Gunny: recensione del film di Clint Eastwood

Il film di Clint Eastwwod presenta una struttura bipolare che sfocia in una critica al sistema istituzionale.

Clint Eastwood prima di Walt Kowalski, l’anziano protagonista di Gran Torino, che faceva della sua esperienza militare una parentesi dolorosa della propria vita da chiudere in un baule, vestiva i panni di Gunny per il quale l’esercito era tutto.

Gunny, di e con Clint Eastwood, racconta dell’addestramento di un gruppo di scapestrati marine da parte di un navigato veterano di nome Tom Highway: caparbio, disilluso e profondamente un tenero di cuore, risulta un personaggio totalmente incapace di trattare con l’altro sesso. Il protagonista dalla lingua lunga e insofferente agli ordini superiori, ubriacone e cinico è un patriota convinto capace di trasformare una manica di incapaci in un reparto di uomini duri e puri, che compiranno un’eroica azione di conquista durante l’attacco americano all’isola di Grenada del 1983.

Gunny: l’ossimorica critica di Eastwood al sistema

Gunny, Cinematographe.it

Gunny si dimostra perfettamente nei canoni del regista-attore americano, che crea un personaggio in linea con la sua indole. Il film non si dimostra fra i migliori della produzione eastwoodiana dato l’evidente e, talvolta stucchevole, accumulo di stereotipi che sanno di già visto. Nonostante le evidenti imperfezioni si dimostra un’opera che procede con leggerezza e ironia sull’istituzione militare e il patriottismo: temi da sempre cari a Eastwood.

Gunny è definibile come un film facente parte di un cinema d’autore in quanto rispecchia perfettamente il pensiero registico con un misto di odio e amore fra il suo paese che, allo stesso tempo, apprezza e critica. Sicuramente Gunny allo spettatore attuale apparirà un “film invecchiato”, ma visto nell’ottica dell’anno in cui uscì, precisamente nel 1986, quelli che possono apparire come cliché dell’ambito militare all’epoca non erano sicuramente tali. Il film, soprattutto nella prima parte, si mantiene solido, pulito e senza tanti orpelli formali dimostrandosi un’ossimorica critica al sistema, portata avanti da un regista che non ha mai nascosto le sue inclinazioni politiche. A prescindere però da come lo si voglia etichettare Gunny spazia da una volontà reazionaria e rivoluzionaria, da una dimensione enfatica ad una ironica; con una facilità che solo Eastwood è in grado di fare.

Gunny e il bipolarismo fra la prima e la seconda parte

Gunny, Cinematographe.it

Gunny, come altri personaggi del cinema di Eastwood,  è un radicale individualista che, nonostante il sistema istituzionale gerarchico-militare, riesce a conservare una propria individualità. Il film, per questo motivo, mantiene un fascino quasi ludico della tematica bellica riuscendo a parlare di tutto ciò che questa comporta senza dichiarare una critica esplicita, ma enfatizzando con ironia i connotati negativi del protagonista. Eastwood lascia quindi, al cinema stesso, il duro compito di stemperare le note negative; ecco quindi che il duro addestramento militare svaniranno nella sua stessa figura di eroe cinematografico “positivo” verso il quale, nessuno spettatore, potrò trovare dell’astio. Tuttavia il suo stesso rapporto con la ex moglie, diviso fra visite nel luogo di lavoro e letture di riviste femminili, ne fanno un personaggio duplice: forte, ma con una profonda e paradossale sensibilità.

Questa duplicità del personaggio vi è anche a livello filmico, che presenta una netta separazione fra prima e seconda parte; se la prima scorre veloce senza particolari intoppi, nel quale anche gli attori danno il meglio di loro, la seconda al contrario sembra totalmente estranea alla precedente. Dopo un periodo di duro addestramento militare questo manipoli di scapestrati, si troverà a dover andare in missione a Granada. Da questo momento in poi, il film assume dei caratteri a dir poco surreali si pensi, a esempio, agli omicidi a alle liberazioni di ostaggi: se nella prima parte veniva a mancare un marcato e dichiarato repubblicanesimo, nella seconda parte non sarà così. Quello che rimane in Gunny è quella capacità di mantenere, in entrambi i blocchi, un evidente disprezzo da parte del protagonista dell’autorità.

Gunny si dimostra quindi un film fortemente duplice che, se nella prima parte, mantiene un buon ritmo e piacerà agli amanti del genere militare che sappia prendersi in giro ai limita talvolta del demenziale; nella seconda  si avvia verso dichiarati ideali perdendo del tutto la bussola. Nonostante questo non si può definirlo come un film totalmente non riuscito, ma queste due anime di fatto non convivano facendo perdere di intensità e credibilità al film stesso.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.5