David e gli elfi: recensione del film Netflix di Michal Rogalski

David e gli elfi cerca di essere una storia spensierata, un racconto familiare sulla magia del Natale e la meravigliosa gioia dell'infanzia, ma...

Babbo Natale (Cezary Zak) e la signora Claus (Monika Krzywkowska) ballano Beyond the Sea mentre i loro elfi corrono qua e là, preparandosi per il grande viaggio annuale. Tra i tanti elfi c’è Albert (Jakub Zajac), il preferito, il migliore quello che guida la slitta. Inizia così David e gli elfi, il film di Michal Rogalski, arrivato su Netflix il 6 dicembre 2021, è l’ultima voce lussureggiante di questo genere festivo, una fantasia su un ragazzino polacco che crede davvero a Babbo Natale, agli elfi e a tutte le altre storie e su Albert, il più bravo di tutti.

David e gli elfi: un incontro che cambia la vita

David e gli elfi_Cinematographe.it

Nel frattempo, una famiglia felice lancia allegramente palle di neve e intona canti natalizi e si siede a cena già pregustando il Natale con tutte le sue tradizioni. Intorno a quel tavolo ci sono David (Cyprian Grabowski) e i suoi genitori, Piotrek (Michal Czernecki), che è un bambino nel corpo di un uomo, e Hania (Anna Smolowik), una donna tutta d’un pezzo ma con grandi sogni dentro. Per David è l’ultimo Natale così, in un paese delle meraviglie, con boschi, montagne e neve, perché mamma e papà hanno trovato un nuovo lavoro e stanno per trasferirsi nell’impersonale Varsavia. Tutto cambia per lui quando, mentre sta passeggiando con il papà vede in un punto nel cielo Babbo Natale sulla slitta guidata da Albert, invisibili per chiunque altro, ma non per David che è stato cresciuto dal suo papà con tante storie su Babbo Natale e sui suoi elfi. Sia David che Albert sono entusiasti perché finalmente i loro sogni sono stati esauditi: il primo ha visto un elfo, il secondo è stato visto per la prima volta.

C’è un’elissi, lo spettatore viene portato al Natale successivo. Albert non sopporta di lavorare quanto lavora, di essere il migliore ma di essere invisibile all’occhio umano, non visto e non amato e quindi decide: lascia la casa di Babbo Natale e parte per Varsavia, alla ricerca di quel bambino e di quella famiglia per cui non è invisibile. Evidentemente l’incontro tra David e Albert crea moltissimi problemi: l’elfo non è mai stato in contatto con gli uomini, vuole esaudire i desideri di più persone possibili perché così può essere amato ma non sempre chi desidera è consapevole di ciò che vuole. Dal canto suo il ragazzino ha bisogno di quell’elfo per parlare con il suo io bambino, ha la necessità di qualcuno che lo ascolti ma per davvero, è vittima di bullismo a scuola perché è il nuovo arrivato e non riesce a parlare veramente con i suoi genitori che, come molti altri, sono sempre troppo impegnati. I problemi non sono finiti, gli adulti non credono alle parole di David, non credono che Albert sia un elfo, e dall’altra parte Albert, lontano dal Polo Nord, a poco a poco, perde i suoi poteri e inizia a rimpicciolirsi, se non torna a casa lui potrebbe trasformarsi in una figurina. Albert comprende presto che Babbo Natale aveva ragione, gli umani non sono credenti, infatti si scontra con la loro mancanza di amore, gentilezza e fede, cose che consumano ben presto la batteria di Albert. C’è però una variante, David.

David e gli elfi: un ragazzino pieno di buoni sentimenti

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David e gli elfi cerca di essere una storia spensierata, un racconto familiare sulla magia del Natale e la meravigliosa gioia dell’infanzia, ma non tutto funziona, anzi a volte è ridondante, una raccolta disordinata di momenti prosaici, alcuni davvero superflui. Inizia con una promessa e finisce con un tentativo di toccare il cuore ma c’è qualcosa che non torna, si sorride poco e ci si commuove poco nonostante l’idea di fondo sia interessante e profondamente vera: le persone nel mondo frenetico e individualista in cui si vive hanno perso empatia, gentilezza e gioia per le cose piccole e grandi. Il vero elfo, cioè Albert, conosce gli umani con gioia, ha bisogno proprio di questo, però quando interagisce con le persone capisce che non è poi tutto così bello sulla terra. Quando chiede loro cosa vogliono, essi esprimono il loro più ardente desiderio del Natale, ma non in quanto forza emotiva che sospinge le anime pure, bensì in quanto cose materiali che gli essere umani desiderano possedere. L’esaudito però non dà sempre la gioia pensata, anzi.

David e gli elfi vorrebbe essere un racconto commovente di come l’amore e la gentilezza possano far rivivere l’umanità perduta ma l‘unica luce che dà speranza è David che insegna l’amore incondizionato e lo spirito natalizio proprio di chi non è stato sporcato dal realismo cinico.

Un film di Natale come molti altri

David e gli elfi è un film per famiglie che però non conquista nella sua totalità. Nonostante la dolcezza di David, il buon proposito del film e la bravura degli attori, il film resta uno dei tanti titoli del Natale.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.9

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