannibal Lecter è rimasto al centro della storia. Una relazione sempre più complessa, oscillante tra l’amore e l’odio, che ha visto, nel series finale, la sua conclusione con la fusione di un’unica mente criminale. In The Wrath Of The Lambs, Francis Dolarhyde ha finto di uccidersi davanti a Reba per far sì che l’FBI creda che lui sia morto. Non appena la farsa viene scoperta da Jack Crawford (Laurence Fishburne) e i suoi uomini, Will capisce che l’unico modo per catturare il Drago Rosso è attraverso Hannibal, poiché è lui che il serial killer sta cercando.

La possibile fuga del dottor Lecter al grido di quel “La carne è tornata sul menu”, getta nel panico gli altri personaggi sopravvissuti: Bedelia De Maurier (Gillian Anderson) è preoccupata per le azioni di Will e anche il suo inconscio vacilla, non riuscendo più a riconoscere se stessa – la scena post titoli di coda dice molto sul percorso di questo personaggio durante la terza stagione. Bedelia, trascinata nell’abisso della follia da Hannibal, finisce per diventare se stessa quel mostro di cui tanto aveva paura; Alana Bloom (Caroline Dhavernas), dopo essere stata ‘accusata’ da Frederick Chilton (Raul Esparza) di non essere poi così tanto distante da Hannibal, si mette in fuga con la ormai moglie Margot Verger (Katharine Isabelle) e il figlio. Resta Will, che dovrà portare avanti il suo piano contro Dolarhyde, usando Hannibal come esca. Complice un’imboscata dello stesso Francis, i due riescono a fuggire per raggiungere una casa sulla scogliera – la stessa che Lecter usò per portarci Miriam Lass e Abigail Hobbs, una sorta quindi di rifugio per i suoi protetti.

Richard Armitage nel ruolo di Francis Dolarhyde.

Richard Armitage nel ruolo di Francis Dolarhyde.

Le ultime solitarie (quasi romantiche) scene tra Will e Hannibal sono ambigue e ci fanno capire il rapporto malato tra i due. Una relazione consumante, passata dall’ossessione alla passione, il desiderio di non poter vivere senza l’altro che viene messa in scena come in una delle più classiche tragedie greche. L’estasi viene interrotta da Dolarhyde, il protetto tradito, colui che voleva mostrarsi come Drago Rosso di fronte a Hannibal, giunto per ottenere la sua vendetta contro Lecter. E’ in quel momento che Will esce fuori dal suo essere Will Graham: impugna l’arma e si scaglia contro Dolarhyde. Lo scontro finale a suon di movimenti a rallentatore, coltelli che infilzano la carne, sangue e musica di sottofondo, rendono il tutto più teatrale e ci sembra di assistere a un incontro romantico tra i due ex nemici che finalmente si sono lasciati andare alle proprie emozioni.

Hannibal ha sempre voluto trasformare Will in un carnefice, proprio come lui, ed è chiaro fin dalla prima stagione: loro due insieme, quasi come una famiglia, al fine di costruire un duo formidabile di assassini. Il matrimonio pacifico di Will con Molly doveva essere l’inizio della tranquillità, e invece è stata quasi subito abbandonata tanto che non v’è più traccia né di lei e né del figlio adottivo. Quindi Will si rassegna abbracciando il suo destino e scoprendo la sua vera identità: lui e Lecter non sono mai stati così vicini. Ma l’unico modo per porre fine a questa relazione disturbante, che avrebbe finito per far del male a entrambi, è quella di finirla. Will abbraccia Hannibal e lo trascina nel mare, e allo spettatore si lascia intendere che si è appena assistito a una tragedia stile Romeo e Giulietta.

L'ultima scena tra Will e Hannibal.

L’ultima scena tra Will e Hannibal.

Con questo episodio, Hannibal giunge all’atto finale. La serie tv, col passare delle stagioni, si è contraddistinta per non essere solo uno show incentrato su un cannibale dal buon gusto che ha il vizio di mangiare le persone, ma ne ha esplorato il suo lato umano. Prima c’era Abigail Hobbs, verso la quale provava l’affetto di un padre verso una figlia. Quando la ragazza l’ha tradito, ha preferito ucciderla. Poi è sopraggiunto Will Graham, verso il quale quella relazione di sfida si è trasformata in qualcosa di più grande, riuscendo a tirar fuori sentimenti ed emozioni di un uomo (e non più serial killer) che solo nel finale di serie sono state corrisposte. La grandezza della serie di Bryan Fuller sta anche in questo, ma sopratutto sta nell’aver osato dove altri non hanno avuto il coraggio: trasportare i romanzi su Hannibal Lecter al piccolo schermo, narrando nei dettagli, mostrando orrori, incubi, debolezze, forze e pazzie di uno dei cannibali più famosi della letteratura.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.1
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4.4
Recitazione - 4.3
Sonoro - 4.4
Emozione - 4.6

4.4

Voto Finale