Così com’è: recensione del film di Antonello Scarpelli

Scarpelli costruisce il film seguendo emozioni e sguardo, legando in maniera fortissima tutto insieme.

Un giorno la vita cambia. D’improvviso, come i temporali estivi. Accade questo a Emilia, impiegata comunale in Calabria, quando al marito Francesco, viene diagnosticato, l’Alzheimer. La vita di Emilia e Francesco era tranquilla, hanno due figli, uno che vive con loro, l’altro a Colonia, la diagnosi velocizza le cose o le rallenta, dipende dai punti di vista, o semplicemente cambiano di verso e di senso. Racconta questo Così com’è, il secondo lungometraggio di Antonello Scarpelli, film presentato in anteprima al Bellaria Film Festival 2025, premiato come Miglior Film nella sezione Gabbiano, film che esce al cinema il 29 maggio 2025. Scarpelli mette in scena la propria famiglia, evitando la costruzione melodrammatica e favorendo invece uno stile discreto. 

Così com’è: la storia di una famiglia

“Quello è, è proprio il decorso della malattia. Faremo tutto quello che c’è da fare”

Poche parole, dirette e sincere, al telefono. Così Emilia informa uno dei due figli dopo la visita dal medico. Così com’è è un documentario che arriva al punto, senza troppi giri di parole, e porta lo spettatore in medias res, dentro la malattia che ha colpito il marito di Emilia. Dopo un breve filmino di famiglia, per farci vedere com’era, chi erano prima, dopo il viaggio in macchina, durante il quale guida Francesco, per raggiungere lo studio, il loro piccolo mondo si trasforma.

Emilia è il centro e il perno di questa famiglia, lei c’è, è donna che lavora, è madre, è moglie. Lei fa e non si perde mai d’animo, ha paura o almeno è pensierosa perché pensa a tutto e a tutti. Diventa fondamentale per lei e per Francesco organizzare un viaggio verso Colonia per andare a parlare con il figlio, lui deve sapere.

Un racconto intimo e profondo

Così com’è è un racconto di famiglia, intimo e profondo. Se l’incipit del documentario ci mostra la famiglia unita e felice, poi la famiglia c’è ancora anche se frammentata, ognuno sta compiendo il suo viaggio, ciascuno nel proprio pezzo di mondo. 
Il ritratto familiare messo in scena da Scarpelli è reale, sentito, sincero, non esplode mai ma si muove sottopelle, sottotraccia, vive nel soffocamento e nella riflessione di tutto ciò che è successo e succede, nel non detto e nel silenzioso-silenziato. C’è un roboante silenzio che si consuma per tutto il documentario che va di pari passo con il tema della distanza: quando i due genitori partono alla volte della Germania per parlare al figlio di tante, molte cose, lo spettatore percepisce chiaramente il peso e l’importanza di quel moto.
La distanza che c’è tra loro è fisica ed anche emotiva, l’occhio cinematografico segue questa “geometria”, si muove con discrezione, senza voler interferire, e si alternano piani ravvicinati e campi lunghi in cui i personaggi sembrano perdersi e lo spettatore si perde in loro e con loro.
Nel documentario è chiaro come questa distanza voglia essere colmata, pensiamo al finto carrello sul treno, non è la macchina da presa a muoversi ma il treno. 

Così com’è: valutazione e conclusione

Così com’è è un documentario profondo e intimo che racconta una storia di famiglia e di lontananze. il film di Scarpelli rifugge da ogni tipo di retorica e di cliché. Narra quanto si possa essere soli anche in famiglia, l’incapacità di comunicare veramente. Il film vuole mostrare anche quanto sia importante quel nucleo da cui tutto ha origine, che comunque forma e che resta sempre “luogo” a cui si torna, a cui si pensa. 
Scarpelli costruisce il film seguendo emozioni e sguardo, legando in maniera fortissima tutto insieme.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.6