Day Of The Tentacle Remastered: recensione

Maniac Mansion: Day Of The Tentacle, seguito del leggendario Maniac Mansion e titolo d’ispirazione per molte avventure grafiche moderne, veniva rilasciato ventitré anni or sono da Lucas Arts. Oggi abbiamo la possibilità di poter tornare a giocare con uno dei più riusciti punta-e-clicca della storia dei videogame su Microsoft Windows, OS X, PlayStation 4 e PlayStation Vita, grazie alla splendida versione remastered sviluppata dalla Double Fine Productions di Tim Schafer, una delle due menti a capo del progetto nel lontano 1993, assieme a quella di Dave Grossman.

Day Of The Tentacle Remastered – apoteosi interattiva di umorismo surreale

Perno dell’opera è l’abbondante dose di umorismo surrealista che accompagna il giocatore: la drammaturgia kafkiana vede i protagonisti Bernard Bernoulli, Hoagie e Laverne dar battaglia al malvagio Tentacolo Viola, mutazione genetica generata dallo scarico di rifiuti tossici del laboratorio del dottor Fred Edison. A differenza di Tentacolo Verde, appassionato di rock dalla personalità pacata, Viola cercherà di dominare il mondo, cercando di ridurre l’intera razza umana in schiavitù.

Day Of The Tentacle

Non tutti i tentacoli vengono per nuocere: nel corso della storia Tentacolo Verde cercherà di darci una mano contro i piani malefici di Tentacolo Viola.

L’interfaccia grafica è finemente ricreata ricalcando i pixel del gioco originale e dando vita ad un vero e proprio cartoon interattivo con sfumature psichedeliche. L’ambientazione, originale e straniante, sembra una variante colorata delle scenografie deformate e deformanti del cinema espressionista tedesco. La settima arte viene chiamata in causa anche dalle svariate citazioni che vengono fatte durante la storia: partendo dal calendario di Darth Vader appeso nell’ufficio di Fred Edison, per arrivare al casco dello stromtrooper nella stanza di Tentacolo Verde, gli easter eggs su Star Wars sono un chiaro omaggio a George Lucas, papà sia della Lucas Arts che della saga di Guerre Stellari. Ma le citazioni non si limitano all’universo Lucas, vengono infatti omaggiati anche il “damn good coffee” feticcio di David Lynch in Twin Peaks e, sul finale del gioco, l’incedente genetico de La Mosca di David Cronenberg.

Day Of The Tentacle

Hoagie il metallaro si ritroverà a chiacchierare in scioltezza con George Washington, Benjamin Franklin e Thomas Jefferson.

Interessante la possibilità, cliccando sul touchpad del Dualshock4, di passare alla vecchia interfaccia grafica, accontentando in questo modo anche gli utenti più nostalgici e gli appassionati storici delle avventure grafiche firmate Lucas Arts. All’interno del gioco è persino compreso il primo Maniac Mansion: per poterci giocare basta utilizzare il computer di Ed Edison, situato al primo piano della magione. Il lavoro di Double Fine Productions è più che riuscito in questo senso: il gameplay è rimasto praticamente identico alla controparte degli anni novanta, un punta-e-clicca con interfaccia SCUMM, incentrato sul passaggio di oggetti, attraverso i Cron-O-Binetti, tra Bernard (localizzato nel presente), Hoagie (quattrocento anni nel passato) e Laverne (alle prese col mondo dominato dai Tentacoli quattrocento anni nel futuro). Chi è abituato alle moderne avventure grafiche, potrebbe trovare il gameplay un po’ macchinoso, ma Day of the Tentacle continua a divertire ancora oggi, attraverso la sua ironia e i suoi rompicapo, che catturano il fruitore per svariate ore di gioco.

Day Of The Tentacle

I Cron-O-Binetti del dott. Fred Edison, con cui i protagonisti potranno scambiarsi gli oggetti, non sono altro che delle macchine del tempo costruite su dei WC.

L’operazione di restyling di Tim Schafer è quindi ampiamente riuscita e fornisce la possibilità, per chi non l’avesse ancora fatto, di poter giocare ad una delle avventure grafiche più folli e originali della storia dei videogame. Day Of The Tentacle: Remastered è un’opera dedicata ai grandi amanti delle avventure grafiche targate Lucas Arts, ma nonostante ciò non sente affatto il peso del tempo (se non per alcuni passaggi ormai diventati macchinosi) e si lascia giocare fluidamente anche da chi, nel 1993, non era neanche nato.