Desconocido – Resa dei Conti: recensione del frenetico thriller spagnolo

Desconocido – Resa dei Conti è il primo lungometraggio di Dani De La Torre, regista cinematografico spagnolo. Il film è, fin da subito, un intenso racconto di due frenetiche e orribili ore della vita del protagonista.
Carlos è un brillante e ambizioso direttore di banca, ha una moglie e due figli. Il film inizia con la routine mattutina della famiglia; Carlos decide di portare i figli a scuola, ma, mentre sono in macchina, un numero sconosciuto lo chiama e lo ricatta. Se Carlos non verserà tutti i suoi soldi sul conto dell’uomo, questo farà esplodere la bomba piazzata sotto la macchina di Carlos. Ma tutto diventa ancora più difficile, perché sulla macchina con Carlos ci sono i suoi figli. Ed è così che inizia una spaventosa corsa contro il tempo, che metterà a durissima prova la buona fede di Carlos.
DesconocidoDesconocido – Resa dei Conti racconta la minaccia di perdere tutto, da un momento all’altro, racconta la tenacia di due uomini nel perseguire le loro volontà, racconta una storia inquietante con una maestria registica sublime. Il film, infatti, è per la maggior parte in primo piano, con il focus rivolto sul protagonista e la sua condizione esistenziale, che diventa, per riflesso, quella dello spettatore. Infatti, le musiche, le voci di sottofondo, i tempi, gli sguardi e il punto di vista rendono il film coinvolgente al massimo. Si tratta di un’ora e quaranta minuti in cui il pubblico rimane incollato alla poltrona, in cui suda con il protagonista e con lui respira affannosamente, tanto è alto il livello di tensione.

Desconocido – Resa dei Conti è un meraviglioso thriller, intenso, vertiginoso, frenetico più che mai, dove non c’è spazio per prendere fiato né per fermarsi a riflettere.

Ma non è solo un bel thriller; c’è anche uno spazio importante per la critica sociale: la speculazione finanziaria dei nostri giorni, che rende i cittadini soggiogati dalle banche. È una critica feroce della realtà bancaria in cui viviamo, della spregiudicatezza del sistema e delle terribili conseguenze che questa ha sulle persone. Il nemico, infatti, interpretato da Javier Gutierrez è una vittima che si trasforma in carnefice, per vendicarsi del suo carnefice, che è reso, però, vittima. Carlos, infatti,  è la figura di un impiegato di banca che ha frodato alcuni clienti e che, per vendetta, per karma o per destino, si trova minacciato a sua volta. È interpretato da un bravissimo Luis Tosar, che si conferma una delle grandi punte di diamante del cinema spagnolo, e che, con questa performance, arriva alla sua settima nomination da migliore attore protagonista ai Premi Goya.
Altra brava attrice, già vincitrice del premio Goya, è Elvira Minguez, che interpreta una sveglia capo-artificieri.
Dani De La Torre, il regista, decide di girare il suo esordio tutto in macchina, entrando nel genere del road movie con un’intensità che ha pochi precedenti. Il suo modo di utilizzare la macchina da presa, per comporre sia introspezioni con il protagonista, ma anche paesaggi visivi bellissimi, non ha nulla da invidiare ai blockbuster americani. In Spagna, quindi, possiamo dire che si stanno facendo strada molti talentuosi cineasti: non c’è spazio solo per Almodovar.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Sonoro - 3.5
Recitazione - 3

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