TSFF 2019 – Extra Ordinary: recensione del film

Extra Ordinary è un film che sa osare, una commedia divertente, unica e diversa che esorcizza la mediocrità umana.

Se in un festival così ricco di concorrenza come quello di quest’anno al Trieste Science + Fiction Festival ti ritrovi con un singolo film che si aggiudica il Premio Méliès d’argent, il Premio della Critica Web,  il Premio Nocturno Nuove Visioni ed il Premio del pubblico, allora vuol dire che quel film è davvero qualcosa di unico, qualcosa di diverso, di riuscitissimo.
Ed Extra Ordinary, diretto da Mike Ahern ed Enda Loughman, lo è davvero in tutti i sensi, sicuramente il film che più resterà nella memoria di questo Festival triestino, quello per il quale sarà ricordato. Perché erano anni che il genere horror non riusciva a sfornare una commedia così demenziale, spassosa, intelligente e riuscita.
Se vi aspettate qualcosa alla Scary Movie sbagliate di grosso, qui infatti il duo Ahern-Loughman, assieme a Demian Fox e Maeve Higgins, ha confezionato una sceneggiatura che elogia i capisaldi dell’horror a base di possessioni, demoni, fantasmi e apparizioni, ma inserendo il tutto in un iter narrativo genuino, originale e spiazzante.
Variety l’ha definita la commedia più divertente dell’anno. E ha perfettamente ragione, un film così azzeccato, genuino e calibrato non si vedeva da anni, un film che sapesse rievocare sia le atmosfere chiassose e kitsch britanniche e connetterle alla demenzialità statunitense.

Extra Ordinary: intellingente, demenziale, unico Extra Ordinary

Extra Ordinary ha come protagonista al corpulenta e un pò malinconica Rose (Maeve Higgins), che dirige una scuola guida senza grande successo, venendo assediata dai paesani del suo piccolo villaggio dell’Irlanda rurale, visto che è una medium in grado di comunicare con i defunti.
Figlia d’arte, soffre la solitudine di cui è vittima ed ha al suo fianco solo la spumeggiante sorella Sailor (Terri Chandler), ma improvvisamente nella sua vita irrompe il timido e impacciato Martin (Barry Ward), vedovo e padre di Sarah (Emma Coleman), desideroso di liberarsi dello spirito della moglie. Ma a complicare il tutto, arriva la rockstar fallita Christian Winter (Will Forte) che è in cerca di una vittima da sacrificare sull’altare di un rito satanico, che dovrebbe ridargli la ricchezza e la fortuna perse.
In breve tempo Rose dovrà venire a patti con le sue paure ed accettare il suo talento, in mezzo ad un turbinio di esorcismi fatti in casa e gag a non finire.

Extra Ordinary: una commedia nuova che però conosce bene le tradizioni del genere

Oggi come oggi è davvero difficile trovare un prodotto così originale, fresco, divertente e curato come Extra Ordinary, una commedia che sappia dare qualcosa di nuovo pur facendo riferimento ad un universo narrativo i cui capisaldi vengono sfruttati costantemente.
Hollywood si perde in cliché e in produzioni ripetitive, sposa una linea che offre al pubblico minestre riscaldate, fan service, grandi nomi per storie stantie, invece Ahern e Loughman hanno avuto il coraggio di rischiare, di fare qualcosa di diverso, soprattutto di attuale e moderno.
Il cast funziona che è una meraviglia, le gag sono fantastiche, spinte ma senza scadere nell’eccesso e soprattutto il duo Higgins e Ward è fantastico nell’offrirci due imbranati, immaturi ed insicuri cronici costretti a far fronte alla propria mancanza di decisione.

In tempi in cui Hollywood cerca di riscrivere al femminile la storia del cinema, proponendoci personaggi che altro non sono che uomini ricalibrati, Extra Ordinary invece osa molto di più. La Rose della Higgins infatti è una ragazza tutt’altro che attraente o carismatica, è imbranata, single perenne, triste e piena di debolezze, lontana da quelle protagoniste che sembrano uscite da cliniche di bellezza per decatlete o dalle Forze Speciali di Play Boy con cui oggi si cerca di fare “giustizia” rispetto al cinema patriarcale.
Il suo personaggio è umanissimo, autoironico, pasticcione ma saprà riscattarsi ed accettarsi, reclamare il proprio posto in un mondo abitato da uomini insicuri, schiavi di donne prepotenti ed infantili oltre ogni misura.
Il villain di Forte è irresistibile, una sorta di caricatura ai vari aspiranti stregoni e manipolatori di antichi demoni visti in film come La Nona Porta o Regression, satanista da strapazzo è il vero motore di un film che permette ai protagonisti di giocare coi personaggi come e quanto vogliono.
Sicuramente gli attori si devono essere divertiti molto, ma ciò non deve distogliere dal fatto che mettere in scena una commedia di questo tipo è tutto tranne che facile.

Extra Ordinary: elogio ed insieme condanna della mediocrità

Elogio ed insieme condanna della mediocrità dell’uomo comune, di quella campagna irlandese così bella ed insieme così deprimente, Extra Ordinary è anche una straordinaria sferzata ai capisaldi dell’horror, ai rettiliani, complottisti, un omaggio all’horror (anche italiano) che fu, ai b-movies della Hammer… insomma a tutto quello che da decenni tiene incollati generazioni di giovanissimi di fronte a storia di fantasmi, sangue, riti e compagnia bella.
Certo fa un’immensa tristezza pensare che un prodotto di questa qualità e freschezza, non passerebbe mai le forche caudine delle major, impegnate ad una gara al ribasso di cui non si intravede la fine.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 5
Sonoro - 3.5
Emozione - 5

4.2