Governance – Il prezzo del potere: recensione del film di Michael Zampino su Amazon Prime Video

Coprodotto e diretto dall’unione tra Francia e Italia, Governance – Il prezzo del potere è il diesel a lenta carburazione di un film che dà l’impressione di non esser mai partito davvero. Dal 12 aprile su Amazon Prime Video.

Nell’intricato mondo dell’imprenditoria, il termine governance viene usato per riferirsi solitamente all’insieme di regole, leggi o parametri che disciplinano la gestione e la direzione di una società sia pubblica che privata. La governance sarebbe dunque il decalogo di un ente o un’azienda assunto dai dirigenti dei massimi livelli per ‘governare’ i poteri, i compiti e le cariche all’interno della società stessa. Con ‘disciplinare’ spesso s’intende anche punire o ledere un membro, soppiantare la sua autorità con un’altra e di fatto, mandarla a casa. È ciò che accade a Renzo Petrucci nel secondo film di Michael Zampino Governance – Il prezzo del potere (dal 12 aprile su Amazon Prime Video), top manager di una multinazionale petrolifera con sede a Roma, brillante ma senza scrupoli, pronto a tutto pur di riprendere il suo posto in azienda, di colpo spodestato da una neo-assunta francese, e per giunta donna, con idee ambientaliste e mente aperta al futuro in legalità.

Governance – Il prezzo del potere: colpe e taciti accordi

Convinto che sia stata lei la mente dietro al suo benservito, il personaggio “bilioso” interpretato da un gassmaniano Massimo Popolizio, la lascerà morire tra le fiamme e le lamiere in un incidente più o meno fatale sulla Pontina. Con lui, sgomento e reo come il suo mentore, il meccanico Michale Laudato (Vinicio Marchioni): fedina penale sporca ma sogni concreti che grazie all’amico di sempre sta per ricevere un autolavaggio in un punto strategico di un’autostrada romana. I due condividono la colpa e l’omertà, l’accordo tacito di silenzio per non smuovere le già precarie condizioni giuridiche di Laudato e la nomea fiduciaria dell’altro, membro della Royal ma anche di una società classista e alto borghese che lo mette a contatto con la chiesa, la politica e il mondo degli appalti.

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Una disfatta mai plateale

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Tutto crolla però (o almeno dovrebbe farlo) in un film prefissato sulla volontà di sfruttare i ricordi della precedente carriera nell’ambiente petrolifero del regista e di farne il disegno della caduta rovinosa di una parabola personale e professionale, rivolta sin dall’inizio verso il basso. Eppure Governance – Il prezzo del potere non sembra quasi mai trascinare lo spettatore nell’abisso sconquassato di un villain malato di potere, dando la sensazione di un diesel che non ingrana mai la marcia e che sin all’ultima sequenza finale pare non aver dato al suo protagonista davvero il sapore amarissimo della disfatta, sgonfiando il potenziale appeal tipico dei film sulla finanza. I due attori (soprattutto Popolizio) giocano bene la carta dei cattivi, ma il default è in già in scrittura, un distributore che eroga poca benzina per far viaggiare una macchina mai partita.

Arco narrativo a metà

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Zampino ha dichiarato che con il suo secondo film non aveva alcuna intenzione di farsi trattato-ambientalista o riflessione sui meccanismi della finanza (per quello ci ha già pensato il recente Diavoli, o thriller sarcastico di Robert Altman The player, al quale il film dell’italo-francese dice s’ispirarsi) ma l’obiettivo era piuttosto quello di mostrare le malate dinamiche di potere dei competitor e di come quella sete di potere e profitto si ritorcano contro nella sfera personale e intima di un uomo al top incapace di esternare sentimenti, di amare una figlia non perfetta e di farsi attorno terra bruciata. Cliché forse, o probabilmente sacrosanta verità vista con gli occhi di chi (Zampino), quegli squali in giacca e cravatta, li ha osservati per oltre quindici anni. Forse il compenso da pagare è la solitudine emblematica del protagonista in un finale che di festoso pare non avere proprio nulla, ma Governance paga il prezzo più alto: quello di non essere riuscito a farlo capitombolare per davvero.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.5