E.T. – L’extraterrestre: recensione

Nella storia del cinema americano, dal secondo dopoguerra, si manifesta l’ascesa di alcuni generi cinematografici, tra cui la fantascienza. Film, prodotti in quegli anni, designano l’extraterrestre come un essere pericoloso e malvagio. In La cosa da un altro mondo di Christian Nyby, del 1951, un mostro-alieno semina terrore e morte in un gruppo di scienziati e militari, stanziatosi in una base scientifica nell’Artico. L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel, del 1956, racconta di una piccola città in cui baccelli clonano gli esseri umani trasformandoli in creature indifferenti ai sentimenti e alle emozioni, e ancora La guerra dei mondi, del 1953, diretto da Byron Haskin, è un altro classico esempio in cui l’alieno è presentato come un entità mostruosa che minaccia di conquistare la terra.

Diversa è l’immagine dell’extraterrestre che viene portata al cinema da Steven Spielberg, nel 1982, con E.T.-L’extraterreste. Contemporaneamente all’uscita del film di Spielberg, esce La cosa, remake di La cosa da un altro mondo  di C. Nyby, diretto da Jhon Carpenter. Le due pellicole, proprio nello stesso anno, ci mostrano i diversi modi con cui il cinema si è sempre confrontato con l’alieno, creatura diversa con cui imparare a comunicare o essere mostruoso che arriva sulla terra per seminare morte e paura.

Una scena di ET

Una scena del film

E.T, presentato fuori concorso al Festival di Cannes, fu accolto da una fiume di applausi e si aggiudicò ben tre premi Oscar: per la musica, il sonoro e gli effetti speciali.

Il film racconta di una strana creatura galattica, abbandonata dalla sua astronave in un bosco, dove Elliot (Henry Thomas), un bambino di nove anni, fa il suo primo incontro con l’extraterrestre. Il piccolo protagonista e i suoi fratelli, Michael (Robert MacNaughton) e la piccola Gertie (Drew Barrymore) daranno al loro nuovo amico il nome di E.T.. Il buffo e dolce alieno, nascosto in casa da Elliot, manifesta fin da subito il desiderio di tornare a casa.

I bambini decidono, quindi, di aiutare E.T. e procurano il materiale che serve all’extraterrestre per mettersi in contatto con il suo pianeta e la sua gente. Nell’avventura che intraprendono i tre ragazzini, tuttavia, scienziati e poliziotti intervengono ad ostacolare i piani.

Una scena di ET

Una scena del film

Questo non è semplicemente un buon film. È uno di quei film ce spazzano via i nostri timori e conquistano il nostro cuore. (Roger Ebert)

Nel cast, oltre ai già citati Henry Thomas, Robert MacNaughton e Drew Barrymore, figurano Dee Wallace Stone, nella parte della mamma Mary, Peter Coyote, K.C. Martel, Sean Frye, C. Thomas Howell e Erika Eleniak.

ET

E.T. e Carlo Rimbaldi

Il personaggio di E.T. fu realizzato da Carlo Rambaldi, il quale aveva già collaborato con Spielberg in Incontri ravvicinati del terzo tipo, del 1977.

Fu difficile trovare la giusta rappresentazione di E.T., perché volevo qualcosa di speciale. Non volevo che sembrasse un alieno qualsiasi. Doveva essere qualcosa di anatomicamente diverso, in modo che il pubblico non pensasse che quello fosse un nano in una tuta. (Steven Spielberg)

Un film che insegna, attraverso l’ingenuità e la spontaneità dei bambini, ad accettare il diverso e a non aver paura a priori di chi,in realtà, semplicemente non conosciamo ancora.

“E.T. telefono casa” è l’espressione, ormai passata alla storia, con cui E.T. cerca di comunicare ai bambini protagonisti il suo desiderio di casa. Una semplice frase che ha commosso chiunque ha visto il film di Spielberg.

E, infine, chi non ricorda la scena del bambino sulla bicicletta che si staglia contro la luna? Quell’immagine semplice ed emblematica, diventata simbolo del film, ai cinefili non potrà che far venire in mente due film di un maestro del cinema nazionale come Vittorio De Sica. Il bambino sulla bicicletta che vola è la citazione di Ladri di biciclette (1948) e della scena finale di Miracolo a Milano (1951), in cui vediamo Totò( Francesco Golisano), il protagonista, e un seguito di barboni, volare via a cavallo di alcune scope rubate ai netturbini a piazza del Duomo.

Capolavoro!

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4.7
Recitazione - 4.5
Sonoro - 5
Emozione - 4.7

4.7

Voto Finale