Gods of Egypt: recensione del film di Alex Proyas

Ambizione, eroismo, magia e mitologia convergono nella straordinaria avventura di Alex Proyas e che porta il titolo di Gods of Egypt, un film distribuito nelle sale cinematografiche il 25 Febbraio 2016. Una vicenda spettacolare dove la sopravvivenza dell’umanità resta in bilico quando un improbabile eroe mortale, Bek, intraprende un incredibile viaggio per salvare il mondo e il suo vero amore. Per riuscire nella sua impresa dovrà servirsi dell’aiuto di un potente dio, Horus, stringendo così una pericolosa alleanza contro Seth, lo spietato dio dell’oscurità, che ha usurpato il trono d’Egitto, gettando nel caos e nel conflitto quello che un tempo era stato un impero pacifico e prospero. Mentre la loro straordinaria battaglia contro Seth e i suoi tirapiedi li condurrà nell’Aldilà e attraverso i Cieli, dèi e mortali dovranno superare delle prove di coraggio e compiere dei sacrifici se vorranno prevalere nell’epico scontro finale. Un film che, senza ombra di dubbio riesce a tenere incollato lo spettatore alla poltrona, sia per la sua componente action che ricorda per certi versi un Prince of Persia, sia per i suoi incredibili effetti speciali, che fanno di Gods of Egypt un avventura davvero unica nel suo genere.

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Il primo incontro fra Bek e Horus

Persino le ambientazioni, i costumi, la musica e la mitologia vengono curate nei minimi particolari, con palazzi sfarzosi, monumenti celebrativi, piramidi e vestiti ultra decorati che fanno sentire il pubblico quasi avvolto da un aura che ricorda molto l’Egitto dei faraoni (con un tocco di magia in più). Anche dal punto di vista dell’interpretazione, il cast riesce ad immedesimarsi abbastanza bene nei personaggi presenti nella pellicola mostrandoci degli dei caratterizzati da vizi e virtù del tutto umane, a partire da Gerard Butler, interprete dello spietato Seth, il dio del caos nella mitologia egizia e una delle maggiori divinità del Periodo Predinastico, con la funzione di benigna divinità dei morti. L’attore di origini scozzesi appare nelle vesti di un perfido tiranno, mosso dal solo desiderio di rivincita nei confronti del fratello Osiride, governando tutto il creato e vendicandosi, in un certo senso, del flagello che gli è stato inflitto da Ra, che gli ha tolto la possibilità di procreare poichè il suo destino sarebbe stato quello di prendere il posto del padre: combattere ogni giorno contro il gigantesco demone Apofis per il resto dei suoi giorni.

Gods of Egypt: un’ avventura mitologica, ricca di magia e di azione

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I protagonisti incontrano la sfinge

Nonostante vi siamo parecchi punti a favore, In Gods of Egypt vi sono comunque delle piccole falle, alcune delle quali che lasciano un po’ di amaro in bocca. In primis vi sono alcuni aspetti della mitologia egizia che non combaciano del tutto: uno di questi è l’enigma della sfinge, che è stato completamente stravolto (l’enigma originale, secondo le testimonianze di Pseudo-Apollodoro sarebbe “Chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, bipede e tripede?”) ma questi sono elementi che si possono anche trascurare, se non si è esperti in materia. Per quanto riguarda il resto, il film ha un finale abbastanza scontato, con un lieto fine abbastanza superficiale e forzato e ha tantissimi punti in comune con Prince of Persia, quasi fosse un suo parente.

Tralasciati questi piccoli punti a sfavore, Gods of Egypt resta comunque un buon film, dove azione, magia e avventura riescono a combinarsi perfettamente, dando vita a una pellicola emozionante e gradevole.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.5