Galline in fuga: L’alba dei nugget – recensione del film Netflix

Galline in fuga: L'alba dei nugget è un degno sequel con magistrale utilizzo dello stop motion e influenze geniali della slapstick comedy.

Galline in fuga è uscito nel lontano 2000 e ha cambiato letteralmente la storia del cinema in stop-motion, creando un’opera unica i cui personaggi in plastilina, polli in fuga da un allevamento contadino in cerca della libera, hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo. Basta ricordare che si tratta della pellicola girata con questa tecnica con gli incassi più alti di sempre per comprendere l’impatto che, ben ventitré anni fa, il divertente lungometraggio diretto da Nick Park e Peter Lord ha avuto sulla storia dell’animazione per ragazzi.
La vicenda della gallina ribelle Gaia e delle sue compagne di pollaio, determinate a trovare la libertà insieme ai due galli Rocky e Cedrone, ha divertito e lasciato tutti con il fiato sospeso. In parte film comico, in altra pellicola horror con citazionismo annesso, Galline in fuga non somiglia a nessuna altra pellicola animata distribuita da Aardman Animation, uno degli studi di punta del settore che dalla sua sede di Bristol porta avanti uno stile unico e riconoscibile nel mondo dello spettacolo. Dopo ventitré anni, Galline in fuga: L’alba dei nugget riesce ad affermarsi come un sequel credibile e esilarante, capace di portare lo stop motion nel panorama del cinema contemporaneo, ormai conquistato dal CGI.

Galline in fuga: L’alba dei nugget, un sequel esilarante e pungente ricco di citazionismo e femminismo

Galline in fuga recensione - cinematographe.it

Galline in fuga: L’alba dei nugget sceglie il citazionismo già dal titolo: il riferimento a Romero e il suo L’alba dei morti viventi è tanto divertente quanto acuto. Nonostante il sequel cambi radicalmente staff, con l’abbandono di Park e Lord, l’ensemble chiamato a raccontare la storia di Gaia, Rocky e della pulcina Molly ormai diventata una gallina adolescente è vincente. Alla sceneggiatura subentrano Karey Kirkpatrick & John O’Farrell e Rachel Tunnard e la regia va  a Sam Fell, nome celebre per piccole cicche dell’animazione come Giù per il tubo. Lo stop motion resta intatto nella sua esilarante e efficiente effettistica, rendendosi stile unico di narrazione e comunicazione audiovisiva.

Con un ritmo da slapstick comedy della miglior fattura, quasi chiaro citazionismo a opere classiche come i film di Buster Keaton, Galline in fuga: L’alba dei nugget riesce a toccare una ampia gamma di tematiche profonde, critiche e cruciali per il tempo attuale. La fuga della gallinella adolescente Maggie, ribelle come sua madre Gaia e incuriosita dal mondo che esiste oltre il piccolo paradiso terrestre che le galline in fuga del 2000 hanno creato per tutti, racconta l’importanza della comunicazione tra genitori e figli, l’importanza della formazione e il valore della verità.

La giovane volatile resta intrappolata in un allevamento intensivo che funziona come rifornimento di pollo destinato ai fast food. L’alba dei nugget, dunque, è estremamente vicina: vestito da un moderno centro d’attrazione per giovani, divertente ed accattivante, l’allevamento è chiaramente una metafora per la produzione di massa, il consumismo esasperato del tempo attuale che rischia di trascinare i giovanissimi verso una capitalizzazione estrema della loro esistenza. La metafora funziona nel mondo dei volatili ma anche e soprattutto in quello degli uomini: che le galline del film non siano altro che allegorie alla nostra società capitalistica e consumistica fino all’esasperazione?

Oltre al consumismo moderno e al rito di passaggio, Galline in fuga 2 riesce a manifestarsi nella sua grande modernità di pellicola perché concentra – come del resto il film originale – la sua narrazione su una società matriarcale. Il gruppo di galline coraggiose, in grado di fuggire dalla fattoria dei Tweedy ma anche di salvare Maggie dalle grinfie del terribile fast food, ha creato una società ideale lontano dagli allevamenti intensivi: nella piccola comune di Gaia non c’è spazio per galli, se non per il suo compagno Rocky e il grande saggio del villaggio, nostalgico dei suoi tempi d’oro, Cedrone. Lo stesso Rocky – un tempo baldanzoso e vanesio gallo del pollaio – è un personaggio impaurito e fragile, in netta contrapposizione alla audace compagna Gaia. Rocky, nel tentativo di proteggere la sua famiglia, combina un sacco di guai e risulta, proprio di conseguenza alla sua goffa bontà, un personaggio adorabile e rivoluzionario.

Valutazione e conclusione

Galline in fuga l'alba dei nugget recensione - cinematographe.it

Galline in fuga: L’alba dei nugget è un geniale lungometraggio animato in stop motion perfettamente in grado di rispondere alle altissime aspettative dei fan, soprattutto coloro che hanno apprezzato l’opera madre del 2000. Esilarante nella sua commedia slapstick e per il design dei suoi protagonisti (scarsamente) volatili, riesce a toccare con mano argomenti pregnanti e cruciali della modernità come la produzione di massa, il capitalismo esasperato e il rapporto sfilacciato tra generazioni passate e future.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.6

Tags: Netflix