Finché forse non vi separi: recensione della commedia Netflix

La deliziosa commedia rosa ideata e diretta da Nahnatchka Khan assicura alla regista un contratto di prelazione pluriennale con la piattaforma streaming. Ecco i motivi del successo del film, che nelle prime due settimane di presenza online è stato visto da 32 milioni di utenze.

Lo chiariamo subito: Finché forse non vi separi – titolo italiano piuttosto scoraggiante del più raffinato Always be my maybe, riferimento alla celebre hit di Mariah Carey Always be my baby – è una commedia romantica, e come tale va presa. Non è di certo un’opera di Kubrick o uno degli intricati enigmi da risolvere di Nolan, e non vuole nemmeno esserlo: a volte sembra che se un film non sia “impegnato” non meriti di essere visto, mentre ogni tanto tutti – sì, anche tu che storci il naso mentre stai leggendo – abbiamo bisogno di un lavoro leggero, che ci faccia sorridere e ci distragga senza particolari pretese per un paio di ore. Finché forse non vi separi, opera che la filmmaker Nahnatchka Khan ha sviluppato e diretto per Netflix, è stata ideata esattamente per questo scopo: intrattenere, far sorridere e anche dare qualche spunto riflessivo che non guasta. La storia, raccontata dai simpatici e spigliati Ali Wong e Randall Park, ricorda quelle commedie anni ’90 che hanno fatto sognare generazioni intere e che ancora guardiamo con occhi a cuoricino: storie lineari, buoni sentimenti e un finale scontato che hai capito già a metà pellicola, ma che riesce lo stesso a strapparti un sorriso.

Finchè forse non vi separi: amicizie perdute, amori ritrovati

Finchè forse non vi separi cinematographe.it

Sasha (Ali Wong) è una bambina vivace e solitaria, a causa dei genitori sempre assenti e poco interessati alle sue necessità. Marcus (Randall Park) ha invece una mamma e un papà splendidi, che accolgono tra le mura di casa anche l’amica del figlio. Un giorno gli amici, diventati adolescenti, finiscono a letto insieme, litigano pesantemente e decidono di non parlarsi più. Per 15 anni. Fino a quando non si rivedono a San Francisco, nella casa che Sasha ha affittato per aprire il suo nuovo ristorante: lei, infatti, ha lasciato la città ed è diventata una chef di fama internazionale, lui invece è rimasto un eterno bambinone che ha paura di crescere. Nonostante i tanti anni lontani, il legame tra Sasha e Marcus sembra non essersi mai spezzato davvero, e questa potrebbe essere l’occasione che aspettavano da tanto per stare insieme. Ma le loro vite così differenti potranno essere davvero compatibili e gli permetteranno di dare una chance al loro amore?

La rinascita della commedia romantica

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Da quando Netflix è diventato un vero e proprio colosso anche nell’ambito della produzione, si è assistito a una vera e propria rinascita della commedia romantica, che è tornata di prepotenza nel catalogo della piattaforma in tutte le sue declinazioni, da quella più classica a quella teen. Quello che rende molto interessante Finché forse non vi separi è la sua componente interamente asiatica: lo è il cast e lo è anche la cultura raccontata, anche se immersa in una San Francisco che sembra un dipinto (una location diversa, finalmente, delle solite New York/ Los Angeles. La storia – molto lineare e a tratti abbastanza scontata – scorre veloce e si regge sulle spalle dei due bravissimi protagonisti: l’attrice comica Ali Wong, che non sembra nemmeno al suo primo ruolo da protagonista e il simpatico Randall Park hanno feeling, sono spigliati e abbondano di quell’ironia che è la grande forza della pellicola, specialmente incentrata nelle varie declinazioni delle relazioni. Battute sottili e humour pungente, con l’ironia si sopperisce a una storia prevedibile ma piacevole: davvero divertente la presa in giro non troppo velata dell’alta cucina moderna, anche se lo scettro di momento più divertente va al cammeo di Keanu Reeves. Il celebre attore compare in un paio di scene interpretando se stesso, e prendendosi in giro in modo lodevole: considerato l’attore hollywoodiano più buono degli ultimi anni, nel film Keanu è egocentrico e filantropo, si esprime per filosofeggianti frasi fatte ed è eccentrico fino a risultare ridicolo. Un’autoironia che non può non conquistare.

Romanticismo, ma non solo

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La storia d’amore tra Sasha e Marcus è sicuramente la protagonista della storia di Finché forse non vi separi, ma non è l’unica chiave di lettura della commedia: è bello seguire la ragazza nel suo percorso di crescita, che la porta a scappare dal mondo in cui è cresciuta per crearsene uno apparentemente perfetto, ma solo per scoprire alla fine che, in fondo, quello di cui aveva davvero bisogno era sempre stato lì, in quel luogo del passato da cui a tutti i costi si è voluta allontanare. Molto interessante anche lo sguardo che la commedia usa per raccontare la parità di sessi, invertendo il cliché più classico che vede l’uomo abbandonare il paese natale per ottenere un successo in virtù del quale sacrifica tutto. In questo caso i ruoli sono ribaltati: la donna in carriera è Sasha, mentre è Marcus a non aver realizzato molto e ad essere bloccato dalla paura di affrontare il mondo quando lei dichiara di non voler perdere tutto quello che ha costruito. Ed è proprio l’uomo a non volersi sentire accessorio, a non voler essere il “portaborse” di una compagna di successo, raccontando con delicatezza quella cultura di mascolinità tossica che dice all’uomo che deve essere lui a portare i pantaloni in casa. La scelta di Marcus, alla fine, è proprio quello che le coppie di oggi hanno bisogno di sentirsi dire: siamo entrambi meritevoli di avere successo, siamo sullo stesso piano, siamo uguali.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.6