RomaFF13 – Funan: recensione del film d’animazione di Denis Do

Ecco la nostra recensione del film d'animazione Funan, in cui Louis Garrel e Bérénice Bejo prestano la propria voce ai due protagonisti.

Quale miglior modo per raccontare la devastazione che i Khmer Rossi hanno attuato in Cambogia se non tramite un film d’animazione. Denis Do debutta alla regia di un film animato con Funan, portando gli spettatori al 1975, quando la Cambogia vide gli orrori perpetrati dai seguaci del Partito Comunista, causando milioni di morti ed esuli, distruggendo la vita di innumerevoli famiglie.

Chou vive felice e soddisfatta a Phnom Penh insieme alla sua famiglia, il marito Khoun e il figlioletto di 3 anni Sovanh. Tuttavia, il suo mondo semplice, ma ricco di amore e allegria, viene ribaltato quando i Khmer Rossi decidono di entrare in azione, causando un’ingente carestia, e dividendo milioni di famiglie, con una particolare suddivisione tra uomini e donne, allontanando dagli stessi anche i propri figli. Durante uno dei tanti trasferimenti verso i campi di lavoro ordinati dai Khmer, Chou perde di vista il figlioletto Sovanh. Inizierà così una tormentata ricerca da parte dei due genitori, coscienti di dover sottostare prima di tutto alle norme imposte dall’organizzazione, rischiando allo stesso tempo di non rivedere mai più il frutto del loro amore.

Funan non è una fiaba ma uno spaccato di vita vera, adatto più ad adulti e ragazzi che ai più piccoli

Funan Cinematographe

Do pone la sua lente di ingrandimento su una famiglia in particolare e sulla sua protagonista Chou (la madre di famiglia) per descrivere un dramma molto più complesso e generale. È impossibile non immedesimarsi fin da subito nella condizione vissuta dai protagonisti che, seppur animati, trasmettono un’umanizzazione e un’umanità tali da rendere il prodotto di Do un vero e proprio film in cui sembrano esserci attori reali. Probabilmente aiutano anche le voci di due grandi attori del cinema francese, quali Louis Garrel e Bérénice Bejo che prestano rispettivamente le proprie calorose voci, e piene di sentimento, a Khoun e a Chou.

Nonostante si tratti di un film animato, la tematica che vuole presentare e anche la maturità stessa che si nota in maniera evidente durante lo svolgimento della pellicola, rendono Funan un prodotto più per ragazzi e adulti che per bambini. Non ci troviamo davanti a una fiaba, ma a uno spaccato di vita vera, in cui viene preso come esempio uno dei milioni di drammi per raccontare una storia corale tremendamente reale. La componente emotiva è quella che gioca il ruolo forse più importante dell’intero film, resa potente non soltanto dalla storia in sé, ma anche dalle particolarità tecniche di cui il film si avvale.

Funan mostra la contrapposizione tra le meraviglie del paesaggio cambogiano e le atrocità dell’umanità

Funan Cinematographe

L’animatore Michael Crouzat (Cattivissimo Me) regala delle animazioni che lasciano letteralmente a bocca aperta, concentrandosi maggiormente sul paesaggio cambogiano limpido, nitido e dai colori sgargianti, che fa da sfondo alle dure vicende vissute dalla popolazione. Funan pone davanti ai nostri occhi un paradosso vero e proprio, mostrandoci la meraviglia di un paesaggio incontaminato, che fa da sfondo agli orrori dell’umanità. Bellezza e atrocità vanno sempre di pari passo, e anche il film di Do non è esente da questa duplicità.

Potente. Struggente. Estremamente toccante. Con la sua attenzione per i dettagli – come per esempio i chicchi di riso, i campi coltivati dalle donne, il cibo sparso a terra oppure le stesse rughe e la stessa sofferenza che compaiono visivamente sui volti di Chou e dei suoi cari dopo anni trascorsi nei campi di lavoro, vedendo perire molte persone vicine – rendono Funan un ritratto estremamente realistico di uno dei più terribili eventi del 20° secolo, continuando a essere attuale e a far riflettere anche a distanza di decenni.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

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